Il discorso di Macron

Alla vigilia di assumere la presidenza della Ue.

La redazione

Il discorso di fine anno alla Nazione di Emmanuel Macron non poteva prescindere e non essere in qualche modo condizionato dalla circostanza che la Francia è in procinto di assumere la presidenza di turno dell’Unione Europea,

Ed Emmanuel Macron si è presentato “risolutamente ottimista” sul futuro anche prossimo. Inizia , per Macron, un “anno decisivo”, e per via delle presidenziali,  e perché potrebbe essere “l’anno dell’uscita dall’epidemia”. “La Francia, nonostante le difficoltà, è più forte oggi rispetto a due anni fa, le prossime settimane saranno difficili, ma riusciremo a superare questa ondata“.

Ha promesso di “fare di tutto per preservare l’attività del Paese e per evitare di prendere restrizioni che gravano sulla nostra libertà”. Ha sottolineato che ora ci sono i vaccini, “la nostra arma più efficace”, ma anche maggiori conoscenze scientifiche, ed ha sollecitato i francesi non vaccinati a farlo per loro e per i “compatrioti“. E a proposito della gestione sanitaria Macron rivendica: “mai rinunciato alla nostra ambizione collettiva. Solo nelle ultime settimane e mesi, sono state e saranno prese decisioni di cui si parla da decenni che cambieranno la vita: la riforma dell’assicurazione contro la disoccupazione, i provvedimenti sul “potere d’acquisto”, l’aumento degli stipendi dei funzionari più modesti, la ristrutturazione termica” e una disoccupazione mai così bassa da 15 anni”.

Poi il piatto forte, la presidenza dell’Ue che promette di assolvere con “impegno totale”. Coincidono, ha ricordato con le elezioni presidenziali, ma non ha chiarito se si ricandiderà o meno. Ribadito che: “Da parte mia, qualunque siano il mio ruolo e le circostanze, continuerò a servire te e la Francia, nostra patria, nessuno saprà sradicarmi il cuore” ha chiuso il discorso con il ricordo dello storico Marc Bloch, eroe della resistenza, giustiziato dalla Gestapo nel 1944.

Non sono mancate le reazioni critiche dell’opposizione. In Francia le presidenziali si avvicinano ed il clima politica si surriscalda fino a divenire incandescente.

Macron in chiusura del discorso dopo il classico “viva la nostra Europa, viva la Repubblica viva la Francia”, ha fatto proiettare l’immagine della bandiera europea sulla facciata dell’Eliseo.

Ghiotta occasione per Marine Le Pen, che ha colto l’occasione per dichiararsi : “indignata per il fatto che la bandiera francese sia stata sostituita da quella dell’Unione Europea sotto l’Arco di Trionfo, sopra la tomba del Milite Ignoto“. Ed ha aggiunto: “Emmanuel Macron è così disconnesso dalla realtà che osa affermare che la Francia è più forte dopo due anni di fallimento della sua gestione sanitaria”. Concludendo che Macron “non avrebbe il coraggio di annunciare la sua candidatura per il 2022”.  

Le fa eco la candidata gollista Valérie Pécresse: “Presiedere all’Europa sì, cancellare l’identità francese no!”, ed ha chiesto “solennemente” di “ripristinare il nostro tricolore accanto alla bandiera dell’Europa” sotto l’Arco di Trionfo.

Bruno Retailleau, presidente del gruppo di Les Republicains al Senato, avrebbe assistito ad “esercizio di autocompiacimento annuale che non riesce a mascherare la realtà dei suoi scarsi risultati” .

E se nel mondo non c’è due senza tre, in Francia, forse per l’influenza della “grandeur de la France” bandiera di De Gaulle, non c’è tre senza quattro. Quini si fa avanti Jean-Luc Mélenchon, capo della sinistra radicale de La France Insoumise: “Prima un presidente soccorritore. E poi il discorso della segreteria telefonica automatica della sede di La Republique En March”.

E Macron non si è ancora ricandidato, immaginate cosa sarebbe successo se l’avesse fatto.

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