Murgia: omaggio a Tommaso Fiore

Una mostra per celebrare il cinquantenario della scomparsa di Tommaso Fiore

Vito Tricarico

Presso il Museo Archeologico di Bitonto – Fondazione De Palo Ungaro, sabato 14 ottobre è stata inaugurata la mostra d’arte  M U R G I A, che ha visto esporre i pittori Luigi Basile, Enzo Morelli, Domenico Scarongella, per un omaggio, nel cinquantenario della morte, a Tommaso Fiore, il grande intellettuale meridionalista pugliese.

 “Il paesaggio, nella sua desolata sconfinatezza, nella sua assenza di linee forti, suggestiona ed invita l’occhio a frugare con uno struggimento di morte. Nessuna traccia di alberi, tranne intorno ai paesi per due o tre chilometri; sotto l’oceano di luce eguale, perspicua, sotto le grandi nuvole accavallate, anche l’altopiano nudo è un succedersi di ondate di grigio e ferrugigno lievemente mosse, all’infinito, con solo lo stacco dei terreni più scuri arati e dei verdoni matti dei prati. Dove finisce tutto ciò?” (T. Fiore)

Ha aperto la presentazione il professor Nicola Pice, Direttore del Museo Archeologico di Bitonto, dando il benvenuto ai presenti. Ha ricordato la figura del grande intellettuale meridionalista e antifascista di Altamura, allievo di Giovanni Pascoli e Benedetto Croce, i suoi scritti, la sua passione per Virgilio, per la sua poesia, per la quale pubblicò anche un saggio mettendo in risalto la pietas del poeta latino. Il professor Pice si è soffermato sul fatto che il socialista Tommaso Fiore aveva riscoperto e presentato il Virgilio che non era gradito al regime, quello delle Georgiche, che più si avvicina allo spirito del paesaggio murgiano, mentre il Virgilio preferito dal regime era quello che celebrava l’Impero Romano nell’Eneide. Quest’ultimo piaceva anche al nostro, per il senso della giustizia, dell’amore ed anche del dolore, il male che fa tanto male agli uomini della terra. Tutto questo era innato in Tommaso Fiore per il senso di umanità che coltivava anche con la militanza nel Socialismo, ideale per il quale spendeva la sua vita. Utili in tal senso la corrispondenza e il rapporto con Piero Gobetti, Benedetto Croce, Giuseppe Di Vittorio, Carlo Levi, Giuseppe Di Vagno. In memoria di Tommaso Fiore, Il professor Pice, ha letto il suo contributo, inserito in una brochure, insieme a quello di 23 poeti scelti per ricordare il grande altamurano a 50 anni dalla sua scomparsa.

Ha continuato poi il professor Mario Sicolo, relatore ufficiale della serata, che a proposito della brochure presentata per l’evento ha messo in evidenza la particolarità della frase latina formulata dal poeta Quinto Orazio Flacco Ut pictura poesis (ndr. Come nella pittura così nella poesia).

La frase, ha detto, mette in profondo rapporto la pittura e la poesia, come dire che la poesia è come un quadro e viceversa. Sono due arti che si integrano mirabilmente perché se la poesia evoca immagini, la pittura sa descrivere una storia e ispirare versi. E la dimostrazione viene evidenziata dal catalogo che riproduce le immagini delle opere dei tre pittori insieme ai versi ispirati, sempre alla Murgia, di 23 poeti pugliesi. Ha poi concluso il professor Mario Sicolo: “Il nostro mondo trasuda storia e tradizione, trasuda la bellezza di ciò che viene dal passato,  fatto di cose belle e meno belle. Occorre cercare di sublimare ciò che vediamo all’interno di queste pregevoli idee. Quello rappresentato dai nostri tre artisti è ciò che esprimeva la Murgia e quello sentiva Tommaso Fiore, è la Murgia che resiste. Resistenza non è soltanto un valore in senso antifascista come quella operata dall’intellettuale altamurano, è anche la Murgia che resiste. Resistenza, oggi, è quella operata dalla Natura che resiste e che ha in sé la forza che spinge verso il futuro. In questi tempi, l’uomo non ricorda più di essere una creatura che fa parte del creato, che sistematicamente cerca di annullare. Il tempo della natura è circolare, non lineare e l’uomo riesce a renderlo tale, nel nostro caso, attraversando il territorio con un trenino della FAL, fotografando la Murgia con la luce stupenda dei suoi colori e attraverso questi ritrovando se stesso”.

Immagini di muretti a secco, ulivi, masserie, proteste contadine, messi di grano ebbri di sole, le falci, i braccianti impegnati nel duro lavoro della mietitura, i tipici asfodeli e le altissime ferule, il pane, indispensabile sulla povera mensa dei contadini degli anni ’50, gli ulivi antichi di Puglia,  i sassi tipici murgiani e l’immenso scenario solare, tutto questo si trova nella mostra approntata a Bitonto. I tre artisti, Enzo Morelli, Luigi Morelli e Domenico Scarongella, con le loro opere hanno saputo rappresentare con elevata forza espressiva il mondo della gente di Puglia e della Murgia di Tommaso Fiore e attendono il visitatore presso il Museo Archeologico di Bitonto che rimarrà aperta un mese esatto, fino al 14 novembre.

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