Piano di Emergenza negli USA per l’influenza aviaria H5N1

Preparativi in corso per affrontare una possibile epidemia umana

Rocco Michele Renna

Gli Stati Uniti stanno lavorando a un piano di emergenza per fronteggiare lo scenario peggiore di una possibile epidemia umana dell’influenza aviaria H5N1 ad alta patogenicità. Il virus, che ha confermato la trasmissione tra bovini e da questi al pollame, ha sollevato preoccupazioni a livello nazionale.

Il vice presidente esecutivo di Scripps Research, Eric Topol, ha rivelato che sono stati confermati casi di bovini da latte asintomatici con infezione da H5N1. Sebbene l’entità dei test rimanga incerta, il sequenziamento virale ha confermato la trasmissione del virus.

Durante un vertice a porte chiuse, organizzato dal Dipartimento dell’Agricoltura (USDA), dai Centers for Disease Control and Prevention (CDC) e dalla Food and Drug Administration (FDA), è stato discusso l’aumento dei casi e la preparazione di un piano di risposta. I funzionari federali hanno assicurato che il farmaco antivirale oseltamivir, noto come Tamiflu, sarebbe efficace contro l’infezione nell’uomo e che sono state accumulate scorte sufficienti.

Inoltre, gli Stati Uniti potrebbero dirottare la produzione annuale di vaccini antinfluenzali per produrre vaccini anti-H5N1 su larga scala, se necessario. Attualmente, sono disponibili due vaccini candidati che corrispondono alla sequenza attuale del virus. La tecnologia dell’mRNA offre la possibilità di aumentare rapidamente la fornitura di vaccini in caso di bisogno.

Nonostante la situazione attuale sembri sotto controllo, gli esperti avvertono che più il virus si diffonde incontrollato, maggiori sono le possibilità di ulteriori mutazioni funzionali. Pertanto, è essenziale pianificare per lo scenario peggiore.

L’unico caso umano documentato di infezione da H5N1 ad alta patogenicità è stato quello di un lavoratore del settore lattiero-caseario in Texas, che ha sviluppato una congiuntivite dopo il contatto diretto con gli animali infetti. Per contenere l’epidemia, è stata emessa un’ordinanza federale che richiede test e segnalazione dei capi infetti.

L’epidemia, che si ritiene sia iniziata alla fine dell’anno scorso, potrebbe essere più estesa di quanto si pensi. Casi di infezione sono stati registrati in otto stati, e un recente report della FDA suggerisce che la diffusione dell’infezione negli allevamenti potrebbe essere molto più ampia. È importante notare che i test PCR sul latte pastorizzato cercano frammenti di virus, non il virus vivo, che è improbabile sopravviva alla pastorizzazione.

Mentre i test di routine sui suini sono finora risultati negativi, la situazione richiede un monitoraggio costante per prevenire la diffusione del virus e proteggere la salute pubblica.

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