Covid-19: questo sconosciuto!

Proviamo a mettere qualche punto fermo in una situaziobe estremamente mutevole.

GP

Lo so, scrivere del virus e della pandemia, dire veramente e fino in fondo ciò che si pensa è, come per un acrobata, esibirsi senza rete. I rischi sono enormi. Allora che faccio, vengo meno all’impegno che presi quando da collaboratore episodico di alcune importanti testate, passai ad un impegno più sistematico in redazioni altrettanto significative, cioè di dire sempre alle mie amiche lettici e lettori, ciò che pensavo fino in fondo e senza remore?

Non parlerò, ovviamente del virus in sé, non sono né un virologo, né un epidemiologo e, quindi, posso solo far mie le convinzioni dei professionisti che stimo e che ogni giorno sentiamo in televisione parlarcene. Molti rimproverano loro l’aver spesso cambiato opinione. Rimprovero, diciamolo subito, ingiusto ed ingiustificato. Quasi tutti, con qualche diversità di approccio al tema, hanno sempre detto ciò che sapevano e che sanno, cioè ancora poco e all’inizio nulla o quasi. Un fatto dobbiamo considerare ed è che la scienza ha i suoi tempi. Aggiungiamo che è stata falcidiata sistematicamente dai governi degli ultimi vent’anni, né più né meno della cultura, dell’Università e della stessa Scuola. Altre le priorità. Le scoperte scientifiche esplodono all’improvviso, ma sono frutto di migliaia di ore di sperimentazione, ricerca, test andati a vuoto. La Cina è vero, è stata alquanto reticente, ma comunque il virus, mi pare di aver capito, davanti al quale ci siamo trovati, ad essere franchi, totalmente indifesi all’inizio, aveva subito una qualche mutazione e la popolazione occidentale non reagiva alla stregua di quella orientale.

Quando ci dicevano che stavamo per affrontare qualcosa di meno pericoloso dell’influenza non mentivano, pensavano fosse così. Così però non era e i camion dell’esercito che portavano via i morti di Covid da Bergamo, dove finanche il cimitero era saturo, mentre nelle terapie intensive si doveva decidere chi tentare di salvare e chi condannare a morte certa, sono arrivati prima che ci rendessimo conto dell’entità del guaio capitato.

Oggi dopo che il lockdown, che noi cittadini abbiamo sopportato stoicamente e seriamente, consci del pericolo, ha dato i suoi frutti, le lodi dell’Oms o del parlamento Europeo all’Italia, come Paese che ha meglio reagito alla pandemia, non sono acqua fresca, abbiamo avuto la stupidità di veicolare il messaggio di parziale ripresa attività per l’estate, come il classico: “tana, liberi tutti” del nascondino che tutti abbiamo giocato da piccoli. Almeno fino a quando le lezioni di danza, di judo, di calcetto, d’ippica, di nuoto, di lingue e computer non hanno privato i nostri bimbi del gioco e della fantasia. Non voglio sentenziare di pedagogia, materia non facile, ma mi pare evidente che sia così. Fortunatamente cominciamo a correggere qualche errore.

Oggi paghiamo l’errore di aver sentito le sirene dell’incoscienza. Se le sirene non ci spingessero verso l’abisso perchè Ulisse si sarebbe fatto legare all’albero maestro della sua nave ed imposto all’equipaggio di turarsi gli orecchi? E le sirene sono arrivate puntuali, chi a dirci che l’economia veniva prima, chi che la pandemia era un’invenzione. Finanche qualche “eminente” clinico è arrivato ad affermare “il virus è clinicamente morto“. E non è che lo diceva ad una cena di amici. Dichiarazione rimbalzata da tutti i media alleati ai negazionisti ed a servizio di quella parte del Paese che alla salute e alla vita degli Italiani antepone i soldi e le sue tasche. Si perché abilmente si dicono preoccupati per i loro dipendenti, ma in realtà sono preoccupati solo ed esclusivamente dell’asticella che segna i loro utili.

E’ illegittimo perseguire l’utile? No di certo. L’impresa, concordano economisti e giuristi, è l’organizzazione di beni e servizi al fine precipuo di produrre profitto, utili, soldi, chiamateli come volete, il concetto è quello. Solo che c’è un limite. Abbondantemente travalicato se, come ci dimostra la Gabanelli, ci sono un bel po’ di soggetti per i quali la pandemia è stata ed è una miniera di diamanti che devi solo raccogliere, tanti sono.

Ed oggi a che punto siamo? Qualcosa in più sul virus sappiamo, o meglio lo sanno i medici: non tutti. Ieri ascoltavo per radio un “capatazzo” della nostra medicina di base regionale. Parlava di isolamento di 14 giorni, manco sapeva dei 10 che più tamponi fa 12, come i 14 di prima erano in realtà 16. Ma i più sono davvero informati e cure e farmaci, sperimentati nel frattempo su molti pazienti, funzionano, anche se purtroppo non su tutti.

Quello che molti lamentano, me compreso, è che tra Stato, Regioni e Comuni non c’è mai sinergia. Come non c’è tra maggioranza ed opposizione alcun dialogo e siamo in un momento in cui dovrebbe avvenire il contrario. I sindaci sono appena esplosi perchè gli veniva attribuita la responsabilità di chiudere le piazze e le vie della movida (siamo seri, non altre), veri e propri focolai reali, non potenziali. Poi il Governo ha creato la condivisione della responsabilità con Prefetti e comitati provinciali d’ordine e sicurezza. Evviva, i provvedimenti li facciamo noi, ma la responsabilità la condividiamo. L’opposizione attacca qualunque cosa sia fatta o non fatta dalla maggioranza, ma intanto fa l’agnellino sacrificato sull’altare. Ma se ogni volta che si va in Parlamento con provvedimenti urgenti arrivano 2000 emendamenti, ci meravigliamo che si ponga la fiducia che li falcidia e rende il provvedimento approvabile in tempi ragionevoli.?

Ma come, i fautori dei “pieni poteri” per salvare l’Italia, ante pandemia, ritengono lo stato d’emergenza una lesione della libertà? Ma in questo Paese è possibile un poco di serietà?

Francamente non so come abbiamo riconquistato un prestigio europeo, e l’entità dei fondi del Recovery Fund a disposizione dell’Italia è la prova provata. Ma facciamo di tutto per distruggerci ed autoaffondarci, per regalare il Paese a chi? Ve lo siete chiesto?

Ho una brutta rivelazione: non alla troika, se accediamo ai fondi del Mes, come Vi viene propinato quotidianamente. Come diceva stamani alla 7 un preparatissimo Collega del Sole 24 ore. ma chi è l’imbecille che vuol venire a governare un’Italia con un debito pubblico come quello che abbiamo? La troika certamente no, ma qualche dittatore in giro per il mondo si trova e se ti finanzia e ti ha finanziato, non è perchè è un mecenate.

I problemi come vedete sono tanti. Questo articolo non può essere altro che un primo approccio al problema. Possiamo tentare nei prossimi giorni di sbrogliare i bandoli delle tante matasse intrecciate che si stanno sovrapponendo ed ingarbugliano una lettura lineare dei fatti in corso.

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