Polonia ed Ungheria boicottano il voto del Consiglio europeo

Sei ore di ostruzionismo per impedire il voto sulle conclusioni della politica migratoria concordata, a maggioranza qualificata, senza il loro consenso.

Gianvito Pugliese

Il gruppo di Visegràd, che ha perso nel frattempo il sostegno e la partecipazione della Cecoslovacchia, riducendosi alle sole Varsavia e Budapest, ha protratto per circa sei ore la discussione sul documento conclusivo dell’accordo raggiunto l’8 giugno sulla riforma della politica migratoria comunitaria, impedendone la votazione.

Ricordo che l’accordo europeo dell’otto giugno prevede “ricollocamenti di richiedenti asilo fra i Paesi dell’Unione, evitabili soltanto con il pagamento di 20mila euro per ogni migrante”.

Il vertice dei capi di Stato e di governo a Bruxelles è riuscito solo a far ribadire il sostegno all’Ucraina, che avrà dall’Ue “garanzie di sicurezza”.

In questa votazione la Polonia si è staccata dall’Ungheria, rimasta sola.

Ricordo che il Governo italiano aveva già dato per acquisito questo voto positivo, ascrivendo la modifica della politica migratoria ad un proprio esclusivo merito. Vorrà gentilmente spiegare al Parlamento, ma prima ancora al Popolo Italiano, come mai i Paesi Nazionalisti che si dichiarano nostri alleati ed amici, da quando in Italia governa il destra-centro boicottano le sue “storiche vittorie”. E non mi sembra che la Meloni se la possa cavare, come ha fatto, dichiarando: “Il lavoro continua“.

Mi astengo da ulteriori commenti. Resta drammatico che in Italia, e purtroppo non solo, contano sempre meno i fatti e molto di più le chiacchiere. Sono notoriamente progressista e assolutamente non nostalgico, ma permettetemi di rimpiangere i tempi in cui valeva il motto “Chiacchiere e tabacchere ‘e ligno, ‘o banco ‘e napule nun se ‘mpegna”.

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