ENZO MARI: Arte e scrittura a confronto
Gran debutto per Giovanna Sellaroli. Analizza una scrittura, anzi una firma, da par suo. E sceglie una perdita incolmabile per la cultura. Un fatto centrale per una testata come la nostra.
Giovanna Sellaroli
Una vita passata a “progettare per non essere progettati”, Enzo Mari, il grande maestro della progettazione italiana del novecento, se n’è andato all’età di 88 anni. Nato nel 1932 a Cerano (Novara) era ricoverato al San Raffaele di Milano, insieme alla compagna di una vita, Lea Vergine che l’ha seguito per sempre il giorno dopo. Insieme anche nell’ultimo viaggio.
Designer industriale, Mari è stato un disegnatore di mobili, un progettista di mostre, un artista, un autore di manifesti, un polemista celebre per le sue sfuriate contro il mondo del design, che a suo dire doveva tornare alla “tensione utopizzante delle origini del design”.
Formatosi in letteratura e arte all’Accademia di Brera, Mari è stato attivo sin dai primissimi anni sessanta come pioniere del design industriale, collaborando, nel corso di una carriera lunga sessant’anni, con molti industriali i cui marchi contribuirà a lanciare.
Caratteristica dell’opera di Mari è la continua ricerca e sperimentazione di nuove forme e significati del prodotto; secondo la sua visione, il designer non deve limitarsi meramente alla creazione di oggetti belli e forme piacevoli: l’aspetto funzionale è imprescindibile.
In contrapposizione con gli schemi tradizionali del disegno industriale, rifugge da ogni definizione e incasellamento del proprio lavoro, afferma che “l’etica è l’obiettivo di ogni progetto”, e si scaglia contro l’uso consumistico del prodotto industriale.
Vincitore di quattro compassi d’oro più un quinto alla carriera, è autore di pezzi che hanno contribuito a fare la storia del design italiano e non solo.
Artista indiscusso, l’uomo Mari è nei modi severo, rigoroso e supportato da un pensiero critico e profondo.
LA FIRMA DI ENZO MARI
La firma caratterizzata da una scrittura piccola, fluida, ariosa, semplice, rapida, filiforme, dal movimento agevole, appoggiata e dal tratto nutrito e dai bordi ben delineati, offre l’immagine di una persona dotata di grande raffinatezza intellettuale, profondità di pensiero supportata da convinzioni solide.
Il ritmo grafico vivace, intenso, rapido e personale, comunica ricchezza di idee e originalità, espressione di una personalità spiccata, nutrita da un forte spirito di indipendenza e autonomia mentale.
Le forme semplificate e in progressione, esprimono una intelligenza superiore, che si estrinseca nella cultura e nell’attività.
Il pensiero sintetico e indipendente, è rigoroso e dotato di profondo senso critico. I segni grafologici ci dicono che lo scrivente mira all’essenziale, in un’armonia di tendenze e di funzioni, esattamente come Enzo Mari vede il designer che deve valorizzare attraverso il suo lavoro la funzionalità dei prodotti cui dà vita.

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