Festa dell’Immacolata Concezione e benedizione della bandiera delle due Sicilie

Con annessa benedizione della bandiera delle due Sicilie

Rocco Michele Renna

L’8 dicembre è il giorno in cui si festeggia l’Immacolata Concezione, ma non tutti sanno che si tratta della patrona del Regno delle Due Sicilie, la festa dell’Immacolata Concezione è una festa molto sentita in tutto il Sud Italia, sia per il culto mariano particolarmente vivo in tutti i paesi, sia -storicamente- in quanto patrona del fu “Regno delle Due Sicilie”.

Si racconta, a tale ultimo proposito, che nel 1823, ad Ariano Irpino, due celebri predicatori domenicani (padri Cassiti e Pignataro) furono invitati a scacciare il demonio da un ragazzo. All’epoca era aperta la discussione fra teologi la disputa sulla verità dell’Immacolata Concezione. 

Ebbene, i due frati avrebbero imposto al Demonio di dimostrare che Maria era Immacolata; e per di più gli ingiunsero di farlo mediante un sonetto, una poesia di quattordici versi endecasillabi, a rima obbligata. Le parole che pronunziò l’indemoniato, un ragazzino di appena dodici anni, per di più analfabeta, non erano sicuramente sue.

Fu chiarissimo a tutti, come quando si parlano lingue, diverse dalla nostra abituale, che non si conoscono o si esprimono concetti di alta teologia, come accadde in questo caso. Satana pronunciò quei versi che colpirono fortemente il Sommo Pontefice spronandolo alla proclamazione.

Eccovi la bellissima poesia:

“Vera Madre son io di un Dio che è Figlio
e son figlia di Lui benché sua Madre.
Ab aeterno nacque Egli ed è mio Figlio,
nel tempo io nacqui eppur gli sono Madre.

Egli è il mio Creator ed è mio Figlio,
son io sua creatura e gli son Madre.
Fu prodigio divin l’esser mio Figlio
un Dio eterno, e me aver per Madre.

L’esser quasi è comun, tra Madre e Figlio,
perché l’esser dal Figlio ebbe la Madre
e l’esser dalla Madre ebbe anche il Figlio.

Or se l’esser dal Figlio ebbe la Madre,
o s’ha da dir che fu macchiato il Figlio
o senza macchia s’ha da dir la Madre”.

Il dogma dell’Immacolata Concezione è fortemente radicato all’interno della Chiesa Cristiana Cattolica. Secondo questo dogma la Vergine Maria è stata concepita senza peccato originale, cioè su di lei non gravava il peso della colpa di Adamo ed Eva, i quali disubbidirono a Dio e furono allontanati dal Paradiso. Inoltre, per tale dogma la Madonna visse lontana dal peccato in tutta la sua vita e anche per il concepimento di Gesù.

Questo dogma fu proclamato proprio l’8 dicembre 1854 dal papa Pio IX, attraverso la bolla “Ineffabilis Deus”, dopo che trascorse un periodo nel Regno delle Due Sicilie come esule.

Il Regno… fu preferito alla Francia di Luigi Napoleone e il Papa si stabilì, prima a Gaeta, nella Cappella nota come Cappella o Grotta d’Oro in ragione del cassettone ligneo della volta dipinta in oro.

L’altare della Cappella d’Oro in Gaeta, con l’Immacolata Concezione di Scipione Pulzone

La cappella mostra un ciclo pittorico creando un unicum nel panorama artistico e architettonico del centro Italia. A pala d’altare vi è una pittura di Scipione Pulzone (1582), un’Assunzione della Vergine.

Davanti a questa immagine il Papa Pio IX, esule a Gaeta, ebbe l’idea del Dogma dell’Immacolata Concezione e da qui il 2 febbraio 1849 scrisse una lettera enciclica, la “Ubi Primum“, per consultare l’episcopato cattolico in merito alla definizione del dogma che sarà promulgato l’8 dicembre 1854.

 Da Gaeta il Papa si sposta poi alla reggia di Portici, questo viaggio gli fece capire quanto era forte in tutto il Mezzogiorno il culto dell’Immacolata, così si convinse ancora di più a “trasformare” una semplice devozione in un dogma.

Per omaggiare il papa, il re Ferdinando II donò allo Stato Pontificio la colonna dell’Immacolata Concezione che si trova in Piazza di Spagna, la statua rappresenta una sorta di gemella della guglia dell’Immacolata sita in Piazza del Gesù Nuovo a Napoli, eretta da Carlo di Borbone, tra il 1747 e il 1750.

Quindi l’Immacolata Concezione divenne la patrona del Regno delle Due Sicilie e venerata da tutti.

Prima ancora della dichiarazione del dogma, il culto dell’Immacolata Concezione arrivò nel Sud dell’Italia nel secolo VIII dall’Oriente ed ebbe subito grande fortuna. Non ha un fondamento diretto nella Bibbia, ma è il risultato di secoli di studi e discussioni teologiche, che sono entrati a far parte della tradizione cattolica.

Alla fine, la conclusione condivisa ha affermato la sua natura speciale, visto che doveva essere la madre del figlio di Dio. E quindi Maria è stata definita pura e libera da ogni peccato.

L’8 dicembre 1816 è anche il giorno in cui è avvenuta l’unione formale dei Regni di Napoli e di Sicilia, che diede luogo alla nascita del Regno delle Due Sicilie. Il sovrano era colui che contemporaneamente guidava il Regno di Napoli con il nome di Ferdinando III e il Regno di Sicilia con il nome di Ferdinando IV, assumendo poi il nome di Ferdinando I delle Due Sicilie.

Anche per questo motivo l’Immacolata fu dichiarata Patrona delle Due Sicilie e il giorno divenne festa nazionale in occasione della quale si benedicevano le bandiere nazionali.

Questa tradizione è stata riportata alla luce da qualche anno, la bandiera delle due Sicilie ripercorre con suoi diversi stemmi un millennio della storia del popolo Duosiciliano partendo dagli Svevi, proseguendo con gli Angiò, gli Aragonesi, i Borbone e arrivando fino a noi. In molte zone del sud Italia oggi si rievoca la benedizione della bandiera Duosiciliana.

In molti scriveranno che si tratta solo di “nostalgici” delle due Sicilia, ma, al di là di tutto, c’è una profonda devozione per la Santa madre di Dio, e rispetto per chi per primo ha dato il giusto lustro a questo dogma.

Ben vengano, dunque, le rievocazioni in questo periodo di smarrimento della fede Cristiana, e non posso non aggiungere che, purtroppo, in molti tendono a strumentalizzare anche queste rievocazioni per demagogia politica e tornaconto elettorale.

Questo non è un bene perché si sta perdendo l’originalità ed il fedele rispetto della tradizione per motivi assai meno nobili.

In questo marasma storico letterario voglio chiudere questa pillola di storia con una puntualizzazione: non dovrebbero essere chiamati “nostalgici”, come mi è capitato di leggere, perché il nostalgico è riferito a persona che prova nostalgia, che sente cioè rimpianto o desiderio di persone, cose, condizioni lontane o perdute. Un nostalgico, quindi, dovrebbe aver vissuto quello che sta rimpiangendo? Allora sono emuli di Highlander, anche loro degli immortali? Dovrebbero avere più di 200 anni di vita? Sono “rievocatori storici” ovvero coloro che “rievocano, richiamano alla memoria”, perché non si perda nel tempo una tradizione storica.

Buona festa dell’immacolata!

11 dicembre 2016 Convesanno

in copertina: Don Alessandro Borbone Due Sicilie durante la messa per la benedizione delle bandiere a Conversano (BA) nel 2016 assieme a Don Luciano Rotolo, parroco della Chiesa del Carmine a Conversano, nonché vicepresidente della Fondazione Francesco II delle Due Sicilie, ed al mai troppo compianto don Massimo Cuofano (secondo da sinistra guardando la foto).

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