Da Londra no all’estradizione di Assange

Inaspettatamente la giustizia inglese nega a Washington l’estradizione.

GP

Invertite le previsioni della vigilia. La giudice inglese Vanessa Baraister ha detto no alla richiesta americana di estradizione di Julian Assange. Sull’australiano, fondatore di WikiLeaks, pendeva l’accusa di spionaggio e pirateria per aver contribuito a svelare file riservati americani relativi fra l’altro a crimini di guerra in Afghanistan e Iraq.

Assange, che se estradato avrebbe rischiato una condanna a 175 anni, sarebbe, secondo la giudice, a rischio di suicidio, per cui andrà rimesso, previa cauzione, in libertà. Washington potrà appellare la sentenza.

E se il dipartimento di giustizia americano si è dichiarato deluso dell’esito e convinto di dover insistere nella richiesta di estradizione il Messico – hanno reso noto fonti ufficiali – ha offerto asilo politico ad Assange.

Joe Biden, appena riuscirà ad entrare nella Casa bianca non dovrà solo preoccuparsi del Covid che in Usa è a livelli stratosferici e di un’economia decisamente in ribasso, ma soprattutto di ridare sul piano interbazionale agli Stati Uniti un’altra immagine di se, nella speranza di poter ricucire quei rapporti che Trump ha distrutto anzitutto con gli alleati interbazionali a cominciare col confinante Messico che il muro di Trump ha trasformato in un attimo da alleato di sempre in nemico giurato.

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