Il caffè con il lettore

Capuleti e Montecchi nel dna degli italiani

Gianvito Pugliese

Ho scritto decine di volte, forse assai più, del dualismo tipicamente italiota (esatto italiano ….) ma non avevo mai cercato l’origine di questo nostro difetto-qualità, già perché siamo talmente abili nel dividerci che anche sul definirlo un grosso difetto o una grande qualità esistono due correnti di pensiero.

Certo le coppie di amici-nemici Coppi-Bartali (Ciclismo), Mazzola-Rivera (Calcio), Fracci-Cosi (Danza), Abbado-Muti (Direttori d’orchestra) sono talmente celebri che non serve ricordarle.

Ed il dualismo, ovvero chiedersi sempre da che parte sta il nostro interlocutore, se è un “amico o un nemico”, già perché le discussioni di certo non rare sui Social, soprattutto quelle che vedono partecipare uno o più leoni della tastiera, hanno sancito: 1) Che chi dice più parolacce e volgari insulti rivolti all’interlocutore vince; cosa vince poi non lo so, e quasi certamente, il virile “leoncino” lo sa meno di me; 2) Chi non la pensa come noi è un nemico, infiltrato nel “mio” social o peggio nel “mio gruppo” nel mio Social. Costui è di certo una agente di Soros, dei poteri forti, dei servizi deviati e chi più ne ha più ne metta; 3) i lupi solitari non contano e sono destinati a finire male: sopravvive chi appartiene o si è fatto un proprio clan che appena la discussione si mette male per il decerebrato micione interviene in blocco e la butta “in caciara”.

Stiamo messi male, è vero l’insegnamento di Umberto Eco a proposito dei social dove un premio Nobel e uno sgrammaticano deficiente da Guinness dei primati hanno lo stesso ed identico diritto di parola e di ascolto.

Pensandoci meglio, in mente mi è entrata di forza la storia di Romeo e Giulietta, una drammatica storia d’amore scritta dall’immenso William Shakespeare tra il 1594 e il 1596, ed ambientata nel ‘300, nella Verona degli Scaligeri. In realtà una vicenda realmente accaduta, raccontata dall’Autore mutando nomi e con un racconto all’altezza della prodigiosa penna del maggior autore inglese di tutti i secoli.

Il dualismo è rappresentato dall’odio atavico di due famiglie nobili i Capuleti ed i Montecchi. Giulietta Capuleti conoscerà ad una festa della sua casata, Romeo Montecchi, che oggi definiremmo “imbucato” a quel ricevimento. Tra i due la scintilla dell’amore eterno. E gli odi tra le famiglie prevarranno al punto di portare i due amanti al suicidio.

Se Shakespeare ambientò in Italia la più celebre storia d’amore di tutti i tempi una ragione ci sarà stata. Le rivalità, le guerre di potere sono state una nostra costante nella storia tanto da frammentare il Paese ed arrivare ai Comuni ed alle signorie che segnò il momento di massima disgregazione dell’Italia.

Sarà un po’ azzardato ma da quella storia di feuderelli probabilmente viene il dualismo che ci caratterizza e limita fortemente le nostre capacità di crescita.

I social hanno poi istituzionalizzato la divisione per clan. E se il conflitto in Ucraina ha portato ad una guerra verbale senza quartiere tra putiniani e difensori della libertà degli Ucraini, le vicende della Striscia di Gaza sono state brutalmente tranciate tra sostenitori d’Israele da un lato e anti semiti e sostenitori del terrorismo dall’altro. Con tutto il rispetto è un agire da macellai, che toglie alla bellezza della complessità del ragionamento umano ogni valore, riducendolo a bianco e nero e cancellando le mille sfumature di grigio. Temo che stiamo anticipando il negativo dell’intelligenza artificiale, permettendole di governarci.

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