Ma Conte con chi sta?

Conte, il Movimento e gli incarichi al partito “stampella” del governo. che non sbaglia una nomina

Gianvito Pugliese

Ne ha scritto ieri il Riformista la cui lettura mi ha stimolato alcune riflessioni e la ricostruzione delle vicende che portarono alla nascita del governo Meloni. L’ho scritto e detto tantissime volte: “Il tempo è il maggior galantuomo che io conosca, e col suo trascorrere le verità vengono a galla”.

Dunque, Giuseppe Conte, “l’avvocato del popolo”, secondo il Riformista, quando c’è da portare a casa una nomina non sbaglia un colpo. Dopo mesi di accese discussioni, ecco arrivare ieri puntuale l’incarico per Mario Serio, professore ordinario di Diritto privato comparato nell’Università di Palermo, proposto personalmente dal senatore Roberto Scarpinato, per il nuovo Collegio del Garante dei detenuti. “Giorgia Meloni non ha nulla da temere: quando è il momento di votare, se c’è in ballo qualche poltrona, il M5s non manca mai“.

Sempre secondo il Riformista, Ivan Scalfarotto, capogruppo di “fu Azione-Italia Viva” in Commissione giustizia, al Senato ha commentato: “Dopo l’accordo in Commissione di Vigilanza RAI, mentre tutte le altre opposizioni decidevano di non partecipare al voto, i componenti grillini della Commissione giustizia hanno votato compatti per i candidati del governo al Collegio del Garante per le persone private della libertà personale ,,, Anche il senatore Scarpinato, in teoria il più acerrimo e inossidabile rivale del dichiarato garantismo delle destre, è prontamente venuto in soccorso della maggioranza ratificando senza fiatare i tre candidati che la maggioranza ha imposto, al di là del dubbio possesso dei requisiti previsti dalla legge e in assenza anche di audizioni che permettessero di verificare le competenze dei presceltiQuando si tratta, insomma, di ottenere delle cariche – che sia una vicedirezione di rete o un garante dei detenuti la questione non cambia – il Movimento 5 Stelle non manca mai. Se qualcuno cercava in questa legislatura la stampella del governo, direi che possiamo dichiarare la ricerca ufficialmente terminata”.

Ed i grillini, hanno offerto la stampella alla maggioranza per ratificare la nomina dell’ex deputato di Forza Italia Felice Maurizio D’Ettore, professore di Diritto privato all’Università di Firenze che alla vigilia delle scorse elezioni politiche era transitato in Fratelli d’Italia, dell’avvocata romana Irma Conti, in quota Lega e del succitato di Mario Serio, in quota 5 Stelle. Il mandato del precedente collegio era scaduto da un paio di anni. La procedura di nomina del collegio con i tre nomi era stato deliberata lo scorso 25 settembre dal Consiglio dei ministri su proposta del Guardasigilli Carlo Nordio.

Le associazioni che si occupano di assistenza nelle carceri, fra cui Asgi, Naga, Lasciatecientrare, Oxfam Italia, ActionAid, Arci, Commissione Migrantes/Gpic Missionari Comboniani Italia, Casa dei Diritti Sociali, Senzaconfine, Cnca, Refugee Welcome, Rete Europasilo, A Buon Diritto Onlus, Acat Italia, Unire : “Servono persone che abbiano già maturato – sostengono le associazioni – un’importante esperienza nel campo della tutela dei diritti umani nell’ambito della privazione della libertà personale e delle correlate attività di monitoraggioLe scriventi esprimono un forte timore che le modalità fin qui adottate dal governo non assicurino l’indispensabile indipendenza di un ente di garanzia che ha mostrato forte incisività sin dall’avvio della sua operatività nel 2016, non solo con riguardo alla detenzione ordinaria ma anche a quella amministrativa dei cittadini stranieri e alla privazione della libertà in ambito sanitario e assistenziale”.

Doveroso per un commentatore politico chiedersi come mai la Meloni abbia rifiutato la stampella di Carlo Calenda (che la chiedeva vantando la presenza del socio -oggi ex- Matteo Renzi) ed invece gli accordi sottobanco li ha conclusi e li conclude quotidianamente con Giuseppe Conte. Eppure Calenda ufficialmente è assai più vicino alla destra di Conte. E’ un non senso?

La risposta esauriente richiede in piccolo excursus storico della politica nazionale. Al Governo Draghi, mentre godeva del consenso del 67,91% degli italiani (vedi grafico allegato) veniva negata la fiducia dei grillini e Conte poneva un ultimatum di 10 punti, pena l’abbandono della maggioranza. Conte metteva lo sgambetto al Governo Draghi, che fu poi letteralmente gambizzato dai leader dei partiti della sua maggioranza Berlusconi e Salvini. Questi ultimi si astenmero (unitamente ai loro parlamentari) dal partecipare alla seduta dedicata alle dimissione, scelte da Draghi. Il complotto previde che Conte ed i grillini rimanessero in aula per assicurare il numero legale e votassero (unici) la sfiducia a Draghi.

Chi sbraitava un giorno si e l’altro pure per le elezioni anticipate, se non la Meloni, alla quale i sondaggi dicevano “ora o mai più”. Un governo di centrodestra era favorito in imminenti elezioni.

Ora a chi giovò la scelta di Draghi di dimettersi, con la motivazione che era venuta meno non una maggioranza qualsiasi utile a governare, ma la sua maggioranza di coalizione nazionale? Chi è andato al Governo ed ha tintinnato il campanellino con Draghi? Chi ha aperto la crisi? E volete che i due non si siano prima accordati con il sigillo notarile apposto da Berlusconi e Salvini?

Ecco il quadro preciso della situazione che i grillini ignorano o vogliono ignorare e ci spiega perché gli sforzi di Elly Schlein per allargare il campo del centrosinistra naufragano nei distinguo di Conte, che ha tutto l’interesse a non far cadere il governo Meloni che gli ha dato e gli da di fatto molto più di quanto non potesse concedere Mario Draghi.

Brutta fine per il Movimento Cinque Stelle. Chissà che penserebbe e direbbe il Casaleggio senior, vero ed unico fondatore del Movimento grillino.

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