Haters “odiatori professionisti” ovvero eunuchi 2.0

Il far west, meglio del far web

Cinzia Montedoro

Internet il fantastico saloon digitale, con un click si spalancano le porte dell’informazione, della cultura, della scienza, dei social e molto altro ancora…

La legge del web sforna quotidianamente “cowboy” internauti che incastrati nella “rete” giocano al buono, brutto e cattivo tempo, regalando a chi dei social è oramai dipendente delle vere e proprie lectio magistralis, troppo spesso dotte dall’università dell’ignoranza.

Loro sono i “pistoleri” del web o meglio: Haters!

I social, nati come rete sociale fatta da individui connessi tra loro, sono luoghi fertili per i cosiddetti leoni da tastiera, che attratti dall’idea che il male faccia più notizia del bene, interagiscono diffamando, umiliando e screditando qualunque cosa non sia allineata al loro pensiero. A farne le spese utenti offesi con minacce a sfondo razziale, sessista, con intento denigratorio come il body shaming, fino ad arrivare a minacce sessuali o fisiche, finalizzate a ledere la dignità della persona.

A caricare questo atteggiamento vile e inaudito è quell’empatia virtuale, grazie al famoso pollice in su, che rende l’hater “degno” di attenzione, barricandosi dietro l’invisibilità che la rete dona, e che fa di esso, il net deus defectus.

Nel selvaggio web, il fenomeno hater   ha come conseguenza anche cyberbullismo, una piaga sociale che può avere effetti devastanti sui giovani che se incapaci di difendersi diventano vittime di inaudita violenza. Gli odiatori seriali spesso si nascondono dietro falsi profili e nella piazza del web danno sfogo al loro sadismo, convinti di non essere mai smascherati, la libertà d’espressione diventa per loro libertà d’offesa. Lo “hate speech” ovvero l’odio verbale in rete, oltre ad essere un atto di violenza ha dalla sua l’impossibilità di eliminare del tutto questi contenuti vessatori, poiché il mondo online registra indelebile ogni passaggio.

Molti i personaggi famosi vittime degli odiatori seriali come: l’influencer Chiara Ferragni, Cesare Prandelli, la giornalista Selvaggia Lucarelli, Vanessa Incontrada, l’ex ministro Lucia Azzolina, Mara Venier, Tiziano Ferro,  fino ad arrivare a Loretta Goggi, solo per citarne alcuni. In Italia purtroppo non esiste una legge creata ad hoc per le offese digitali, in tal senso però il 10 marzo scorso l’ex presidente di Montecitorio Laura Boldrini, anche lei vittima di pesanti attacchi degli haters, ha presentato alla Camera una nuova proposta di legge per combattere l’odio online.

Com’era allora quella storiella che ne saremmo usciti migliori? Se il Far West evoca in noi l’immagine di un luogo senza legge, oggi credo che il far web faccia di peggio, è necessaria una maggiore consapevolezza digitale per evitare che internet si riempia di eunuchi 2.0.

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