Caffè Sospeso… Versi o Arte in sospeso

Dal caffè sospeso ai versi sospesi. Un’idea per la solidarietà.

Maria Catalano Fiore

A volte un vago ricordo, può far venir fuori un’idea produttiva….

A Napoli è un modo semplice per offrire un caffè, condividere il proprio buon umore, propiziarsi una buona giornata anche con uno sconosciuto.

A Napoli, infatti, anche in alcune zone di Bari, esiste un qualcosa, partito probabilmente durante i restringimenti economici del secondo conflitto mondiale, città bombardata, fame, mancanza di lavoro, case ecc…che testimonia il grande cuore della gente, un atto di solidarietà verso qualcuno meno fortunato.

Chi poteva, ancora, consumare un caffè al Bar e aveva ancora qualche spicciolo, aggiungeva un altro “Caffè in sospeso” destinato a chiunque lo chiedesse.

Gli spiccioli venivano infilati in un barattolo di vetro, a vista. Chi, durante la giornata affacciandosi alla porta, e notando il barattolo poteva chiedere quel “caffè sospeso” destinato a chiunque. Un piccolo atto ma di grande cuore. Tra poco vi spiego l’idea.

Un caffè caldo riscalda anche il cuore

Nel primo decennio del mio lavoro presso il Castello di Bari, sede della locale Soprintendenza per B.C., vicino alla città antica, tutte le mattine arrivavo sempre quasi un’oretta prima del normale orario di lavoro: se si doveva organizzare una missione, se era in corso l’allestimento di qualche mostra o generalmente, mio marito mi lasciava prima di prendere anche lui servizio al porto. Arrivando prima, sinceramente, era un po’ triste entrare nelle sale del castello al buio, prima che i custodi aprissero le imposte ed arieggiassero o qualcuno espletasse un minimo di pulizia, per cui mi fermavo, sul ponte d’accesso, con un gruppetto di colleghi più navigati, simpatici e anche un pochino pettegolini, due chiacchiere, un caffè e poi al lavoro. Conservo un bellissimo ricordo di questo trio, a volte 4: il Restauratore capo Franco Cesare, di indubbia cultura e bravura; Il Geometra Michele Scorcia (Lillino per gli amici) Franco Scorcia, anche lui geometra in Soprintendenza; Il bravissimo fotografo Franco Colella, un personaggio gentilissimo e veramente grande fotografo di monumenti e restauri di cui riusciva a cogliere ogni minima differenza; a volte il Geometra Sidella, l’ironico giullare della comitiva.

Per trascorrere quella mezz’oretta se faceva freddo ci rifugiavamo nel Bar di Andrea, li difronte, se invece avevamo voglia di due passi, prima delle nostre scrivanie o tecnigrafi, ci spingevamo per qualche centinaio di metri sino al Bar vicino alla Cattedrale. Parlottando, ridendo, sfotticchiando, poi un buon caffè e poi in un patto mai sancito, si pagava a turno. Le prime volte non ci ho fatto caso, poi Franco Cesare, mi ha detto “Marì, anche se sono 4 caffè lascia le cinquecento lire al barista.(il caffè costava ancora intorno alle cento lire) spiegandomi il rito napoletano. “Sai Maria qui intorno abitano tanti anziani ex pescatori, o gente che lavora a giornata, questo caffè può farli sorridere e cominciare meglio la giornata”. Certamente, nessun problema, ma questa consuetudine valeva solo per la città vecchia, gli altri Bar li consideravano “mance”.

Tutti Napoletani o baresi hanno sempre gradito questa usanza, anzi qualcuno che conoscevamo, anche se di vista, veniva invitato:” Colin com’ staj? U’ si pigghjiat u cafè, meh camin…” A questo nostro gruppetto piaceva molto questo piccolo rito mattutino, poi dal giornalaio, Lillino doveva controllare i necrologi, “Meh? C’sicced? “No niente che ci riguarda per oggi” Lillino non parlava in vernacolo, di contro Sidella “Meh sciamaninn ca dò li chiacchier so assà!!”. Poi per cause varie, agli inizi degli anni 90 le nostre vie si sono separate, con il piccolo rimpianto del rito del caffè.

Non voglio annoiarvi, ma questo periodo è veramente problematico per alcuni, anche i “benestanti” sono in sofferenza per bollette alte e tasse, attività e ditte chiudono……ma lo sapete già.

Io Vi ho proposto la Seconda edizione dell’Antologia Creativa, ormai conosco bene, chi da molti anni, chi da meno, i miei amici Creativi, più o meno le possibilità economiche di tutti, se fosse per me…..ma io ad inizio lavoro, praticamente adesso devo versare un anticipo, a fine lavoro (il lavoro va sempre retribuito) saldare il conto alla casa editrice per il grafico, la tipografia, la carte ecc…. Quindi se alcuni di voi, vogliono aiutare gli altri possono semplicemente arrotondare le cifra da versare, niente di che, magari segnalarmi a chi destinarla, i modo estremamente privato, tra voi e me. Non credo di chiedere una cosa assurda, ma se questa Raccolta/Antologia nasce con l’intento di dar a tutti la possibilità di pubblicare le proprie opere ad un costo molto ragionevole, perché privarne altri? Se questa Raccolta/Antologia servirà come regalo di Natale, fate un regalino anche a qualche amico che, non lo auguro a nessuno, in altro momento potrebbe ricambiare.

Lasciate un caffè sospeso……lasciate “Versi sospesi” e ricordate che solo l’arte e la poesia hanno il potere di farci emergere da questo brutto periodo che tutti stiamo vivendo.

Grazie e scusatemi se sono stata logorroica.

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