Sondaggi politici, intenzioni di voto

Risultati dalla Supermedia di YouTrend

Gianvito Pugliese

I numeri tra parentesi indicano le differenze percentuali in aumento o diminuzione a distanza di una settimana. Il sondaggio originale di YouTube indica gli scostamenti a due settimane.

Dati del 29 giugno 2023.

Supermedia liste

  • FdI 28,9 (+0,1)
  • PD 20,2 (-0,2)
  • M5S 15,8 (+0,3)
  • Lega 8,7 (+0,1)
  • Forza Italia 8,2 (-0,6)
  • Azione 3,6 (+0,1)
  • Verdi/Sinistra 3,0 (-0,2)
  • Italia Viva 3,0 (+0,3)
  • +Europa 2,3 (=)
  • Italexit 1,9 (=)
  • Unione Popolare 1,5 (+0,1)
  • Noi Moderati 1,0 (=)

Supermedia coalizioni 2023

  • Centrodestra 46,8 (-0,4)
  • Centrosinistra 25,5 (-0,4)
  • M5S 15,8 (+0,3)
  • Terzo Polo 6,6 (+0,4)
  • Italexit 1,9 (=)
  • Altri 3,4 (+0,1)

Sintesi dei dati.

I sondaggi considerati sono stati realizzati dagli istituti:   EMG (data di pubblicazione: 19 giugno), Euromedia (28 giugno), Ixè (19 giugno), Noto (22 giugno), Quorum (26 giugno), SWG (19 e 26 giugno) e Tecnè (17, 19 e 24 giugno).

Tra i risultati positivi, ad una settimana, si nota la crescita di M5S e Italia Viva dello 0,3%. Seguono FdI. Lega, Azione ed Unione popolare con lo 0,1. Calano, vistosamente Forza Italia dello 0,6%, ed a seguire, PD e Verdi/Sinistra entrambi dell 0,2%. Stabili +Europa, Italexit e Noi Moderati. I partiti minori (inferiori all’unità), esclusa Italexit, crescono dello 0,1%.

Quanto alle coalizioni il Centrodestra scende al 46,8 ed il Centrosinistra al 25,5. Resta immutata la distanza (21,3) tra i due principali poli. Il dato del Cs sommato ai pentastellati ed ai centristi del Terzo Polo (l’ipotetico campo largo a cui lavora la Schlein), significherebbe oggi il 47,9. Il destra-centro, quindi, nei sondaggi sarebbe sotto alla somma delle tre maggiori opposizioni ora dell’1,1%, mentre il totale delle opposizioni. attualmente al 53,2 porta la maggioranza sotto del 6,4%.

Una seria analisi non può esimersi da osservare che se l’alleanza di maggioranza, ovvero di destra centro, per quanto divisa su principi e provvedimenti, trova il suo collante estremamente solido sul provare a mantenere il potere, riunire in coalizione Pd e gli altri due soggetti -M5S e Terzo polo- continua ad apparire come una vera “mission impossible”. Vero anche che gli esiti delle amministrative, negativi per le opposizioni ed in particolare per M5S e Terzo polo, spingono all’alleanza, come pure il crollo dei due partiti del Terzo Polo (parzialmente ridotto questa settimana) dovrebbe indurre tutti a più miti consigli ed a decisioni sagge. Difficile, tuttavia, trovare punti d’accordo tra Pd e M5S, su cui costruire una stabile coalizione all’opposizione, La partecipazione della Schlein alla manifestazione indetta dal M5S, ha sollevato un can-can mediatico che ha enfatizzato la portata del dissenso interno al PD, limitato a qualche distinguo, mentre il partito cresce nei sondaggi. L’implosione del duo Calenda-Renzi, che hanno scritto di fatto The end sul Terzo Polo li costringe o a tornare sui propri passi o a nuove alleanze: attualmente nessuno dei due supera la soglia di sbarramento. Continua tuttavia a regnare il caos in una opposizione che non riesce a compattarsi realmente e regala il governo, su un piatto d’argento alla destra, ma cosa assai peggiore per il Paese senza alcun serio controllo esercitato da una opposizione frammentata e poco incisiva. Forza Italia che nella settimana dei funerali di Berlusconi era cresciuta visibilmente scavalcando la Lega, questa settimana ha perso buona parte del vantaggio ottenuto. Segno inequivocabile di un elettorato, per quanto decimato dall’assenteismo, fortemente influenzabile dalla presentazione mediatica degli eventi. In sostanza fatti, ininfluenti, messaggi decisivi.

Un ultimo appunto: appare chiaramente strumentale l’attacco violento dei media, non solo di quelli dichiaratamente di destra, ad Elly Schlein, che si vorrebbe già dimissionaria ed a cui si vorrebbe imputare l’insuccesso nelle amministrative in cui, nel crollo delle opposizioni, chi ha tenuto in qualche misura è il PD. Due mesi per una segretaria che, tra l’altro, non proviene dal gotha del partito, escludono qualsiasi collegamento o colpa per i risultati negativi delle opposizioni, PD compreso, alle amministrative. Approfondendo, confermo che è evidente che la Schlein ha potuto solo partecipare a qualche comizio, ma tutte le decisioni su sindaci e liste locali erano state definite già prima del suo insediamento. Allora? Nessuno si accorge dell’assurdità delle accuse e degli attacchi? Posso sbagliare, ma credo che la Schlein rappresenti o venga semplicemente percepita attualmente come l’unico serio pericolo per una destra ed i media suoi sostenitori. Anzitutto, perché rappresenta l’unica novità di rilievo nel panorama politico italiano, piuttosto stantio, poi perché non sembra per natura disponibile a compromessi al ribasso con il Governo di destra. Piaccia o no, Conte sembra essere stato molto addolcito da nomine governative che hanno sopravvalutato il M5S e sia Renzi che Calenda non hanno fatto recentemente mistero di voler dialogare “costruttivamente” con la Meloni (vedi da ultimo il sostegno alla riforma della giustizia).

Dopo lo scossone di un punto e mezzo, guadagnato da Forza Italia, la settimana scorso, comunque tutto ritorna ad essere misurato in decimali.

Considerazioni sull’astensione del corpo elettorale.

Con simili premesse nessuna meraviglia sul dilagare dell’astensione. Alle politiche 2022 il 36,1%. La coalizione di Cd ha ottenuto il 43,8 e, dunque, governa (data l’astensione al 36,1%) con meno del 29,5% di consenso reale da parte degli aventi diritto al voto. Le tre maggiori opposizioni, pur con maggior consenso elettorale, non essendosi unite in coalizione, per effetti della legge elettorale (il Rosatellum) si sono ritrovate perdenti. Il centrodestra governa, dunque, legittimamente, ma rappresenta una minoranza del corpo elettorale.

Altro dato estremamente significativo. L’assenteismo alle regionali (Lazio e Lombardia) del 12 e 13 febbraio ha raggiunto record impensabili. In Lazio 62,8%, in Lombardia 58,22, media in Italia 59,99. Ha votato quindi solo il 40,01% degli aventi diritto. In Friuli dati leggermente meno drammatici, Conclusione: l’astensione al 55%, unica vera vincitrice delle elezioni.

Il primo turno delle comunali ha segnato dati appena meno drammatici con un’affluenza intorno al 59,3%. Ma ai ballottaggi, dove l’effetto candidato-amico solitamente incide meno. il dato è peggiorato attestandosi intorno al 50%.

La Politica dovrebbe tremare a fronte di questi dati, ma la politica li ignora e pensa solo a gestire il potere. D’altronde, più cresce l’astensione, più cresce la forza delle truppe cammellate e dei grandi elettori (tra cui i rappresentanti di categorie). E tanto sembra star bene a tutti, almeno finché dura la pacchia. Altro che finita… Le liti in piazza e gli accordi sottomano prolificano. E tanto credo che, legittimamente, disgusti l’elettorato oltre ogni misura.

Mi spiace se le conclusioni sono ormai fotocopia, ma l’elettorato del nostro Paese risponde agli scandali quotidiani passivamente, quasi con rassegnazione, e le intenzioni di voto non sembrano essere influenzate seriamente dal buono o cattivo governo delle maggioranze a tutti i livelli, dal nazionale a quello dei comuni minori Contano zero i fatti e, al momento, ancora tutto la propaganda, che ormai può essere definita “di regime”. Il voto alle regionali a Bergamo, parla per tutti: “le colonne interminabili di camion militari, cariche di cadaveri da cremare, passate nel dimenticatoio“.

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