Approvato il progetto definitivo del ponte sullo stretto di Messina

Dopo decenni di discussione, il consiglio di amministrazione della Stretto di Messina spa ha dato il via libera all’aggiornamento del progetto, ma emergono criticità e contestazioni.

Rocco Michele Renna

Il lungo e travagliato percorso per la realizzazione del ponte sullo stretto di Messina ha recentemente conosciuto un nuovo capitolo con l’approvazione del progetto definitivo da parte del consiglio di amministrazione della società Stretto di Messina spa. Questo passo avanti, se da un lato conferma l’attivazione dei lavori tanto attesi, dall’altro solleva una serie di interrogativi e controversie che pongono in discussione la fattibilità e la convenienza di un’opera di tale portata.

Fin dalle sue prime origini nel lontano 1968, il progetto del collegamento stradale tra la Calabria e la Sicilia ha rappresentato un nodo cruciale nel panorama delle infrastrutture italiane. Tuttavia, nonostante gli sforzi e le risorse impiegate nel corso degli anni, il ponte sullo Stretto è rimasto per lungo tempo un miraggio, con fasi di stallo e riprese cicliche.

Il ritorno all’agenda politica del progetto, avvenuto con la vittoria della destra alle elezioni del 2022, ha riportato in primo piano una discussione che sembrava sopita. Il sostegno del ministro dei Trasporti Matteo Salvini ha rappresentato un cambio di rotta significativo rispetto alle posizioni espresse in passato, portando alla ripresa dei lavori da dove erano stati interrotti.

Il progetto definitivo, basato sulla versione del 2011, prevede la costruzione di un ponte a campata unica di dimensioni imponenti, destinato a diventare il più lungo al mondo. Le caratteristiche tecniche della struttura, concepite per resistere a venti estremi e a eventi sismici, sono state oggetto di dibattito tra sostenitori e oppositori del progetto.

Tuttavia, le cifre e le tempistiche previste suscitano perplessità. Se da un lato si stima che il ponte ridurrà sensibilmente i tempi di percorrenza tra le due sponde, dall’altro i costi previsti hanno subito un significativo aumento rispetto alle stime precedenti. Questo scenario, unito alle polemiche sulle procedure di esproprio e alle preoccupazioni ambientali sollevate da diverse associazioni, getta ombre sulla sostenibilità economica e sociale dell’intero progetto.

Le recenti critiche avanzate da Europa Verde, PD e Sinistra Italiana, che hanno sollecitato un’indagine sulla trasparenza del processo decisionale, evidenziano un clima di diffidenza e incertezza che circonda l’intera vicenda. L’opposizione al progetto, motivata da considerazioni di carattere ambientale, economico e sociale, rappresenta una voce autorevole che potrebbe influenzare gli sviluppi futuri.

In conclusione, se da un lato l’approvazione del progetto definitivo segna un passo avanti nella realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina, dall’altro solleva interrogativi che necessitano di risposte chiare e convincenti. La sfida per il governo e per le istituzioni coinvolte sarà quella di gestire le controversie e le incertezze nel modo più trasparente ed efficace possibile, garantendo che l’opera risponda realmente ai bisogni e agli interessi della collettività.

Resta il fatto che la viabilità, sia ferroviaria che stradale, in Sicilia è semplicemente pietosa. I tempi per arrivare da Trapani e Palermo, ad esempio sono decisamente biblici. Con minori risorse di quelle destinate al ponte si potrebbero davvero risolvere e rivoluzionare la viabilità interna. Resta un mistero irrisolto il perché si scelga la soluzione meno utile alla collettività siciliana ed ai turisti nell’isola. A pensar bene la voglia di un’opera monumentale da tramandare ai posteri, a pensar male, che non fa andare in paradiso ma la fa azzeccare, gli appalti e le annesse … utili operazioni connesse.

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