Gli irriducibili del carnevale: Carnevalicchio e pentolaccia

Per il Carnevalicchio la pentolaccia a Villa Lorusso. per la gioia di grandi e piccini.

Biagio Loconte

Avantieri, 18 febbraio, prima domenica di Quaresima, nel “giardino delle Arti” studio della pittrice Anna Sforza, in Bari alla via G. Amendola presso villa Lorusso, si e svolta, per gli irriducibili del carnevale, la festa della pentolaccia.

In questa prima domenica di Quaresima è tradizione voler prolungare i fasti del carnevale appena concluso: il “Carnevalicchio”.

C’è chi fa risalire l’origine di questa festa alla Cina, come si legge nel libro “Il Milione” di Marco Polo, e chi invece al Messico, dove arrivò con la colonizzazione del Nuovo Mondo. Originariamente la pentolaccia veniva utilizzata durante gli eventi religiosi e le cerimonie.

In Cina si festeggia il Capodanno proprio in questo periodo. Durante le celebrazioni vengono usati oggetti molto simili alla pentolaccia: statuette di animali a forma di mucca, bue, bufalo, cave all’interno e riempite di varie sementi, per inneggiare agli imminenti lavori campestri; esse vengono rotte con bastoni, e quindi i semi sparsi sui campi in segno di una buona, favorevole raccolta.

La serata, alquanto benigna, s’è mostrata entusiasmante per la gioia dei bambini,  che si sono alternati a colpire e rompere la pentolaccia che pendeva dall’alto di un ramo e che ha distribuito caramelle e giocattolini per tutti.

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