Il caffè con il lettore

Putin fa visita in Arabia saudita al principe ereditario

Gianvito Pugliese

Gentilissime/i ospiti del caffè oggi accenderei i riflettori su Putin , il leader russo su cui pende un mandato di arresto, spiccato dalla Corte internazionale, per i crimini di guerra commessi e fatti commettere in Ucraina.

E partiamo da una considerazione evidente, ma che non ho visto fare, il che non vuol dire che qualche Collega non l’abbia fatta prima della nostra chiacchierata, ma semplicemente che io non l’ho vista. Putin sa che da un minuto all’altro, soprattutto quando si trova in acque o cieli internazionali, e quindi non protetto dalla sovranità di uno stato amico, una nazione come la Gran Bretagna, la più probabile, ma non certo la sola, potrebbe provare ad eseguire quel mandato di cattura ed assicurare il criminale alle carceri.

Perché affermo questo? Ma semplicemente perché per la prima volta, se non erro, l’aereo presidenziale russo in cui volava Putin è stato scortato da una squadriglia di aerei russi da combattimento. Considerato che l’aviazione russa è in ginocchio, per la mancanza di pezzi di ricambio agli aerei a causa delle sanzioni americo-europee (forse ho coniato un neologismo), sottrarre una squadriglia di aerei da combattimento al fronte ucraino per scortare il taxi aereo presidenziale significa solo che Putin “il temerario” se la sta facendo sotto e di brutto pure.

Ovviamente, pensa che la gente sia stupida come quei russi ai quali fa credere che l’asino vola e la guerra mossa all’Ucraina vada bene, come tutto il resto a gonfie vele, e che non pesi quanto gli avviene attorno. Non è così e il nostro ragionamento di un attimo fa lo dimostra.

Ma Putin sa anche che deve provare ad uscire da quell’isolamento internazionale in cui si è cacciato mani e piedi. A cominciare dai tradizionali alleati, da quando non può più garantire i suoi massicci aiuti militari, i rispettivi regimi sono molto tiepidi nei confronti della Russia rispetto al passato e in diversi si mostrano totalmente indifferenti ai desiderata di Putin. Con la Cina ormai va in scena la telenovela “C’eravamo tanto amati”. Putin periodicamente va a rendere omaggio a Xi Jinping, rassegnandosi a mostrare al mondo di non essere più il numero uno dopo il Presidente Usa, e dopo i soliti convenevoli alla cinese, torna a casa con in mano il classico pugno di mosche. Un paradosso, per il number one di Mosca, non credete amiche/i mie/ei?

Ecco che coglie l’occasione del conflitto tra Hamas ed Israele e della posizione americana in proposito, conflitto alla cui esplosione non so francamente quanto sia estraneo il Cremlino, per incunearsi nell’anti semitismo che il comportamento del suo gemello Netanyahu ha disseminato in diversi Paesi del Medio Oriente.

Intendiamoci, una farsa senza precedenti, in cui non abboccheranno, almeno credo, il mondo arabo e quello islamico: infatti, la Russia, pur essendo ufficialmente ortodossa minoritaria, in quanto di rito russo, ospita un mare di potentissimi e ricchissimi ebrei. Tra gli oligarchi se ne contano a dozzine e i Colleghi esperti di cose russe me li annoverano tra i più potenti.

Vladimir Putin è “atterrato mercoledì in Arabia Saudita e ha subito avviato colloqui frettolosamente organizzati con il principe ereditario Mohammed bin Salman sul petrolio, Gaza e l’Ucraina“. Afferma la Reuters.

Il grimaldello per entrare nel Paese più potente del mondo arabo è il petrolio che vede il Paese di Mohammed bin Salman il più importante produttore del mondo. E poi Putin, forzando la mano, avrebbe introdotto le due grandi guerre in atto, nessuna delle quali lo vede del tutto estraneo.

Un viaggio-immagine, ripeto. E’ appena il caso di considerare che Mohammed bin Salman, da tempo era atteso vanamente a Mosca. Putin ama esibire i leader del mondo che gli rendono omaggio, non il contrario che, per come è fatto, significa digerire un boccone amaro. Ma lo ha digerito andando a far visita e rendere omaggio a colui che in fatto di visite gli aveva mollato una bella serie di bidoni, pardon rinvii sine die.

Cos’abbia ottenuto e se ha ottenuto qualcosa non è chiaro, aldilà della figura meschina di chi, in crisi di astinenza da visibilità, è pronto a farsi riprendere anche nel bagno, occupato nelle funzioni primarie, purché lo si consideri.

Non ci sono state dichiarazioni congiunte, o almeno io non me ne sono accorto, ed ormai delle Fake news del Cremlimo ne abbiamo tutti piene le tasche, pardon, salvo chi le tasche le ha piene di rubli. Debbo fare i nomi? Non serve, cari ospiti, li conoscete meglio di me.

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