Clochard 72enne senegalese muore di freddo a Genova

Diallo Seydou è morto la notte tra il 4 e il 5 dicembre su una panchina. La Caritas “col freddo posti letto insufficienti”

Gianvito Pugliese

E’ morto due notti fa, ma un senegalese stroncato dal freddo non fa notizia, quantomeno urgente, nell’Italia di Giorgia Meloni, nella Liguria di Giovanni Toti, nella Genova di Marco Bucci. Ed, infatti, Rainews ne da notizia solo oggi (miracolo se ne siano ricordati). E dai tre citati neanche uno starnuto.

Si chiamava Diallo Seydou era un clochard di 72 anni, ed era di origini senegalesi. E’ stato trovato stecchito, a causa del freddo glaciale di questi giorni, su una panchina di Genova la notte tra il 4 e il 5 dicembre. Lo apprendiamo solo grazie ad un comunicato della Caritas diocesana: “Nei giorni scorsi una Unità di strada, insieme ad alcuni volontari Caritas, dopo aver incontrato il signor Diallo durante i giri notturni e aver verificato le sue condizioni di salute affaticate e vulnerabili, aveva segnalato l’emergenza allo sportello di accoglienza Caritas“.  

E la volta di Monica Boccardo, responsabile dello sportello di accoglienza Caritas: “Nella mattina di mercoledì i nostri volontari si sono recati sul posto per soccorrere Diallo. Purtroppo non c’era più. Abbiamo iniziato una ricerca che in giornata ci ha portato ad apprendere della sua morte, su una panchina, con tutta probabilità dovuta alle sue condizioni di salute e al freddo intenso di quella notte“.

Tocca commentare a Giuseppe Armas, direttore della Caritas diocesana di Genova: “Malgrado diverse accoglienze notturne straordinarie messe in atto dal lavoro di rete tra Comune, Terzo settore, Chiesa la disponibilità di posti letto è ancora insufficiente mentre la domanda aumenta, specie in questi giorni di freddo troppo intenso che porta un numero crescente di persone a riempire ogni mattina lo Sportello Caritas per riscaldarsi”.

Ricordo di aver molto ammirato ed apprezzato Genova, la Liguria in occasione della ricostruzione del Ponte Morandi, colta come occasione per realizzare in tempi record il nuovo ponte, ma anche per mettere in cantiere e realizzare una bretella, praticamente più che un raddoppio della viabilità in quella zona, il cui progetto era fermo da anni. Furono spese, e sembra spese bene, cifre cospicue. Una pagina a parte quelle delle responsabilità e dell’omicidio “volontario” delle vittime del Morandi, il cui livello di trascuratezza e mancata manutenzione fa semplicemente inorridire. Ebbene cari signori potenti, pochi euro per portare i posti letto per senza tetto ad un numero sufficiente era impossibile trovarli? Ed oggi quel morto di freddo non vi pesa sulla coscienza, se l’avete una coscienza.

Non riconosco più il mio Paese ed i miei connazionali. Sono abbastanza vecchio da ricordare che ci chiamavano all’estero: “Italiani, brava gente!”. Dove vi siete nascosti? Al Vostro posto sono comparsi nazionalisti e sovranisti. Non vi meravigliate di sentirli stasera brindare alla notizia. Per loro, infondo, è solo un immigrato in meno, uno in meno da rimpatriare o spedire nei lager albanesi in allestimento, coi soldi italiani. Già per i posti letto non ci sono. ma per i lager sempre a disposizione. Complimenti!

Viva l’Italia che fu. laddove si sapeva chi erano i veri patrioti e non si usava quel nome sacro in modio blasfemo. Devo ricordarvelo come e quando? Ma se lo sapete meglio di me…

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