Il caffè con il lettore

Una registrazione potrebbe costare ad Orban un processo per corruzione

Gianvito Pugliese

La notizia, care/i ospiti del caffè… questo fine settimana concentrato sulla cronaca dall’estero, oggi Ungheria col caso Orban, domani States con l’almeno altrettanto brutto caso Trump, arriva dal Times: “Settimana tumultuosa a Budapest: Peter Magyar, un alto ma oscuro funzionario ungherese, è arrivato dal nulla per sconvolgere la politica del suo paese, minacciando di far cadere Viktor Orban, un tempo inattaccabile leader populista ungherese”. Il Times prosegue riportando nei dettagli la cronaca dello “scandalo che sta lambendo il governo” dello stesso Orban con conseguenze che potrebbero essere devastanti per il leader ungherese.

Una storia connessa che trae origine da un presunto caso di corruzione e che nasce da una registrazione pubblicata dallo stesso Magyar, ex marito dell’ex ministra della Giustizia Judit Varga ed ex membro di Fidesz, il partito di Orban.

L’audio, registrato nel 2023 consegnato da Magyar al tribunale, e pubblicato sui social, divenendo in breve seriale, concerne una conversazione tra Magyar e la sua ex moglie in cui la Varga, ignara del fatto di essere registrata, “ammette un intervento da parte di membri del governo di Orban per eliminare alcune prove da documenti giudiziari e per nascondere il loro coinvolgimento in un giro di corruzione“.

Secondo Magyar la registrazione inchioderebbe il capo di gabinetto di Orban, Antal Roga’n, 52 anni, ministro chiave del governo, responsabile della sicurezza nazionale e considerato come il potenziale erede di Orban.

La notizia diffusasi, ha fruttato al quarantatreenne Magyar tantissime apparizioni televisive e radiofoniche e le accuse mosse dallo stesso a Orban e Rogan, lo hanno “reso una delle figure più popolari in Ungheria, con i sondaggi che gli attribuiscono un teorico 13% dei voti“.

Magyar è il “primo uomo politico, membro della cerchia ristretta di Orban nel partito Fidesz, a rompere pubblicamente con lui”, precisa il Times.

Anna Donath, eurodeputata liberale e leader dell’opposizione ungherese, pure citata dal Times: “Fino a poche settimane fa Magyar era praticamente sconosciuto. Ora domina il dibattito e i titoli dei giornali in Ungheria, causando disagio a Orban e al governo“.

Un veterano conservatore ungherese, che conosce Orban da quando erano entrambi giovani dissidenti sotto il regime comunista degli anni Ottanta, e che ha rilasciato una dichiarazione al Times a condizione che gli venga garantito l’anonimato “ritiene che il dissenso tra le figure dominanti di Fidesz sarà ciò che porterà alla caduta del governo”.

E’ arrivata, direi finalmente, l’ora del definitivo declino di Orban? Troppo presto per dirlo, anche se francamente lo auspico con tutta la speranza che si avveri. Non è solo disprezzo e malanimo che nutro nei confronti dei dittatori, duri o solo apparentemente “dolci” che siano. Victor Orban da sempre, oltre ad essere smarcatamente un filo Putiniano, e come tale aderente al Gruppo di Visegrád, con una faccia tosta senza eguali vanta l’appartenenza dell’Ungheria alla Nato. E’ fin troppo evidente che funge da spia e da quinta colonna del Cremlino nel cuore dell’Alleanza atlantica,

Come se non bastasse è una continua spina nel fianco dell’Unione europea ed il più tenace e spietato oppositore al progetto dell’Unione politica europea, sposando in toto le politiche ed i desiderata di Putin e di Trump sul futuro dell’Europa.

Posso anche sbagliare, ma la caduta in disgrazia di Orban per il progresso e la civiltà ungheresi sarebbe quanto di meglio possa accadere.

Care amiche ed amici, ricordo a me stesso prima che a Voi ed ai lettori, che le foto di Ilaria Salis, detenuta in attesa di processo per comportamenti anti fascio-nazisti, portata e tenuta in udienza incatenata mani e piedi. che ha fatto il giro del mondo, con Orban e compagnia cantante, orgoglioso di mostrarle, sono costate all’Ungheria duri richiami e probabili sanzioni sul Pnrr da parte della Commissione europea. Il mancato rispetto dei diritti dei cittadini europei è intollerabile per Bruxelles e gli ungheresi pagheranno ancora una volta il prezzo, della brutale arroganza del dittatore Orban.

Mi auguro, davvero, che Magyar abbia suonato la campana che saluta la scomparsa di Orban dalla scena politica nazionale ed europea.

A domani, con un avvincente articolo sui guai giudiziari di Donald Trump.

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