Principe Andrea in causa per il caso Epstein

Si tratta di una causa civile in Usa per aggressione sessuale: ai danni di una diciassettenne

La redazione

Il giudice americano Lewis Kaplan, non ha archiviato la causa ed ha dichiarato che a suo giudizio dovrebbe celebrarsi in autunno. La speranza di Andrea e dei suoi legali di uscirne con un’archiviazione è sfumata e la decisione fa ritenere che il giudice ritenga sussistere sufficienti elementi per tenere il processo risarcitorio che Virginia Giuffre ha intentato contro il suo presunto violentatore,

La Giuffre, oggi trentottenne, asserisce che il duca di York abbia  abusato di lei quando aveva 17 anni.

Sarebbe stata “prestata” al figlio di Elisabetta II dal finanziere Jeffrey Epstein, morto suicida in carcere, e dalla compagna Ghislaine Maxwell, detenuta negli Usa in attesa di giudizio.

Sostiene anche di aver subito abusi a New York e pertanto utilizzando la Child Victims Law dello stato, ha adito la giustizia americana contro Andrea, Stando al suo racconto lei subì abusi, anche a Londra e in un’isola privata nei Caraibi, dove Epstein possedeva diverse ville.

Andrea ha sempre continuato a negare di conoscere ed aver conosciuto la Giuffre ma alcuni giornali hanno ripetutamente pubblicato un foto (riprodotta in copertina) in cui in primo piano appare Andrea che cinge al fianco la giovane Giuffre, mentre sullo sfondo vi vede la Maxwell.

La difesa di Andrea, dopo aver cercato vanamente di fermare il giudizio per vizi di forma, respinti dal giudice ha tentato la carta dell’esibizione di una accordo confidenziale tra Epstei e la Giuffre, in cui la seconda in cambio di mezzo milione di dollari s’impegnava a far cadere le accuse. La corte ha condiviso le obiezioni della difesa della Giuffre, che ritenevano inapplicabile l’accordo al caso di Andrea, trattandosi di l’abuso commesso in un altro stato e di genere diverso da quelli contemplati.

Gli analisti inglesi sono concordi nel ritenere che il principe tenterà di raggiungere un accordo economico anche più esoso della ipotetica condanna per evitare un processo pubblico e i riflessi mediatici.

Buckingham Palace, sollecitata dai giornalisti britannici, ha categoricamente rifiutato di commentare il primo provvedimento del giudice Kaplan, eccependo: “Non commentiamo una questione legale in corso”.

Dobbiamo riconoscere capacità profetiche a quei militari del reggimento  Grenadier Guards che chiesero al duca di York di dimettersi per non macchiare l’onere della bandiera del reggimento.

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