L’ospedale delle formiche

Alcune formiche si prendono cura delle compagne ferite, ma le cure sono riservate agli esemplari con buone probabilità di sopravvivere.

Rocco Michele Renna

Interessante articolo, pubblicato su “Le Scienze” di un po’ di tempo fa trovato fra vecchi libri, un articolo sull’azione di pronto soccorso  di una specie di formiche africane. Il trattamento riduce notevolmente la mortalità, forse per un’azione antimicrobica, ma è riservato agli esemplari con buone probabilità di sopravvivere.

Alcuni ricercatori hanno documentato, per la prima volta, l’esistenza di un vero “ospedale” delle e per le formiche e, quindi, hanno registrato le prove di un animale non umano, o meglio un insetto, che prestava assistenza medica ad altri.

Lo studio si è basato su alcune formiche di origine africana sub-sahariana: “Le formiche Matabele”.

Le matabele sono una letale ed estremamente aggressiva macchina da guerra, concepita sotto forma di formica; queste formiche dispongono come armi naturali letali mandibole e un pungiglione sull’addome in grado di iniettare veleno paralizzante che facilita molto il massacro dei nemici.

Le formiche Matabele

Ogni giorno, queste formiche, inviano numerosi gruppi di “incursori” per dare la caccia al loro cibo preferito: le termiti. Ma queste, dotate di potenti mascelle, possono facilmente strappare i piccoli arti delle formiche, ferendole gravemente. 

Ogni incursione quindi per le formiche significa lasciare sul campo numerosi feriti, feriti che non vengono abbandonati a sé stessi, ma, come riporta Jasmin Fox-Skelly per New Scientist, ai feriti viene spesso somministrato un trattamento salva-vita da parte di altri membri della loro colonia.

Nel 2017, il “mirmecologo” Erik Frank (la mirmecologia è quella parte della zoologia che studia le formiche) e un gruppo di ricercatori presso la stazione di ricerca del Parco Nazionale di Comoé in Costa d’Avorio, hanno creato nidi artificiali per queste formiche a cui sono stati applicati delle coperture trasparenti con le quali permetteva agli scienziati di osservarle dentro le loro abitazioni. 

Parco Nazionale di Comoé in Costa d’Avorio

Secondo questo studio, le formiche sane hanno tenuto gli arti feriti dei loro compagni e hanno leccato intensamente le loro ferite per un massimo di quattro minuti alla volta. Non è molto chiaro il motivo per cui le formiche agiscono in quel modo. Senza comprenderne il motivo, questo comportamento sembra essere un vero salvavita.

Quindi i ricercatori hanno ferito un certo numero di formiche per avere dati sicuri, e hanno constatato che l’80% di queste lasciate da sole sono morte, mentre il 90% delle formiche che hanno ricevuto solo un’ora di cura dalle loro compagne sono sopravvissute.

Allora senza saperlo ero un ricercatore pure io che da piccolo tiravo le zampe agli insetti? Me ne hanno dette di cotte e di crude e invece non era una cattiveria ma un esperimento scientifico, infatti ero alle antitesi rispetto a questi ricercatori.

Vuoi vedere che lo scandalo scoppiato per le formiche sull’ammalato in ospedale, è accaduto perchè le formiche avevano sbagliato non solo reparto ma anche struttura? Beh tutti possono sbagliarsi, infatti si stavano litigando l’unico letto disponibile con l’umano allettato….

Ma torniamo seri e soprattutto torniamo ai ricercatori autorizzati… Le ricerche precedenti di Frank hanno rivelato che quando queste formiche africane sono ferite, rilasciano un “feromone di aiuto” che segnala la loro angoscia. In uno studio più recente Frank ha scoperto che questi insetti hanno altri modi per far sapere ai loro amici che hanno bisogno di aiuto.

Le formiche ferite mortalmente, con cinque parti del corpo schiacciate, a differenza di una o due parti, non venivano prese in cura dalle loro compagne di nido, anche quando i ricercatori le coprivano con il “feromone di aiuto”.

Questo non era dovuto ad una “mancata assistenza”, ma al comportamento delle stesse formiche ferite, quando quelle sane arrivarono sulla scena per salvare i loro compagni morenti, le formiche gravemente ferite si agitavano troppo, rendendo impossibile soccorrerle e curarle.

Quindi la logica è quella della sopravvivenza e dell’utilità generale: “È inutile sprecare tempo ed energia con i compagni di nido che non sopravviveranno alle loro ferite”. Invece con l’assistenza e il trattamento, le formiche leggermente ferite, possono riprendersi e continuare a combattere con le termiti.

Ma i ricercatori hanno, anche scoperto che un quinto dei gruppi di incursori delle formiche era composto da formiche che avevano perso alcuni arti.

Questa ricerca ha aperto la strada a successivi approfondimenti che sollevato molte altre domande sulle formiche.

Se vostro figlio o figlia si diverte a strappare le gambe agli insetti, prima di punirlo assicuratevi che non faccia parte di un nuovo team di ricercatori i quali stanno conducendo nuove ricerche sugli insetti.

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