Bari: arrestato pakistano. Sui social inneggiava alla jihad

L’uomo, fermato dal Ros, propagandava sui social i metodi terroristici e le vittorie delle milizie talebane

La redazione

Arslan Faiz, trentunenne cittadino pakistano, è stato arrestato con l’accusa di istigazione a delinquere aggravata dalla finalità di terrorismo.

Il pakistano era stato fermato a Bari il 15 dicembre scorso dai carabinieri del Ros, su disposizione dalla procura distrettuale antimafia e antiterrorismo di L’Aquila, convalidata dal gip del capoluogo abruzzese che ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare.

Residente a Francavilla al Mare (Chieti), località turistica anticamente frequentata per villeggiatura dalle famiglie baresi più benestanti, era dipendente di un’azienda locale, come auto lavaggista.

Ma già il 18 agosto scorso era stato oggetto di un provvedimento di espulsione dal territorio nazionale per ordine e sicurezza pubblica, emesso dal prefetto di Chieti. Era in attesa del rimpatrio coattivo.

Gli investigatori, dopo approfondite indagini gli contestano una corposa e frequentissima “attività di propaganda apologetica, tramite Facebook, consistente in post e commenti a favore dei metodi terroristici e delle vittorie delle milizie talebane”. 

Le indagini dei carabinieri del Ros, coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia e antiterrorismo dell’Aquila, procuratore Michele Renzo e sostituto procuratore Simonetta Ciccarelli, hanno accertato “un rapido e intenso processo di ‘autoradicalizzazione’ islamica del pakistano, che aveva assunto connotazioni estremiste di natura salafita”.

Man mano le indagini procedevano emergeva la pericolosità del personaggio. Faiz avrebbe “inoltrato a più persone, via WhatsApp, video e fotogrammi di propaganda jihadista, palesando un’esplicita attività di istigazione a commettere i delitti di partecipazione ad associazioni con finalità di terrorismo ed attentati terroristici”.

Il pakistano parlava in lingua urdu ai propri connazionali, indipendentemente dal fatto che fossero residenti in Italia o in Pakistan. Manifesto e provato il suo tentativo d’influenzarli in senso radicale, pubblicando immagini elogiative dei talebani in genere, ma più in particolare dell’organizzazione terroristica Tehrik-i-Taliban Pakistan (TTP), alla quale forse è affiliato.

Sul suo telefono, già sequestrato prima del fermo, sono stati scoperti dai Carabinieri del Ros video e fotografie, dal Faiz pubblicati e condivisi sui social, di campi di addestramento in Afghanistan. Ma non mancavano quelle di miliziani armati, di effigi di Osama Bin Laden e dei leader talebani. Faiz elogiava sistematicamente le organizzazioni jihadiste ed invitava i suoi interlocutori al martirio contro gli ‘infedeli’. 

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