Festa SS. Crocifisso 2023

Si svolgerà a Palo del Colle. Foto di copertina di Gaetano Racanelli

Vito Tricarico

Il Comitato Feste SS. Crocifisso di Auricarro, presieduto dal signor Sergio Disantarosa, il parroco don Giovanni Caporusso e il sindaco ing. Tommaso Amendolara, sono lieti di presentare il programma dei festeggiamenti in onore del SS. Crocifisso di Auricarro, patrono di Palo del Colle.

Lo annuncia anche il famoso ed altissimo campanile U Spiaun – lo Spione, con le sue campane dall’alto dei suoi quasi 50 metri, la cui base dell’estrema piramide porta scolpito : Deus homo factus est – Cristus rex – Venit in pace.

E’ una festa dedicata al Santo Patrono di Palo del Colle, che si articola in due momenti: Il giorno 3 maggio, annualmente, la Croce rinvenuta là dove ora sorge u casiedd d Crist, viene portata ad Auricarro, mentre nella domenica successiva alla Esaltazione della Santa Croce, quella stessa croce viene portata nella Chiesa Matrice di Palo e seguono i festeggiamenti nella città, con sante messe, solenne processione, luminarie, concerti musicali, fuochi di artificio, eventi culturali e gastronomici e tutto ciò che concorre a determinare il successo della festa grann di Palo del Colle.

In breve : Dopo la novena, domenica 17 settembre, solenne celebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo Giuseppe Satriano, seguita dalla processione per le vie della città.

Per le manifestazioni civili :

Venerdì 15 settembre: Schow your talent, contest musicale per giovani talenti.

Sabato 16 settembre : Chiese aperte “Palo e le sue storie”. Mostra concorso fotograficoL’opera dell’uomo tra istinto e ragione” a cura dell’Associazione U Spiaun presso Palazzo De Leone. Per le vie della città, “Sapori, canti e suoni” – Discoparty in piazza.

Domenice 17 settembre : Sveglia con una potente diana e giro per il paese della Bassa Banda Palo. Gran concerto bandistico Citta di Ceglie Messapica e Bassa banda Palo Ass. Guaccero Sangirardi. La sera Gran Galà lirico in piazza a cura Concerto bandistico Città di Ceglie Messapica, per finire con un grandioso spettacolo pirotecnico a cura Bruscella Raffaele e Pannarano.

Lunedì 18 settembre :  Concerto gruppo Terraross in piazza Santa Croce.

Ampia ospitalità per i forestieri che desiderano partecipare agli appuntamenti. In dettaglio il programma completo dei festeggiamenti.

La storia collegata alla festa :

Il rinvenimento della Croce ha un trascorso storico che ci riporta alla storia del Casale di Auricarro, un tempo difesa da una potente Rocca sul colle oggi denominato Monte della Croce.

Conobbe il suo massimo splendore nel periodo medievale, allorquando, il casale di Auricarrum, insieme a quello della vicina Palium, il 25 marzo 1269, venne concesso dal re di Napoli Carlo d’Angiò al miles Jean de Clary (Giovanni Clariaco) e ai suoi discendenti.

Da quella data alla sua distruzione avvenuta il 16 luglio 1349 ad opera di milizie ungheresi e bitontine,  passarono solo ottant’anni. Era in corso una guerra di lunga durata, causata dall’assassinio di Andrea, fratello del re Luigi d’Ungheria, che aveva sposato Giovanna d’Angiò, la regina di Napoli non estranea al complotto. La Terra di Palo era feudo di Niccolò Acciaiuoli, gran siniscalco del Regno di Napoli. Bitonto, invece, era feudo di Carlo di Durazzo, coinvolto nell’intrigo per uccidere il giovane Andrea e all’arrivo degli ungheresi, passò sotto il loro controllo.

Questo il motivo dell’opposto schieramento in campo, al quale si aggiunse il duro assedio di diciassette giorni cui venne sottoposta Bitonto. All’assedio parteciparono  auricarrini e palesi al seguito del condottiero Giovanni Pipino di Altamura. Nulla potendo contro Bitonto, seconda città delle Puglie, Giovanni Pipino si accontentò del pagamento di cento once d’oro e tolse l’assedio, col proposito di ritrovarsi il 15 luglio 1349 nel campo di San Leone per la pugna o per la sottomissione di Bitonto al suo comando. Per quella data il condottiero altamurano, abbandonato dalle sue milizie mercenarie passate al nemico, non si presentò all’appuntamento.

I bitontini, forti dell’aiuto ungherese e di molte compagnie sottratte al Pipino, decisero di attaccare Auricarro, sprovvista di cinta muraria. Giunta fulminea tale notizia al casale, i suoi abitanti abbandonarono repentinamente le loro case per rifugiarsi nella vicina fortificata Palo. Auricarro venne completamente distrutta e venne salvata la sola chiesa di Santa Maria della Croce, come dichiara notar Domenico da Gravina, partecipante a quella guerra e storico di quegli avvenimenti col suo Chronicon de rebus in Apulia gestis.

Oggi, sull’architrave del portone d’ingresso, si può leggere la significativa epigrafe: ECCLESIA SOLA SALVA. Nei giorni 17 e 18 luglio 1349, toccò a Palo subire l’assedio, dal quale uscì invitta. A ricordare quegli avvenimenti, ultimo in ordine di tempo, il mio romanzo Civitas Invicta.

Di seguito, il ritrovamento della Croce di Auricarro con le parole dello storico Francesco Polito, che così scrive nella sua “Per la storia di Palo”.

La tradizione narra: Un vecchio  contadino, durante una persistente siccità, zappettava un suo sassoso poderetto nella contrada che dopo si chiamò Monte della Croce, mentre suo figlio attendeva alla semina dei legumi. Il vecchio anzi, quell’anno non avrebbe voluto seminare per la secchezza della stagione, ma il figlio lo indusse sperando che, venuta la pioggia, potesse farsi un buon raccolto. All’ora della colazione, il vecchio, come usano i nostri contadini, si diede a cercare qualche pianta selvatica che facesse da companatico al pane; ma, sorpresa ! Tra gli arbusti striminziti di alcuni rovi, che si aggrovigliavano presso un grosso macigno, fiammeggiava bellissima una rosa. Al grido di meraviglia del vecchio, accorse il figlio e stupì anche lui. Non era posto di rose quello. E poi, così fresca e profumata! Dato quindi di piglio alla zappa, entrambi si diedero a scalzarne le radici, che si profondavano nel masso, per impadronirsi della pianta che faceva rose sì belle. Ma nell’atto che essa si sradicava, ecco apparire un crocifisso, il nostro Crocifisso. Era un nuovo prodigio! Un altro ancora ne seguì. Appena messo in salvo il Crocifisso, il cielo si coprì di  grosse nuvole e subito una forte pioggia abbondante ristorò la campagna, promettendo alla stagione propizia un pingue raccolto.

La voce del miracoloso ritrovamento, com’era naturale, si sparse subito da per tutto, onde sorse una contesa fra palesi e torittesi per stabilire il possesso del Crocifisso, giacché il posto ov’era stato rinvenuto, segnava il confine tra le due terre. A dirimere la contesa, si ricorse ad un mezzo allora in uso, quasi rivelazione della volontà divina.

Nello spiazzo di Auricarro, ov’era il cosiddetto lago e dove si partono le due vie divergenti, una per Palo e l’altra per Toritto, fu dato il via ad una coppia di buoi aggiogati ad un carro, i quali presero la via per Palo. Quivi dunque il Crocifisso voleva avere la sua dimora e quivi rimase alla venerazione e al culto dei palesi, che fin da quei tempi lo proclamarono loro principale protettore.

Questa la tradizione che ha qualche variante di poca importanza e di scarso interesse, che oggi abbiamo avuto occasione ancora di ricordare.  Così, da quel tempo, sul posto del ritrovamento della croce, venne costruito un trullo che ancora oggi viene denominato u casiedd d Crist  per tramandare la venerazione del Santissimo Crocifisso di Auricarro.

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