Ciliegie

Le ciliegie, una passione sfrenata fin da bambino. Un ricordo che lo accompagna nel giorno del compleanno ed alcune esecuzioni musicali che, nei “pezzi” di Roberto, non mancano mai.

Roberto Fabbriciani

Cari amici oggi desidero parlare delle ciliegie, il mio frutto preferito da maggio a luglio. La giornata inizia proprio con ciliegie a colazione. Le ciliegie mi danno gioia e questi giorni sono caratterizzati da questo frutto. 

Il nome italiano di ciliegia (conosciuto in toscano come ciriègia) deriva direttamente dal latino volgare ceresia. Nelle regioni italiane viene chiamata con nomi differenti: sardo (cerexa o ceriasa), romano (cerasa), lombardo (scirés), emiliano (srèsa), siciliano (cirasa), veneto (saresa), friulano (cjariese), Campania (ciras). Il termine latino proviene dal greco κέρασος (kérasos), derivante dalla città di Cerasunte nel Ponto (attuale Turchia) da cui, secondo Plinio il Vecchio, furono importati a Roma nel 72 a.C. da Lucullo i primi alberi di ciliegio.

Le ciliegie sono ricche di vitamina C e A che aiutano a proteggere la vista e contribuiscono al buon funzionamento delle difese immunitarie. Contengono inoltre acido folico, calcio, potassio, magnesio, fosforo e flavonoidi, sostanze importanti per la lotta ai radicali liberi.

Le ciliegie esistono in diverse varietà, in Italia possiamo distinguerle in due categorie: Tenerine (piccole, dal colore chiaro e dalla polpa tenera) e Duracine (grandi, dal  colore scuro e una polpa croccante).

Le varietà di ciliegie più note sono:

Ciliegia ferrovia, originaria della Puglia e molto diffusa, dalle dimensioni grandi, colore scuro e sapore dolce ed intenso;

Ciliegie di Puglia

Durone di Vignola, ciliegia emiliana grande, scura e dal gusto dolce;

Ciliegie di Vignola

Ciliegia di Marostica, dal colore rosso intenso, polpa croccante e sapore dolce;

Ciliegia di Marostica

Ciliegia Anella, dal colore rosso intenso, polpa soda e sapore medio-dolce.

Ciliegia Anella
Ciliegie di_Lari (Toscana)
Ciliegie della Val Venosta
Ciliegie di Osini (Sardegna)
Ciliegie della Val di Non
Ciliegie Ballerine
Ciliegie Lapins

Sono tanti i ricordi della mia infanzia legati alle ciliegie. Mi tornano in mente momenti di quando, da bambino, le coglievo direttamente dal ciliegio. I miei nonni mi davano una fetta di pane dicendomi di salire sul ciliegio a fare colazione. Indimenticabile!  

In Giappone mi ricordo la magica fioritura dei ciliegi!

Tokyo, fioritura dei ciliegi

I giapponesi sono soliti organizzare dei picnic sotto gli alberi di sakura; questa tradizione ha origini antiche e prende il nome di hanami (花見da hana, “fiore”, e mi, “guardare”). L’usanza dell’hanami risale al Periodo Nara (710-794); a quel tempo erano i fiori di pruno ad essere contemplati, ma la bellezza e i colori dei ciliegi iniziarono ad attrarre sempre più persone fino a diventare protagonisti indiscussi dell’hanami.

Il fiore di ciliegio è un fiore bellissimo, che spicca tra gli altri, ma è allo stesso tempo molto fragile: rappresenta la bellezza estetica e la rinascita.

Sakura – A Traditional Japanese Folk Song

Mi vengono alla mente il titolo dell’ultimo romanzo di Oriana Fallaci Un cappello pieno di ciliegie; il celebre “Duetto delle ciliegie” dall’Amico Fritz di Pietro Mascagni

e la canzone popolare “Ciliegi rosa

Dove ci sono ciliegie c’è festa!

Nella mia memoria di gioventù c’è stata una esperienza anche, direi… bruttina!

Fin da giovanissimo mi piaceva mangiarle direttamente sull’albero, soprattutto… di altri. Una mattina ero, in equilibrio precario, in cima ad un grande ciliegio quando, all’improvviso, ho sentito gridare: scendi giù! Era il padrone che mi puntava una carabina a sale. Non avendo scelta, mi feci coraggio e mi lanciai verso l’opposta sponda del ruscello che separava il campo. Il padrone sparò alle mie gambe una scarica di sale (avevo ancora i pantaloni corti). Quei segni sono visibili ancora oggi sulla mia pelle, ma grande fu la mia soddisfazione di scappare dalle mani di quel signore, legittimo proprietario delle ciliegie di cui… mi ero appropriato.

Mangiar ciliegie direttamente sull’albero e, magari, “rubarle” mi piace ancora. L’operazione ha un fascino e forse anche un sapore unico. Remo, mio amico di vecchia data, lo sa. Quando le sue ciliegie sono mature prepara la scala appoggiata al pedone dell’albero con una lanterna e aspetta che io vada a rubar le sue ciliegie notte tempo! Una gioia infantile ma intensa ed attuale.

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