15 anni fa moriva Giovanni Paolo II

Il “Papa della gente”, ancora ben presente nella memoria di tanti, cattolici e non solo, moriva il 2 Aprile di 15 anni fa

Maria Catalano Fiore

15 anni fa si congedava dal mondo un grande Papa ed un grande uomo, estremamente umile, pronunciando le seguenti parole: “Ringrazio tutti. A tutti chiedo perdono!”. Queste stesse dichiarazioni le ha poi ripetute anche nel suo testamento.
La Pandemia di questo periodo non ha permesso che si potessero svolgere a Roma le celebrazioni solenni, ma nei nostri cuori, nessuno, cattolico o meno, agnostico o praticante, ha dimenticato questa data.
Papa Bergoglio stamattina ha esordito nella sua omelia dicendo: “E’ stato un grande!”.
Non c’è altro da aggiungere.

Cinzia Montedoro

“Non abbiate paura!”

La paura, in questo momento storico, è nostra compagna di viaggio. È con noi mentre attraversiamo la tempesta, inaspettata e furiosa, uniti, stretti e abbracciati, seppur virtualmente, sulla stessa barca, chiamati a remare insieme e a confortarci.

Credo che nelle parole di Papa Francesco ci sia molto del messaggio dell’amato Giovanni Paolo II: uniti con coraggio senza avere paura. Lui, il Papa che ci ha insegnato a non avere paura; lui, un cardinale arrivato dalla “cortina di ferro”, dall’impero sovietico, da quando il mondo era ancora diviso tra i due blocchi politico-militari, e che ha retto un grande ruolo, non solo ecclesiale.

Come non ricordare la sua mano che batte il tempo ai cori da stadio urlati in tutte le lingue, durante i raduni delle Giornate Mondiali della Gioventù.

Un Papa prorompente con una figura mediatica potentissima, che ancora oggi, a distanza di quindici anni dalla sua morte, ci guida attraverso le sue parole e i suoi insegnamenti: Non “lasciatevi vivere”, ma prendete nelle vostre mani la vostra vita e decidete di farne un autentico e personale capolavoro!

Vito Longo

Karol Wojtyla, Giovanni Paolo II, è stato il Papa che ha segnato una svolta nella Chiesa.

Primo Papa non italiano dopo l’olandese Adriano VI, ben 455 anni prima, è amatissimo ancora oggi da quanti sono cresciuti sotto il suo pontificato e anche da chi, ancora troppo piccolo, lo ricorda comunque e lo apprezza per la straordinaria tenacia con la quale affrontò la malattia che lo debilitò gravemente negli ultimi anni di vita e per l’eccelso impegno ecumenico profuso durante gli oltre 20 anni da pontefice.

Proviamo a ripercorrere, rapidamente, gli avvenimenti principali della sua vita, ben consapevoli che servirebbero dei libri per poterne parlare approfonditamente.

Nasce il 18 Maggio 1920 a Wadowice, città distante circa 50 km da Cracovia.

1946

Sopravvissuto alla II seconda Guerra Mondiale, viene ordinato presbitero e subito si trasferisce a studiare teologia a Roma.

1958

È nominato vescovo ausiliario della diocesi di Cracovia.

1964

Papa Paolo VI lo nomina vescovo di Cracovia.

Agosto 1978

Partecipa al conclave che elegge Giovanni Paolo I, Albino Luciani, eletto Papa a 65 anni.

Ottobre 1978

Dopo appena 33 giorni, Papa Luciani muore improvvisamente e ad essere eletto pontefice è proprio Karol Wojtyla, divenendo, ad appena 58 anni, il 264° vescovo di Roma.

Celebri ed imperiture le parole pronunciate durante l’omelia della Messa di inizio pontificato: “Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo!”

1981

Ali Agca, un uomo turco, attentò alla sua vita. Il killer turco lo colpì tre volte all’addome rischiando seriamente di ucciderlo. Papa Giovanni Paolo II, tuttavia, sopravvisse e, dopo 2 anni, andò anche a trovare in carcere il suo attentatore.

1983-1984

Indisse il Giubileo straordinario della redenzione che culminò con l’indizione delle GMG (Giornata Mondiale della Gioventù).

1985

A Roma viene convocata quella che è la prima Giornata Mondiale della Gioventù che diventerà, da lì in poi, appuntamento fisso ogni due anni.

2000

Sempre a Roma, si tenne l’ultima GMG da lui celebrata.

Già da qualche anno aveva iniziato ad accumulare dolori e malanni fisici. Il morbo di Parkinson, in particolare, iniziò a menomarlo già nei primi anni ’90 costringendolo a ricorrere ad una sedia a rotelle o ad una pedana mobile, scegliendo, tuttavia, di rimanere Papa fino alla fine, accettando quella che reputava la volontà di Dio per lui che lo aveva voluto pontefice.

2 Aprile 2005

Il 2 Aprile del 2005 morì all’età di 84 anni seguito di un’infezione del tratto urinario, che gli fu fatale a causa delle sue già molto precarie condizioni di salute.

8 Aprile 2005

In una piazza san Pietro stracolma, con pellegrini che affollarono anche tutta via della Conciliazione, Joseph Ratzinger, braccio destro di Karol Wojtyla, eletto Papa pochi giorni dopo, celebrò la Messa del suo funerale.

Il 27 Aprile 2014, Papa Francesco, con la presenza anche del Papa emerito, Benedetto XVI, ossia quel Joseph Ratzinger che successe a Papa Wojtyla, avvenne la canonizzazione, ossia la dichiarazione di santità di una persona defunta, in netto anticipo sui tempi previsti di solito, accogliendo la preghiera-invito delle centinaia di migliaia di pellegrini giunti a rendergli l’ultimo omaggio al suo funerale.

Ricordato ancor’oggi e spesso usato come “termometro” dell’affetto della gente verso il Papa, ha vissuto una vita piena, anche travagliata, in diverse fasi della vita, soprattutto a causa dei continui problemi di salute, e ha sempre saputo regalare un sorriso o una preghiera, divenendo simbolo di speranza per il mondo.

Siamo certi che, anche tra altri 15 anni, il suo ricordo sarà ancora vivo e ben presente nei cuori di tanti.

Gianvito Pugliese

Pochissimo da aggiungere alle considerazioni, di per sè esaustive dei colleghi. Io quegli anni li ho vissuti e ricordo anzitutto la “primavera di Praga” ed il conforto morale che il promotore Alexander Dubček  ricevette tanto dal primate di Cecoslovacchia che da Karol Wojtyla all’epoca Cardinale in Polonia. Fu sempre attento non solo ai bisogni spirituali del suo “popolo”, ma di tutto il popolo. Fu anche grazie al suo impegno politico se molti partiti socialisti dell’est si convertirono all’europeismo rinnegando il patto di Varsavia. Tutto culminerà con la caduta del muro di Berlino, cosa che ovviamente non fu perdonata a Wojtyla. Ovviamente non parliamo del muro che avrà fine nel novembre del 1989, ma l’appoggio a Lech Wałęsa, che porta nella politica polacca una ventata di europeismo e di dialogo tra socialisti “umani” e cattolici. Così come è stato già ricordato il 13 maggio del 1981 un turco, Ali Agca, che si scoprirà essere tra i killer dei lupi grigi, attenterà alla sua vita. Non ci vorrà molto per scoprire che i lupi grigi venivano utilizzati dai servizi bulgari per le operazioni più sporche ed inconfessabili all’estero. E che i Servizi bulgari fossero principalmente, se non esclusivamente, al servizio del russo KGB, non certo un gran segreto. Certo prove non ce ne furono. Papa Wojtyla, anni dopo confesserà e benedirà il suo attentatore, ma ovviamente nulla è mai trapelato di quella confessione. Il segreto, da vero sacerdote, se l’è portato lassù tra i Santi tra cui siede.