Il caffè con il lettore

“La nuova narrazione in Rai? L’inizio della fine”. Questa la lettura di Fabio Fazio

Gianvito Pugliese

Chi voleva punire Fabio Fazio del suo essere “uomo di sinistra”, imponendo alla Rai di dismettere l’unica sua trasmissione di tale successo da procurare più soldi del suo costo, sarà rimasto deluso. Ovviamente, tra gli amici degli amici, o se preferite i compagni di merenda, non ammetterà il flop, ma muterà la sua Waterloo in vittoria epica ed epocale.

Sta di fatto che Fabio Fazio, con un umano senso di rivalsa nei confronti del suo o dei suoi carnefici, si gode il successo del suo «Che Tempo Che Fa» sul Nove. “Il talk show della domenica sera vola negli ascolti, con punte di oltre 2 milioni di telespettatori” ha scritto un Collega e Fazio è divenuto in una settimana il re della nove, avendo quintuplicato il record di ascolti della rete televisiva e registrandone quanti mai il Nove è riuscito a portare a casa,

Il più noto e gradito conduttore di talk show (ndr, salotti televisivi) non potrebbe dimenticare “il modo in cui è stato scaricato dalla Rai con un rinnovo del contratto mai arrivato e le continue punzecchiature da parte dei politici dell’attuale governo” scrive sempre lo stesso Collega che ritiene che “a spingere Fazio verso l’addio anche la scelta del nuovo esecutivo di avviare una «nuova narrazione» sul servizio pubblico”

Per Fazio “Quello è stato l’inizio della fine, quando ho sentito “nuova narrazione” ho capito cosa sarebbe successo La nuova narrazione non voleva dire certamente la narrazione di cui aveva bisogno il pubblico (…) Il servizio pubblico è patrimonio di tutti. Anche mio, a maggior ragione adesso che sono solo un utente. Mi dispiace molto e penso che la tv pubblica debba avere un ruolo importante, che non è un ruolo di prevaricazione e predominio ma un luogo dove costruire una piazza per tutti

Parole equilibrate ma dure e destinate nel tempo a far male. quando l’auditel ed il bilancio Rai, disastrati da questa politica intesa a favorire Mediaset e null’altro, da epurazioni bulgare di berlusconiana memoria (il caso Enzo Biagi è un’incancellabile bestialità) saranno tra le cartine di tornasole di un fallimento totale della destra e della sua politica, che ormai non è solo annunciato, ma sta maturando i frutti dei semi interrati dagli addetti ai lavori del ristretto gruppetto di meloniani che contano.

Fabio Fazio, che è oggi cinquantottenne, ipotizza un suo prossimo ritiro dagli schermi televisivi: “Questi quattro anni nella nuova casa che mi ospita penso siano gli ultimi quattro anni della mia carriera“, e chi ha brindato per questa dichiarazione e urlato sorridente “missione compiuta”, si ridimensioni. E certo che Fazio e la sua redazione, Litizzetto in primis, sono motivatissimi a vivere e far vivere quattro anni di successi senza precedenti ed a chiudere in bellezza col classico canto del cigno.

A domani.

Per seguirci su Facebook mettete il “mi piace” sulla pagina La Voce News o iscrivetevi al gruppo lavocenews.it. Le email del quotidiano: direttore@lavocenews.ito info@lavocenews.it.