Il 6 maggio del 2013 muore Giulio Andreotti

Oggi, nono anniversario della scomparsa

Nunzia Zampino

Giulio Andreotti, uomo politico democristiano, giornalista e scrittore, è stato 7 volte presidente del consiglio e 21 volte ministro, in numerosi dicasteri. Più frequentemente agli Esteri.

Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, dall’ età di 28 anni, nei governi di Alcide De Gasperi e di Giuseppe Pella, nel 1946 venne eletto deputato nella lista della Democrazia Cristiana per il collegio del Lazio, dove dal 1948 al 1987 fu confermato parlamentare alla Camera dei deputati.

giovanissimo Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio

Nel giugno del 1991 fu nominato senatore a vita. E’ stato uno delle figure politiche italiane di maggior rilievo a partire dal secondo dopoguerra, assai spesso al centro di importanti polemiche e delle principali vicende dalla politica nazionale a quella internazionale.

Aveva una personalità complessa e poliedrica. Alle capacità di statista associò doti di scrittore e giornalista. Molto ironico, fu autore di celebri aforismi.

Andreotti nasce a Roma il 14 gennaio del 1919, da Filippo. maestro di scuola elementare, morto quando Giulio aveva appena tre anni, e da Rosa Falasca. Ultimo di tre figli ha condotto una vita normale, come tutti i ragazzi. Scuole elementari, medie, ginnasio, liceo. Si è laureato in Giurisprudenza con una laurea in diritto canonico, all’università “La Sapienza”, altre lauree le ricevette ad honorem da Università di tutto il mondo.

Fece parte della federazione della FUCI (federazione degli universitari cattolici) e assunse la condirezione della rivista “azione fucine” su designazione di Pio XII.

Lasciò la presidenza della FUCI nell’agosto del 1944 per dedicarsi all’impegno politico. Da Sottosegretario alla presidenza in poi è stata sempre un escalation fino a diventare ministro degli Esteri e Presidente del Consiglio.

E’ stato anche indagato in diverse occasioni, a partire dallo “scandalo Giuffre”: il 27 marzo 1993 la richiesta di autorizzazione a procedere da parte della procura di Palermo che lo sospetta di complicità mafiosa. Poche settimane ed arriva un’altra accusa, quella di essere il mandante dell’omicidio del giornalista Mino Pecorelli. Dopo anni di attacchi per tutti questi casi l’assoluzione.

Non lo ha mai abbandonato la passione per i libri e la lettura. Ha protetto e sostenuto con la sua autorevolezza politica svariati premi letterari, in alcuni dei quali si è prestato anche a fungere da componente della giuria.

Tra le maggiori accuse ad Andreotti, oltre quella di proteggere la mafia, che peraltro non ha mai trovato riscontro nella sua attività parlamentare, quella di essersi costruito un’archivio personale, contenente stori, vita e miracoli, di chiunque avesse qualche potere nei Paesi che contano. Si è sempre sospettato, ma mai provato che l’archivio contenesse prove a carico di molti “potenti” che. quindi, aveva nelle mani.

Dopo la sua morte non se n’è trovata traccia. Alcuni affermano che sia stato distrutto dalla sua fedelissima segretaria di una vita.

Possiamo concludere che Giulio Andreotti ha avuto un’intensa vita sia politico, ricoprendo le più alte cariche dello Stati, sia come scrittore e mecenate di premi letterari, che come giornalista, attività quest’ultima che avrebbe favorito la nascita dell’ “archivio dei misteri”. Scompare il 6 maggio del 2013.

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