Oggi stampa diametralmente divisa

L’orientamento politico dei giornali oggi si fa sentire con particolare decisione

Gianvito Pugliese

La carta stampata, così come i giornali online, di cui questo quotidiano fa parte integrante, oggi sono diametralmente divisi, anzi più esattamente spaccati tra chi fotografa, con fredda determinazione, lo sfaldamento di questo governo e di questa maggioranza, incapace di gestire la questione “migranti”, e tantomeno di gestire accordi e soluzioni a livello europeo, e chi cerca di nascondere l’immondizia sotto il tappeto con descrizioni e ricostruzioni tra il fantasioso ed il patetico.

Prima di passare al ragionamento ed alle conclusioni, una breve sintesi delle due posizioni: Corriere della Sera “Migranti appello all’Onu” e nell’occhiello la totale spaccatura tra la linea Meloni e quella Salvini, La Repubblica “Migranti, l’Italia resta sola”, La Stampa -la più incisiva, il sangue non è acqua e Massimo Giannini fa la differenza- “Migranti, 6 italiani su 10 ora bocciano il governo”, Avvenire “Migranti, stallo Ue”, Domani “Su migranti e cpr governo va in tilt…”. Dall’altro lato (che possiamo definire i filo governativi o filo maggioranza) Libero “Guerra agli scafisti”, Il Giornale “Meloni: ONU sveglia” e nell’occhiello l’assenza della premier italiana alla cena data da Biden, La Verità, dopo un attacco a Mattarella, “Ecco due miliardi l’anno per pagare, il metodo Austalia anti migranti”. Tutto o quasi il resto della stampa si attesta sullo stesso problema salvo due fuori dal coro: Il Fatto Quotidiano “Ora Santanchè teme l’accusa di bancarotta” e l’Unità “Passerella di Conte a Lampedusa (e si conferma il degno vice di Salvini…).

Una divisione che manifesta sostanzialmente un ottimo stato di salute della loro autonomia e della stessa democrazia nel nostro Paese. Totalmente diverso il giornalismo televisivo che conta, appiattito tra la berlusconiana Mediaset e la Rai, passata sono il controllo totale e spietato del governo e della sua maggioranza. Tale è l’epurazione dei migliori giornalisti del Pese, rei di non essere allineati. Una cosa francamente inconcepibile in un Paese democratico. Roba da repubblica delle banane.

Sembra. comunque, di trovarsi dinanzi ad un caso tipico di “legge del contrappasso”, La migrazione e la guerra ai migranti, cavallo di battaglia della campagna elettorale alle politiche del centrodestra, o se preferite destra-centro, oggi si ritorce decisamente contro chi sull’odio verso i migranti aveva costruito la propria fortuna elettorale. Ci hanno detto che era il Governo Draghi, così come il precedente Conte II a costituire “attrattiva” per i migranti, a causa della loro disponibilità all’accoglienza. I numeri, per loro natura impietosi, hanno dimostrato l’esatto contrario e, con l’avvento del Governo Meloni, gli sbarchi si sono più che moltiplicati.

Stendiamo un velo pietoso, per carità di Patria, sui tristi e truci fatti che portarono alla strage di Cutro, con la Gdf (Guardia di Finanza) che smentisce la Guardia Costiera e una domanda essenziale messa a tacere: “Chi ordinò alla Guardia Costiera di tenere quel comportamento”? Sta di fatto che questi signori non hanno capito che nulla può fermare chi muore di fame e malattie e di fame ed assenza di cure vede morire le proprie creature. I migranti sanno perfettamente quante probabilità hanno di affogare, ma la totale disperazione li spinge ad intraprendere quelle pericolosissime traversate. E non c’è governo, blocco navale ed altre castronerie del genere, capace di arrestarli. Occorre risolvere i loro atavici problemi, acuiti a dismisura dalla crisi climatica, di cui i Paesi industrializzati sono i primi e maggiori responsabili. E non è cosa che si fa in quattro e quattro otto con la bacchetta magica, come ci stanno spacciando da alcuni mesi. Gli accordi bilaterali con Libia, Tunisia… portano solo qualche euro sporco di sangue nella tasche di qualcuno, qualche barile di petrolio a prezzo di liquidazione, ma null’altro: si muore di stenti e malattie e si continuerà a morire come prima. E questa, al paese mio, si chiame “strage”, se non “genocidio”. Scegliete Voi, care lettrici e lettori.

A differenza di tanti ciarlatani che sventolano soluzioni miracolistiche per sporco tornaconto, non ho soluzioni immediate e miracolose. Se la voce di Papa Francesco in proposito si sperde nel deserto dell’aridità dell’animo umano, non credo di poter urlare più forte e più autorevolmente di Lui. Sta di fatto che dovremmo riportare alla guida dei Paesi del mondo veri statisti e non politicanti da strapazzo. Solo gli statisti sanno prevedere e lavorare per il futuro e per le generazioni a venire. Quelli che vedo in giro, dal mio municipio ai vertici delle grani potenze mondiali non sono neanche l’ombra di uno statista.

Le soluzioni dei grandi problemi mondiali possono essere indicate solo da grandi uomini non da minuscoli “quaquaraquà”, prendendo in prestito la definizione del grande Leonardo Sciascia.

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