Il cambiamento climatico e le tempeste mortali nella “Tornado Alley”

Il maltempo di domenica ha provocato tre morti negli Stati Uniti centrali. Una devastante nube a imbuto si è abbattuta su un quartiere della città di Greenwood in Indiana, la situazione sembra destinata a peggiorare.

Rocco Michele Renna

Più di 50 persone sono morte nelle ultime due settimane a causa di una serie di tornado mortali che hanno colpito gli Stati Uniti. In un’abitazione dell’Indiana, un tornado ha ucciso un uomo e ferito sua moglie. La casa è stata colpita domenica sera in una zona rurale della contea di Martin, nel sud dell’Indiana. Un funzionario della contea ha riferito che la donna ferita è stata trasportata in elicottero in ospedale. Un altro tornado ha colpito la periferia sud di Indianapolis, danneggiando almeno 75 case senza causare feriti. In Arkansas, KTHV-TV ha riportato che due persone sono state uccise e una terza è rimasta ferita quando un albero è caduto su una casa a Carlisle.

I tornado sono principalmente concentrati nella regione nota come Tornado Alley, che si estende dal Texas al Sud Dakota. Questa regione è più suscettibile ai tornado a causa dell’interazione tra sistemi a bassa pressione, che attirano aria calda e umida dal golfo del Messico, e aria fresca e secca proveniente dalle Montagne Rocciose. Tuttavia, il cambiamento climatico sembra far peggiorare le tempeste mortali nella Tornado Alley.

I tornado sono colonne d’aria strette che ruotano violentemente e si estendono dal temporale al suolo. Si formano all’interno di tempeste supercelle che presentano una corrente ascensionale rotante al loro centro. Man mano che la tempesta si sviluppa, questa colonna d’aria inclina, sollevando aria calda e umida. Nel frattempo, l’aria fredda viene spinta verso il basso, creando una pressione concorrente che spinge la nuvola a imbuto a toccare il suolo, formando la caratteristica forma a “cono” del tornado.

Schema di un tornado

I tornado si verificano in tutto il mondo, ma sono più comuni negli Stati Uniti, rappresentando circa il 75% dei tornado globali, con una media di circa mille all’anno. Sebbene la maggior parte dei tornado sia innocua e di breve durata, i più distruttivi possono persistere per ore, coprire lunghe distanze e raggiungere velocità di 480 km/h. In condizioni meteorologiche estreme, come ondate di caldo, il cambiamento climatico può essere un fattore decisivo.

Sebbene il collegamento tra il cambiamento climatico e i tornado non sia ancora completamente chiaro, alcune ricerche suggeriscono che i modelli meteorologici in evoluzione potrebbero rendere i tornado più frequenti. Uno studio dell’American Meteorological Society prevede un aumento del 6,6% nel numero medio annuale di supercelle che colpiscono la costa orientale degli Stati Uniti entro il 2100.

Questo aumento potrebbe essere attribuito in parte al riscaldamento delle temperature. Le tempeste si formano quando l’aria calda e umida vicino al suolo interagisce con l’aria secca e fredda ad altitudini superiori. Con un aumento previsto di 1,5 gradi Celsius nelle temperature globali rispetto ai livelli preindustriali entro un decennio, ci sarà un aumento dell’instabilità atmosferica dovuto a una maggiore presenza di aria calda vicino al suolo. Di conseguenza, si prevede un aumento delle tempeste e dei tornado. Gli scienziati mettono in guardia sul fatto che eventi catastrofici come questi potrebbero diventare sempre più mortali con il continuo riscaldamento globale del clima.

“Si dice che il minimo battito d’ali di una farfalla sia in grado di provocare un uragano dall’altra parte del mondo”. Questa frase, dal film “The Butterfly Effect” del 2004, non deve spaventarci, anche se riflette la realtà.

La guerra in Ucraina sta aggravando la crisi climatica, poiché le emissioni globali di gas serra stanno raggiungendo livelli record. Un rapporto di esperti ha calcolato l’impatto totale del conflitto sulle emissioni di CO2. Una versione preliminare del rapporto era stata diffusa nel novembre 2022 e indicava che, nei primi sette mesi di guerra, le emissioni ammontavano a circa 100 milioni di tonnellate di CO2 equivalente. Tuttavia, il rapporto preliminare avvertiva che non erano stati ancora presi in considerazione alcuni impatti e che le cifre potessero sottostimare il vero livello di emissioni.

La versione finale del rapporto, presentata questa settimana durante la conferenza delle Nazioni Unite sul clima a Bonn, conferma tale previsione. I primi 12 mesi di guerra porteranno a un aumento netto di 120 milioni di tonnellate di gas serra, equivalente alla produzione annuale di CO2 di un paese come il Belgio. I ricercatori hanno esaminato diversi fattori che contribuiscono alle emissioni, inclusi il consumo di carburante dei veicoli, gli incendi boschivi e i cambiamenti nell’uso dell’energia in Europa. Hanno anche considerato il costo della futura ricostruzione di edifici e infrastrutture.

In sintesi, la guerra in Ucraina sta aumentando le emissioni di gas serra, aggravando ulteriormente la crisi climatica già in corso. Questo rapporto evidenzia l’importanza di adottare misure urgenti per ridurre le emissioni globali e affrontare i conflitti che contribuiscono al cambiamento climatico.

Sembra anche che la “cintura” dei tornado si stia spostando verso est, città come Atlanta, Charlotte e Nashville potrebbero presto essere incluse nella triste lotteria. Bisogna agire rapidamente e studiare misure di mitigazione e adattamento strutturale per attenuare gli effetti negativi a lungo termine.

Gli impatti dannosi del riscaldamento globale stanno ostacolando i progressi verso lo sviluppo sostenibile. Pertanto, è fondamentale incrementare la produzione di energia pulita e ridurre l’utilizzo di combustibili fossili al fine di ridurre le emissioni del 45% entro il 2030.

Per seguirci su Facebook mettete il “mi piace” sulla pagina La Voce News o iscrivetevi al gruppo lavocenews.it. Contatti: direttore@lavocenews.it o info@lavocenews.it. Grazie.