Il caffè con il lettore

Hamas, dopo il colloquio del magnate con Netanyahu, chiede ad Elon Musk di visitare Gaza (in foto Reuters le distruzioni)

Gianvito Pugliese

Un fatto accaduto nel mondo che credo opportuno discutere con Voi, consumando insieme il nostro aromatico caffè, rigorosamente fumante, è la proposta che un alto funzionario di Hamas ha formulato ad Elon Musk di visitare la Striscia palestinese di Gaza, per rendersi conto in prima persona della distruzione causata dai bombardamenti israeliani.

Hamas Osama Hamdan (il dirigente di Hamas) in una conferenza stampa a Beirut ha dichiarato: “Lo invitiamo a visitare Gaza per vedere la portata dei massacri e delle distruzioni commesse contro il popolo di Gaza, nel rispetto degli standard di obiettività e credibilità“. Lunedì Elon Musk aveva visitato il luogo dell’assalto di Hamas a Israele ed offerto il suo impegno “a fare tutto il necessario per fermare la diffusione dell’odio”.

Hamdan, il giorno successivo alla proroga della tregua per 48 ore tra Hamas ed Israele, ha dichiarato: “In 50 giorni, Israele ha sganciato più di 40.000 tonnellate di esplosivo sulle case degli indifesi abitanti di GazaChiedo al presidente americano Biden di rivedere le relazioni degli Stati Uniti con Israele e di smettere di fornirgli armi”. Ha poi chiesto alla comunità internazionale d’inviare squadre specializzate di protezione civile per contribuire a recuperare i corpi intrappolati sotto le macerie, stimati dal ministero degli Esteri palestinese, in migliaia di persone.

Ci permettiamo di ricordare che il 7 ottobre Hamas, in un attacco che “stranamente” colse di sorpresa l’esercito con la stalla di David ed il Mossad, uccise -secondo Israele-  1.200 persone e portato a Gaza circa 240 ostaggi. In risposta Israele ha bombardato ripetutamente l’enclave uccidendo -secondo i sanitari palestinesi- oltre 16.000 abitanti di Gaza. dato che l’Onu ha dichiarato “attendibile”.

Permettetemi di offrire alla nostra riflessione un ultimo dato. Il Presidente turco Erdogan ha da poco chiesto all’Onu di far processare dal Tribunale internazionale dell’Aia per crimini di guerra Israele. Erdogan non fa mistero di considerare la strage di palestinesi come una puntata del genocidio del popolo palestinese per mano israeliana.

Onestamente è difficile, alla luce dei dati di cui disponiamo dar torto ad Erdogan, anche se non possiamo fare a meno di ricordare che la Turchia di Recep Tayyip Erdoğan non è che sia stata e sia più dolce d’Israele quando si tratta del popolo curdo. Una brutta pagina per l’occidente, I curdi furono utilizzati dall’ occidente nella “guerra” al terrorismo medio orientale e decisivi per infliggergli sonore sconfitte e ridimenzionarne significativamente la forza. “Passato il Santo, passata la festa” sin usa dire dell’umana ingratitudine. Poco dopo quando Erdogan ha cominciato il loro sterminio nessuno ha mosso un dito, se non a chiacchiere vuote.

L’Onu credo abbia una grossa responsabilità omissiva nel non fermare con la minaccia dell’Aia la furia devastatrice di Netanyahu, che francamente oggi fa invidia a Putin ed alla sua “operazione militare speciale per denazificare e smilitarizzare l’Ucraina“. E la verità ultima è che il grosso ostacolo alle iniziative concrete dell’Onu sono gli Stati Uniti di Joe Biden. Gli Usa hanno un posto nel consiglio di sicurezza e, quindi il diritto di veto sulle iniziative dell’Onu e finché Netanyahu potrà contare sull’appoggio di Biden potrà disporre di un’assoluta immunità presso l’Onu.

Hamdan ha chiesto espressamente a Biden di cessare di fornire armi ad Israele, ma ha chiesto pure di mutare la politica di “rivedere le relazioni con Israele“. Faceva riferimento anche alla protezione Usa nella comunità internazionale? Penso di si e penso anche che Hamas, che ha senza dubbio una feroce componente terroristica, non sia solo quello, come Israele ce la descrive, complice la stampa occidentale, sensibile ai finanziatori ebrei, diffusi in tutto l’occidente che conta. Esiste anche un ramo che tende ad istituzionalizzare l’organizzazione e, quantomeno, limitare la portata delle iniziative terroristiche.

A riprova di questa affermazione, che ci trova in splendida solitudine, le trattative di tregua che i media ci hanno riferito partire da Gaza e trovare la resistenza del governo israeliano, in realtà addolcito e costretto a più miti consigli dalle iniziative di mediazione del segretario di stato americano Antony Blinken, “l’uomo che sussurrava a Biden” e quotidianamente rimedia ad errori del Presidente, i cui anni si fanno sentire troppo spesso.

Capisco che oggi in nostro caffè andrà di traverso a più di uno, ma continuo a ritenere che la totale sincerità e non nasconder nulla nelle nostre chiacchierate, è quello che fa de lavocenews,it un quotidiano di tutto rispetto.

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