Il caffè con il lettore

Giallo in Vaticano: Papa Francesco ha usato la parola genocidio per descrivere l’attuale via crucis dei palestinesi?

Gianvito Pugliese

L’unico che potrebbe mettere la parola fine alla polemica accesasi tra la delegazione di palestinesi ricevuti dal Papa ed il Vaticano è proprio Papa Francesco che, contrariamente alle sue abitudini, misteriosamente, ma non troppo, tace.

I dieci palestinesi che hanno incontrato Papa Bergoglio sostengono che Francesco abbia usato la parola genocidio. Il Vaticano, probabilmente sollecitato dal rabbino capo della comunità ebraica romana o chi per lui, sostiene che i termini usati da Papa Francesco siano diversi e nega categoricamente che abbia pronunciato quel sostantivo.

Lo scontro, se di scontro si può parlare, è esploso nella conferenza stampa pomeridiana di mercoledì, che ha fatto seguito all’udienza papale. Da precisare che il Papa, dopo l’incontro con i dieci delegati palestinesi, aveva incontrato i parenti degli ostaggi israeliani.

Shireen Awwad Hilal, un palestinese in udienza dal Papa che insegna al Bethlehem Bible College: “Era molto chiaro, la parola genocidio non è venuta da noi. È venuta da Sua Santità, Papa Francesco“. Contesta, immediatamente la sua affermazione un comunicato del portavoce vaticano Matteo Bruni, che per inviarlo coglie l’occasione di una domanda precisa di un Collega. Vi si legge: “Non mi risulta che lui (il papa) abbia usato una parola del genere. Ha usato termini espressi durante l’udienza generale e parole che in ogni caso rappresentano la terribile situazione che si vive a Gaza

I Colleghi sentono odore di baruffa e mettono sotto torchio Hilal che dichiara: “Eravamo tutti lì. L’abbiamo sentito e nessuno ha problemi di udito”, chiaramente chiamando a testimoni i suoi connazionali presenti.
Riassumendo, anzi sintetizzando in breve: Hamas attacca Israele il 7 ottobre, uccide 1.200 persone e prende circa 240 ostaggi. Fonte dei dati Israele, che risponde e nei suoi attacchi perdono la vita 14.000 abitanti di Gaza, di cui il 40%, cioè circa 5600, bambini, dati forniti dai saniari di Gaza e ritenuti attendibili dalle Nazioni Unite.

Nell’udienza generale, sempre di ieri il Papa aveva detto: “Questo è ciò che fanno le guerre. Ma qui siamo andati oltre le guerre. Questa non è guerra. Questo è terrorismo”, invocando poi preghiere perché le parti “non vadano avanti con passioni che, alla fine, uccidono tutti”.

Raphael Schutz, ambasciatore israeliano in Vaticano, non si è pronunziato sulle parole del Papa ma ha affermato con forza: “C’è una semplice distinzione, una parte uccide, stupra e non si preoccupa di quelli dalla propria parte. L’altra parte è impegnata in una guerra di autodifesa“. Francamente, l’autodifesa con 14mila morti contro 1200 è insostenibile, ma il diplomatico fa la sua parte. Della serie “tutti teniamo famiglia”.

Parliamoci chiaramente ed obiettivamente: ammesso che il Papa abbia usato la parola genocidio per descrivere quanto sta avvenendo a Gaza, non significa che lo abbia adoperato in senso tecnico-giuridico, cioè di un crimine di guerra -tra i peggiori- in cui uccisioni e massacri sono finalizzati a far estinguere un popolo, o lasciare in vita pochi esseri sparsi. Genocidio lo si può usare anche, impropriamente come sinonimo di massacro, sterminio e simili, tutti termini che non descrivono comunque situazioni umanamente e cristianamente tollerabili.

Non escudo, peraltro che Papa Francesco, aduso ai termini forti ed ai discorsi senza peli sulla lingua, abbia usato la parola genocidio in senso strettamente tecnico. Per dirla tutta, il pallino di Netanyahu di appropriarsi della striscia di Gaza è ormai divenuto antico e non è realizzabile finché la Striscia è abitata dai palestinesi, ergo…, visto che non sono disposti a sloggiare, la soluzione alternativa è …

Tra Ucraina e Gaza, viviamo proprio in un brutto mondo e al loro fianco esistono tantissime situazioni oscure, che non sono sotto i riflettori mediatici, ma dove le popolazioni vivono e subiscono atrocità anche peggiori, se è possibile graduare e distinguere in autentici inferni.

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