Mi vergogno di essere pugliese

Coldiretti Puglia contro le sanzioni a Putin. Ma come, ci ha pure donato la statua di San Nicola?

Gianvito Pugliese

Pugliese lo sono di nome e di fatto, in quanto nato e vissuto prevalentemente a Bari, capoluogo della Puglia e per il cognome che porto.

Non è certo del mio cognome che mi vergogno. Non ne ho ragioni. Mio padre è stato, nonostante lo strumento “avaro” che aveva scelto di studiare, il corno, uno dei più grandi strumentisti e solisti di quello strumento che il Paese abbia avuto. Primo corno della Scarlatti di Napoli, il gioiello delle orchestre Rai dei tempi in cui la cultura, anche quella musicale, aleggiava a viale Mazzini, è stato protagonista da solista di numerose tournées della Scarlatti, dalla Francia al Cairo, dalla Persia, ospiti dello Scià, agli Stati Uniti. Un episodio per tutti. Il grandissimo compositore contemporaneo Paul Hindemith, fra i maggiori del panorama musicale del ‘900, gli dedicò il suo arcinoto concerto per corno e Orchestra, scritto pensando all’esecuzione che mio padre gli avrebbe dato ed eseguito per la prima volta proprio dalla Scarlatti con solista Filippo Pugliese. Con Nino Rota direttore, diede vita ad una significativa scuola di strumenti a fiati al Conservatorio Piccinni e a Nino Rota, per sua stessa volontà, subentrò come direttore artistico alla guida della Fondazione Concerti Piccinni, nata come società dei concerti dell’omonimo conservatorio.

Sotto la targa stradale di papà

Permettetemi un particolare. Un’amministrazione comunale che fu di Gioia del Colle, paese ad una trentina di Km. da Bari, a metà strada sulla ss. Bari-Taranto, gli ha dedicato, in quanto grande gioiese, una strada. Non seppi nulla e non andai all’inaugurazione (sono il suo unico figlio). quando poi ne ebbi contezza, andai subito a vedere la strada intitolata a mio padre. Ebbene percorrendo il corso da cui partiva Via Filippo Pugliese trovai che la parallela che la precedeva era Via Nino Rota. Sarò stato un cretino, ma mi si accaponò la pelle. Ai due che erano stati vicini per tutta una vita, dedicate due strade parallele e limitrofe. Da non credere. Ovvio che Gioia dedicò Via N.Rota al grande compositore italiano e Via F.Pugliese, al grande musicista onore e vanto di quel paese che gli diede i natali. Ironia delle sorte, il Premio Filippo Pugliese, organizzato da questa testata, non ha trovato accoglienza dall’attuale amministrazione di Gioia del Colle per una serata in loco. Me lo riferisce Maria Catalano Fiore, capo cronaca cultura di questa testata, ideatrice e coordinatrice del Premio. “Chi ha colpa del suo mal pianga se stesso!”. E’ Gioia che perde, non noi.

Escluso, dunque che sia stato il mio cognome a procurarmi vergogna, evidentemente qualche pugliese, persona o istituzione, l’ha fatta così grossa da procurami quello sgradevole effetto.

Ed, infatti ho ricevuto e letto un comunicato della Coldiretti Puglia, peraltro pubblicato su un blog VideoAndria.com, che mi ha lasciato annichilito ed anche molto di più. Già il titolo era tutto un programma: “Addio a 106.000 turisti russi in Puglia, perdono anche olio e vino”. A primo acchito orrore e disgusto per qualcosa della mia terra, che amo più di me stesso e che il più delle volte mi rende orgoglioso. Chiariamo subito, in Ucraina stanno morendo bambini, donne, vecchi e civili inermi come mosche, aggrediti vilmente, da criminali di guerra incalliti (la Cecenia tra il 1999 ed il 2000 fu rasa al suolo e tutti i non fllo-russi “eliminati”), e c’è chi non trova altro da dire “Addio a 106.000 turisti russi…..” e mette il lutto, non per quei morti, ma per olio e vino che non sarà comprato. E poi si scopre, nello stesso comunicato, che gli arrivi anti Covid erano stati 31.554. E i 106.000? Forse le transazioni, alberghi, ristoranti, bar, acquisti vari. Senno i 74.500 non arrivati come si trovano qui? La Coldiretti Puglia, salvo che il blog abbia capito tutto al contrario, ma non mi sembra, lamenta che ” in epoca pre-Covid il turismo dalla Federazione Russa  generava  31.554 arrivi e 106.409 presenze in Puglia, regione italiana con forti rapporti con la Russia, suggellati dalla visita dello Zar alla città di Bari nel 2007, dopo che nel 2003 Putin aveva donato la statua di San Nicola, patrono della città venerato da oltre due milioni di fedeli in Russia, con una targa che richiama i “legami plurisecolari” con Mosca: Per la Puglia – sottolinea la Coldiretti regionale – si tratta di una perdita importante anche perché i visitatori da questo paese hanno tradizionalmente una elevata capacità di spesa“.

A prescindere dalla maiuscola dopo i due punti, “Mosca: Per la Puglia”. La Coldiretti, se non è stata fraintesa dal blog, spieghi, più che a me o alla testata che dirigo, ai tanti nostri lettori quale interesse aveva a sostenere cose che non stanno né in cielo, né in terra. E’ pura male fede o totale fallacità introdurre nell’argomento un rapporto di causalità tra turisti che non arrivano e sanzioni. Pure se fosse, poca cosa a fronte di carneficine quotidiane e stragi di civili disarmati sia dal cielo che da terra in Ucraina, ma è una affermazione assurda. Lo scorso anno il Covid fermò quei flussi turistici e quelle esportazioni. Domandina semplice, semplice: “Coldiretti Puglia dove avete letto che il Covid in Puglia non c’è più”. Siccome, pubblichiamo quotidianamente oltre al Bollettino nazionale quello della Regione Puglia in materia di Covid-19, gli oltre ottomila casi di avantieri nella nostra Regione non si sono mai visti prima. Non diciamo sciocchezze o falsità (delle due una, scegliete Voi) è la pandemia, che purtroppo non è affatto finita, che avrebbe prodotto la fotocopia dei dati negativi registrati nell’anno precedente.

Ed a questo punto discutiamo di quelle sanzioni. Lo sanno pure i bambini che le sanzioni tagliano le gambe al destinatario, ma fanno soffrire anche il mittente. Non è nè accettabile nè umano che sulla bilancia della Coldiretti Puglia migliaia di vittime ucraine pesino molto meno di non si sa quanto olio e vino acquistato da turisti, che come abbiamo spiegato, sanzioni o no. comunque non sarebbero stati presenti e non avrebbero acquistato.

Certo alla Coldiretti Puglia, evidentemente, non solo lo sguardo non va oltre il proprio orticello, o quello dei rappresentati, ma non è chiaro lo sperticato affetto verso Putin, sul quale si sta indagando per crimini di guerra e non è un mistero.

Mi fanno vergognare di esser pugliese, dunque, quelle affermazioni assolutamente prive di verità della Coldiretti Puglia, e mi fa ancor più male, perchè adoro e stimo i loro rappresentati, quei contadini pugliesi, talmente abili da riuscire a rendere produttiva quella pietraia arida che si chiama Murgia, che conosco bene ed amo, e che vedere priva di boschi fa male davvero. Quanti errori si sono commessi, salvo poi accusare gli altri. E’ più facile da dar da bere al prossimo. Putin in materia docet. La sua propaganda è un mucchio di falsità, talmente grande che spesso dimenticano la precedente menzogna e si contraddicono. Ciò non toglie che gli eredi del Kgb abbiano disseminato tutto l’Occidente di spie o sostenitori dormienti. Gente sul foglio paga, o direttamente pagati o favoriti da affari lucrosi. E siccome Putin ha dichiarato di voler ricostruire la grande Russia zarina, i cui confini storici ampia a suo ludibrio, e se ci prova saremo inevitabilmente nemici, occorrerebbe stare con gli occhi ben aperti.

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