Il caffè con il lettore

Ennesimo uno-due ad un Trump da operetta messo all’angolo ed a KO.

Gianvito Pugliese

Care/i ospiti del nostro caffè…, credo che la vera notizia del giorno, dopo quella arrivata dalla Russia dell’assassinio (loro parlano di decesso) di Navalny, circondato dal più fitto mistero. Il cadavere del più noto e coraggioso oppositore di Putin è stato fatto sparire senza lasciar traccia, in modo da impedire ogni accertamento sulle vere cause della morte in carcere. Se occorrevano prove dell’omicidio, l’amministrazione penitenziaria russa, su ordine del Cremlino, ce le ha fornite su un piatto d’argento. L’occidente, sentitamente, ringrazia. Dicevo la notizia del giorno viene dagli States e riguarda tanto per cambiare Donald Trump.

Dopo la seconda condanna del Tycoon per aggressione sessuale e diffamazione nei confronti della scrittrice Carroll, la prima a 5 milioni e la seconda a 83,3 milioni di dollari, ma ciò che è peggio e che con la seconda condanna, stando ai sondaggi, il gradimento di Trump nell’elettorato femminile è letteralmente crollato, ora è arrivata una condanna per truffe ai danni di banche messe in atto nella città di New York, sede dell’impero immobiliare dell’ex presidente miliardario, pari a 355 milioni di dollari e l’interdizione per tre anni per Big Donald ed i suoi due figli maschi ad amministrare o far parte di consigli di amministrazione di società o ditte che operano a New York. Con un calcolo approssimativo degli interessi la condanna di fatto ammonta a oltre 450milioni di dollari.

Trump ha annunciato appello, ma per essere ammesso dovrà prestare cauzione nella mani della giustizia della grande mela per un importo pari alla condanna.

Non c’è dubbio che Trump fosse ricco, anche se molti economisti sostengono che se Trump non fosse diventato, prima di Biden, inquilino della White House, la sua esposizione bancaria lo avrebbe portato al fallimento. Divenuto presidente, i banchieri lasciarono perdere i rimborsi nei tempi dovuti e tutto, stranamente, si aggiustò. Resta il fatto che per quanto ricco due condanne, in pochi giorni che superano il mezzo miliardo di dollari farebbero vacillare qualsiasi impero economico e Trump è davvero nei guai.

Lui, ovviamente, ha falsamente accusato i giudici di far parte di un complotto della sinistra, per azzoppare la sua campagna elettorale, ribadendo la falsa accusa che sono gli stessi che truccarono i risultati dell’ultima elezione. Ovviamente ottiene applausi ed ovazioni dei partecipanti ai suoi comizi farsa, che dicono gli osservatori, stanno diminuendo a vista d’occhio. L’immagine che segue è eloquente.

Sono scomparse le folle oceaniche negli stadi

E come se non bastasse Trump dovrà affrontare nei prossimi due mesi ben quattro giudizi intentati ai suoi danni con accuse penali. Trump può essere soddisfatto del suo primato. E il primo presidente o ex presidente Usa che dovrà rispondere in processi di accuse penali.

E se non bastassero i guai giudiziari in se a mettere sul tavolo da gioco delle primarie il carico da 11 è l’ex ambasciatrice e governatrice Nikki Haley che ormai ripete che il “caos” segue Trump e che non può essere un presidente o un candidato efficace a causa della sua miriade di problemi legali: “Sarà in tribunale a marzo e aprile. Sarà in tribunale a maggio e giugno. Lui stesso ha detto che trascorrerà più tempo in un’aula di tribunale che durante la campagna elettorale“. Ma poi la Haley ha ricordato agli americani che Trump non ha detto una sola parola sulla morte di Navalny: “Trump si sta schierando con un delinquente che uccide i suoi stessi oppositori politici“.

Ed il giudice di New York, Engoron, in risposta alle accuse farlocche rivoltegli da Trump ha detto di costui e dei suoi coimputati: “La loro completa mancanza di contrizione e rimorso rasenta il patologico“. Mentre Letitia James, procuratore generale che ha condotto l’accusa di frode contro Trump ed i due figli ha ribadito che “l’imputato ed i suoi complici hanno sovrastimato il suo patrimonio netto di ben 3,6 miliardi di dollari all’anno in un decennio, per ingannare i banchieri ed indurli a concedergli condizioni di prestito migliori”.

Trump ostenta indifferenza e disprezzo verso i suoi avversari reali o inventati, come i giudici ed i funzionati elettorali, ma comincia a perdere colpi durante i comizi. Ironia della sorte, subito dopo aver insinuato che per età e condizioni di salute Biden non è al massimo della lucidità, si è perso nelle date di cui stava parlando: “Ricordate che le primarie sono martedì 27 febbraio. Dobbiamo uscire e votare per preparare il terreno per novembre. Andate a votare. Il 27 novembre“. Ormai nei comizi ripete ossessivamente, che il voto per corrispondenza è una truffa ai suoi danni e che se ha perso tutte le cause per eliminarlo è solo perché contro di lui c’è una vera congiura.

Se fossimo su un ring di pugilato, lo riterremmo scorretto, ma siamo nella vita di ogni giorno e nell’agone politico americano dove Trump stretto in un angolo dell’immaginario ring si è beccato una serie di destro-sinistro da Haley, Engoron, James, e prima di tutti dalla Carroll. E Big Trump è finito rovinosamente al tappeto e ci è rimasto fino alla fine del conteggio.

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