Scandalo a Palma Campania: arrestato sindaco “sceriffo”

Un’inchiesta svela la gestione irregolare dell’Ente con il coinvolgimento del sindaco Aniello Donnarumma e altri funzionari comunali. Arresti per corruzione

Rocco Michele Renna

Palma Campania è sotto i riflettori a causa di uno scandalo di corruzione che ha portato all’arresto del sindaco Aniello Donnarumma, noto anche come “Nello”, insieme a due dipendenti comunali e cinque imprenditori. Le accuse spaziano da corruzione a turbata libertà degli incanti, falso in atto pubblico, depistaggio e subappalto non autorizzato.

Donnarumma, 38 anni, è stato eletto sindaco nel 2018 e ha recentemente vinto le elezioni con il 64% delle preferenze. Appartenente a Fratelli d’Italia, il sindaco si è distinto negli anni per alcune iniziative discutibili nei confronti della comunità bengalese presente in città, imponendo restrizioni, non del tutto legali, agli abitanti del Bangladesh.

L’arresto è stato eseguito dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Castello di Cisterna, su richiesta della Procura nolana, dopo un’indagine condotta tra il 2021 e il 2022. L’inchiesta ha rivelato una gestione irregolare dell’Ente, caratterizzata dal sistematico asservimento dei pubblici poteri a interessi particolaristici e clientelari.

Le indagini hanno messo in luce l’illegittimo svolgimento di diverse procedure di gara, tra cui la manutenzione stradale, la cura delle aree verdi e i lavori di ristrutturazione degli edifici scolastici. Le operazioni di carotaggio su terreni interessati dallo sversamento di rifiuti sono state altrettanto compromesse. Le gare sembrano essere state turbate per favorire gli imprenditori aggiudicatari, spesso legati alla componente politica dell’ente locale.

Il Giudice per le indagini preliminari ha ravvisato la configurabilità di molteplici episodi di corruzione, in cui la funzione pubblica è stata asservita all’aggiudicazione di appalti in cambio di denaro o altre utilità. L’inchiesta ha evidenziato anche il possibile coinvolgimento di denaro nel contesto elettorale, con imprenditori beneficiari degli appalti che avrebbero contribuito al tornaconto elettorale della componente politica.

Il sindaco “sceriffo” Aniello Donnarumma, il cui biglietto da visita lo descrive come un “giovane sognatore innamorato della propria terra”, ora si trova agli arresti domiciliari, mentre la comunità locale è sconvolta dalla rivelazione di una gestione corrotta della cosa pubblica.

Ma davvero nessuno sapeva? O quelli che sapevano trovavano più comodo tacere? Una rete così diffusa di corruzione in un paesello di poco più di quindicimila abitanti non poteva passare totalmente inosservata.

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