Hertz: in bancarotta in Usa e Canada

Sono esclusese le attività operative in altre aree, tra cui Europa, Australia e Nuova Zelanda. Come pure quelle in franchising.

Gianvito Pugliese

Sulla Hertz le notizie si susseguono e, dall’indiscrezione giornalistica e la reazione della borsa, di cui ho scritto, si è passati ai fatti.

L’azienda, avvalendosi del chapter 11′ delle leggi statunitensi sul fallimento, ha dichiarato falliti solo i rami di attività operanti in Usa e Canada, Il Chapter 11 (letteralmente capitolo 11) consente all’azienda di continuare a gestirla anche se sotto le direttive del giudice competente.

Salvi, almeno per ora, i rami di attività in Europa. Australia e Nuova Zelanda. Parlando di rami dell’impresa posso essere impreciso: occorrerebbe capire se non si tratti di aziende separate che fanno capo poi ad una medesima azienda madre, in qualche modo cosiddette scatole cinesi, salvo che quelle della Hertz non sembrerebbero finalizzate ad occultare alcunché.

Sono escluse dal fallimento anche le attività in in franchising, dal momento che non appartengono alla società.

Un parziale ridimensionamento di quello su cui abbiamo anticipato stamane, che tuttavia risulta purtroppo mantenere tutta la sua validità.

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