BCE: Ia minaccia salari non posti di lavoro

L’Intelligenza artificiale crea nuovi posti di lavoro e non li diistrugge. Almeno per ora, Lo afferma la Banca Centrale Europea

Gianvito Pugliese

Rimango oggi, ma è una mera combinazione, sull’IA -Intelligenza artificiale a cui ho dedicato col caffè… l’editoriale. Ho scritto combinazione perché, nel momento in cui mi gustavo col lettore la deliziosa solita bevanda, dello studio in merito della BCE non sospettavo neanche l’esistenza. In realtà mentre scrivevo l’editoriale mi ero reso conto che l’argomento del Web summit di Lisbona era carente dal punto di vista del risvolto occupazionale. Lo tratto ora e scopro dati assolutamente non previsti che mi hanno lasciato davvero stupito,

La rapida adozione dell’intelligenza artificiale potrebbe ridurre i salari, ma finora sta creando, e non distruggendo, posti di lavoro, soprattutto per i giovani e quelli altamente qualificati“, sostiene uno studio della Banca centrale europea.

E’ noto che tante sono le aziende che hanno investito parecchie risorse nell’intelligenza artificiale, o IA, senza chiedersi le conseguenze sul piano occupazionale e lasciando agli economisti il compito di comprenderne “l’impatto sul mercato del lavoro”, incuranti di suscitare timori per il futuro del lavoro dei propri dipendenti e collaboratori dell’indotto.

Contestualmente, le stesse aziende come tutti gli altri datori di lavoro facevano una fatica immane a reperire sul mercato manodopera qualificata. E a tale scopo. stranamente non giovava la recessione, che di norma dovrebbe attenuare le pressioni sul mercato del lavoro.

Lo studio della BCE analizza 16 paesi europei. Ebbene in questi “la quota occupazionale dei settori esposti all’intelligenza artificiale è aumentata, con i lavori di bassa e media qualificazione in gran parte inalterati e le posizioni altamente qualificate che hanno ottenuto il maggiore impulso”. E’ questo il risultato di un Research Bulletin (Bollettino di ricerca) della Bce.

La BCE ha anche accertato “impatti da neutrali a leggermente negativi sugli utili” ma ha previsto anche che esiste la tangibile probabilità che crescano.

La pubblicazione della BCE afferma anche: “Questi risultati non equivalgono a un’assoluzione… Le tecnologie basate sull’intelligenza artificiale continuano a essere sviluppate e adottate. La maggior parte del loro impatto sull’occupazione e sui salari – e quindi sulla crescita e sull’uguaglianza – deve ancora essere visto.”

I risultati al momento sono in controtendenza rispetto alle precedenti “ondate tecnologiche”, laddove l’informatizzazione ha diminuito “la quota relativa di occupazione dei lavoratori mediamente qualificati, con conseguente polarizzazione”.

Confesso che ero francamente preoccupato per le conseguenze sull’occupazione in un momento in cui il tasso di disoccupazione è oggettivamente alto in generale e drammatico per donne e giovani, Non è che tutti i dubbi ed i timori siano stati definitivamente fugati, ma lo stato dell’arte sembra proprio non destare alcuna preoccupazione sul piano dei posti di lavoro.

Per seguirci su Facebook mettete il “mi piace” sulla pagina La Voce News o iscrivetevi al gruppo lavocenews.it. Le email del quotidiano: direttore@lavocenews.it o info@lavocenews.it.