Alda Merini

Amore irripetibile

Gianvito Pugliese

Amore irripetibile

Sull’ultima corda del tuo violino
avevo già appeso il mio amore
pieno di robe vecchie.
Però in cima aveva una stella alpina ti giuro
ho valicato mille montagne
le stelle alpine Dio le pianta così in alto.
Ma è così bello il rischio
è come suonare su una corda sola
senza neanche una cassa armonica
esce il trillo del diavolo
che sarà anche triste
però è un sogno d’amore irripetibile
un virtuosismo che non muore mai mai
che non muore mai.

Dopo aver dedicato a mia madre violinista la poesia “In cima ad un violino” della grandissima Alda Marini, tratto da “Clinica dell’abbandono” – Einaudi 2004, oggi le dedico e concludo con “Amore irripetibile”, poesia inedita della stessa sublime Autrice.

Confesso alle mie lettrici e lettori, un attimo di tristezza. I bei giorni di Natale sono trascorsi e… non mi hanno dato molto, nulla confronto alla gioia dei Natali trascorsi da giovane a casa dei Nonni materni con genitori, zii e cugini. Era una festa che cominciava il 23 dicembre, in quella sana famiglia patriarcale, e finiva solo a 6 gennaio ultimato. Quindici giorni di pranzi e cene insieme in allegria, e altrettanti giorni di giochi, dalla tombola, al sette e mezza, al mercante in fiera, al piattino (gioco d’azzardo nostrano). Quanti ricordi. Mi mancano, certo, ma pensandoci bene, sorrido alla mia straordinaria fortuna di averli vissuti e di ricordarmene.

Il rimpianto altro non è che l’altra faccia della felicità.

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