Papa Francesco: “Dai Paesi ricchi solidarietà, il Covid la impone”

A Lesbo abbiamo toccato una piaga dell’umanità”

Il Pontefice a cinque mesi dall’intervento chirurgico al Gemelli: “Zoppico solo un po’, perché si sta rimarginando la cicatrice. A Lesbo abbiamo toccato una piaga dell’umanità. Ed è pronto, a dispetto degli anni, nel 2022 ad viaggi apostolici.

Papa Francesco: “l’avvenire del mondo sarà florido se sarà costruito e, dove serve, ricostruito insieme. Solo la vera e concreta fraternità universale ci salverà e ci permetterà di vivere tutti meglio. Significa che la comunità internazionale, la Chiesa a cominciare dal Papa, le istituzioni, chi ha responsabilità politiche e sociali e anche ogni singolo cittadino in particolare dei paesi più ricchi, non possono né devono dimenticare le regioni e le persone più deboli, fragili e indifese, vittime dell’indifferenza e dell’egoismo.Ecco, prego Dio affinché in questo Natale trasmetta sulla Terra più generosità e solidarietà. Ma vere, pratiche e costanti, non solo a parole. Spero che il Natale scaldi il cuore di chi soffre, e apra e rafforzi i nostri affinché ardano dal desiderio di aiutare di più chi è nel bisogno”.

Grazie a Dio sto bene. Zoppico solo un po’ perché si sta rimarginando la cicatrice dell’operazione, non sono più un ragazzino, ma sto bene. Dopo l’intervento chirurgico di luglio ho già compiuto due viaggi apostolici internazionali: a Budapest e in Slovacchia a settembre, e a Cipro e in Grecia a dicembre, tornando nel campo rifugiati di Lesbo, dove abbiamo toccato una piaga dell’umanità; e poi, sono andato ad Assisi. E altri viaggi ne farò, se il Signore vorrà, nel 2022. In questo Natale penso particolarmente ai poveri, sempre. Come Gesù, che è nato povero: quel giorno Maria era una donna di strada, perché non aveva un luogo adeguato per partorire, poi penso a tutti i dimenticati, gli abbandonati, gli ultimi, e in particolare i bambini abusati e schiavizzati. A me fa piangere e arrabbiare sentire le storie di adulti vulnerabili e di bimbi che vengono sfruttati. E, poi, penso ai bimbi malati che trascorreranno il Natale in ospedale, non ci sono parole, possiamo solo aggrapparci alla fede, a Dio, e chiedergli: ‘Perché?’. E i genitori che hanno i figli fuori dall’ospedale non si dimentichino quanto sono fortunati, li abbraccino forte e dedichino loro più tempo”.

E conclude Voglio anche spendere qualche parola di ammirazione per il lavoro che compie il personale sanitario di ogni ospedale e reparto pediatrico per alleviare le sofferenze di quei piccoli. Al Bambin Gesù c’è una dottoressa che è il capo: conosce il nome di ognuno dei giovanissimi pazienti. È straordinaria. Noi spesso non ci accorgiamo della grandezza dell’opera quotidiana di questi medici, infermieri e collaboratori sanitari, e invece dobbiamo tutti essere grati a ciascuno di loro”.

Così Papa Bergoglio a La Repubblica ed a La Stampa.

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