Non solo il 25 novembre

Educhiamo ad educare

Cinzia Montedoro

Panchine colorate, aiuole intitolate, scarpe rosse sull’asfalto, ma a questi oggetti/posti che idealmente sono segni tangibili nelle nostre coscienze, lo saranno veramente?

Mi chiedo: Ma davvero una panchina rossa color sangue, simbolo del posto occupato da una donna che non c’è più, strappata via dalla violenza di un uomo, può davvero “toccare” le coscienze, può davvero sensibilizzare ad una consapevolezza, quella della NON violenza, che dovrebbe essere insita in ognuno di noi?

Quel luogo, la panchina dovrebbe essere il posto dove dare spazio ad una riflessione profonda sul contrasto alla violenza di genere, ma quel simbolo, alla luce dei recenti fatti di cronaca, ma senza dimenticare tutte quelle Donne uccise dalla mano violenta di uomini piccoli come briciole, può dare davvero un segnale di cambiamento di direzione?

Io credo che potrebbe essere così solo se, quella panchina non venisse ricordata solo il 25 novembre, solo se le scarpe rosse non venissero indossate solo il 25 novembre, solo se il nome di quella determinata aiuola non venisse ricordata solo il 25 novembre, ebbene i giorni dell’anno sono 365.

Ricordare significa EDUCARE ALLA NON VIOLENZA, ricordare significa raccontare ai nostri figli che è necessario mettere in atto la cultura del cambiamento, ricordare significa PARLARE E CONFRONTARSI a casa, a scuola, in chiesa, nei centri d’ascolto, nel territorio, ovunque ci sia un luogo per poter sovvertire la violenza in amore, attraverso la parola e il dialogo, anche su quella panchina rossa messa accanto ad un’aiuola.

Lo scenario italiano purtroppo è molto sconfortante, sono centosei i femminicidi nel 2023, a questi si uniscono i tanti volti della violenza: da quella sessuale a quella fisica, da quella psicologica, alle molestie e stalking. La dichiarazione delle Nazioni Unite sull’eliminazione della violenza contro le donne (1993) definisce la violenza contro le donne “qualsiasi atto di violenza di genere che provoca o possa provocare danni fisici, sessuali o psicologici alle donne, incluse le minacce di tali atti, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, sia che si verifichi nella vita pubblica o privata”. Secondo l’Istat, nei primi tre trimestri del 2023 sono state 30.581 le richieste d’aiuto arrivate tra telefonate e messaggi via chat al 1522, la linea nazionale antiviolenza e stalking.

La lotta contro la violenza richiede prevenzione, consapevolezza, educazione, supporto alle vittime un percorso che necessita non solo di una data ma di una approfondita analisi quotidiana, di una conoscenza che deve partire dall’educazione in famiglia.

Un tempo si diceva le Donne non si toccano neanche con un fiore, ritorniamo a quel tempo per non continuare a sbagliare con i nostri figli.

Per seguirci su Facebook mettete il “mi piace” sulla pagina La Voce News o iscrivetevi al gruppo lavocenews.it. Le email del quotidiano: direttore@lavocenews.it o info@lavocenews.it.