Il caffè con il lettore

Democrazia in pericolo o due fatti isolati? In copertina il criminale attacco alla Diaz di Genova

Gianvito Pugliese

Vista l’ora tarda della mattina, forse più che il caffè, un aperitivo o una camomilla di qualità sarebbe più adatta, anche per prevenire effetti dei due episodi da cui far partire il nostro ragionamento odierno, che se non conoscessi tanto bene la vostra signorilità, apertura mentale e onestà intellettuale, care/i ospiti, considererei più che divisivi, da evitare. Doveri di un padrone di casa ospitale, che -ringraziando il cielo- non conduce un tolk show, dove se gli ospiti si azzuffano…, più scappa la violenza più sale l’audience. Quanta meschinità e volgarità, mentre si agitano invano in nome della comunicazione.

Andiamo subito ai due episodi raccontati ed alle due fonti.


L’Ansa: “Cori contro il governo e insulti alla premier, denunciati”

Cori contro le politiche adottate dal governo guidato da Giorgia Meloni, insulti nei confronti della presidente del Consiglio e dei partecipanti al congresso provinciale di Fratelli d’Italia a Fermo. La Questura di Fermo ha denunciato in stato di libertà quattro persone per il reato di Oltraggio a un Corpo politico, amministrativo o giudiziario (art. 342 del Codice penale) per i fatti accaduti domenica 3 dicembre, intorno alle 20, davanti all’Hotel Astoria dove si svolgeva l’incontro politico”.

Quando il congresso provinciale fermano di Fratelli d’Italia era quasi al termine, i presenti hanno dovuto fare i conti con una protesta inscenata da un piccolo gruppo di persone che hanno iniziato a intonare cori contro le politiche del Governo. Quattro uomini, in particolare, dirigendosi dall’attigua piazza del Popolo verso l’hotel, avrebbero insultato la premier e i partecipanti al congresso, senza comunque accennare a introdursi all’interno della struttura e limitando la loro protesta a una scenata davanti al varco d’ingresso, con una chiara presa di posizione politica contro l’Esecutivo Meloni. Le successive indagini svolte dagli uffici della Questura di Fermo, hanno portato a identificare i quattro presunti autori di questi comportamenti che sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria, in stato di libertà, per il reato in concorso ex art. 342 del codice penale di Oltraggio a un Corpo politico, amministrativo o giudiziario”.

Msn.com/it-it/notizie: “Vannacci presenta il libro a Piacenza, tensione in strada: un contestatore colpito a cinghiate in faccia”

Il generale Vannacci presenta il suo libro, tensione e contestatori in strada: e uno di loro ha la peggio e viene colpito in faccia da una cinghiata. Momenti di tensione e una persona lievemente ferita ieri sera a Piacenza davanti al cinema teatro President, prima della presentazione del libro ‘Il mondo al contrario’ del generale Roberto Vannacci.

Una trentina di contestatori, in parte mobilitati dall’appello del collettivo Controtendenza, riporta il quotidiano Libertà, ha urlato slogan contro l’ufficiale dell’esercito e si è verificato, nonostante la presenza delle forze dell’ordine, un contatto con un gruppo di sostenitori nel corso del quale una persona che protestava è stata colpita al volto con una cinghiata. Una nota del collettivo Controtendenza parla “di un’azione a sangue freddo con cinture e catene”. Il ferito è stato trasportato all’ospedale. La presentazione è poi regolarmente avvenuta in una sala sold out, gremita di oltre 400 persone. 

Francamente, carissime/i ospiti, sono preoccupato. Ascolto quotidianamente un coro di prefiche, rassicuranti sulla tenuta della democrazia, che non corre pericolo alcuno. Sulla tenuta sono d’accordo, grazie al Cielo i padri costituenti hanno blindato con la nostra Costituzione quelle libertà fondamentali che sono le colonne portanti del palazzo Democrazia. Ovviamente i tentativi ed i desiderata di modificarla a mo’ di dittatorelli da repubblica delle banane sono quotidiani, ma tiene e, se fosse davvero in pericolo, lo spirito dei partigiani, che col loro sangue ci hanno ridato la democrazia, scacciando in servi dei nazisti, si risveglierebbe in molti di noi e sarebbe amara per chi ci sta provando. Ma fortunatamente e uno scenario che credo e spero non saremo costretti a vivere e vedere.

Quanto a non corre alcun pericolo, dissento totalmente. Il ventilato premierato non è come ve lo raccontano. E’ come le Accise che dovevano essere abolite, non dicevi cosi Giorgia Meloni, ed ora sono stati finanche aboliti dal tuo governo gli sgravi e le riduzioni in vigore, con un gravoso aumento di costi del carburante per tasse imposte senza motivazione alcuna, se non quella inconfessabile di disporre di liquidità per provvedere alle quotidiane mancette elettorali. Queste, perchè altri provvedimenti non ne abbiamo visto sono già costare a noi contribuenti la crescita del debito pubblico da 2.742 miliardi a settembre 2022 (Insediamento governo Meloni) a 2.858,6 miliardi a settembre 2023 (dati Bankitalia), cioè 106.6 miliardi di euro nel primo anno di governo, di cui siamo debitori noi contribuenti italiani e li dovremo pagare, o meglio li pagheremo insieme ai nostri figli ed ai nostri nipoti. Un debito di quell’entità non lo pareggia una sola generazione E pensare che prima di Craxi (altro gran bel Patriota) il bilancio italiano era in totale pareggio, senza una lira di debito. Poi s’inventarono il piano economico triennale, che non era soggetto all’obbligo costituzionale del pareggio e siamo a quasi tremila miliardi di debito pubblico, cioè di debito nostro, cari italiani. Ma tornando al premierato si dichiara “i poteri del Presidente Mattarella non si toccano” fandonia”. Se per mala sorte venisse introdotto il premierato avresti continuo conflitto di poteri per cui la Presidenza della Repubblica dovrebbe essere abolita. Questa la sacrosanta verità che non vi dicono certi, come sempre, di poterci prendere in giro.

Prima di entrare nel merito dei due episodi trattandosi di comportamenti che dovrebbero essere conformi al diritto e dallo stesso regolati e disciplinati, devo dirvi ciò che un grande docente di diritto dell’Ateneo Aldo Moro spiegava agli studenti del primo anno: “Sentirete dire che medicina o ingegneria sono difficili e giurisprudenza facile. E’ vero l’esatto contrario: le materie scientifiche tra cui, appunto, medicina ed ingegneria, hanno mezzi di riscontro specifico. Giurisprudenza no! Le leggi si interpretano grazie ai contributi della dottrina (gli Autori di testi) e alla magistratura (che si esprime attraverso sentenze). Ovviamente trattandosi d’interpretazione ci saranno modi diversi di leggerli. E tanto divergono le interpretazioni degli stessi giudici che è stata creata la Cassazione a Sezioni Unite, per dirimere interpretazioni e decisioni diverse finanche tra sezioni della stessa Cassazione“.

Quindi quando un giurista parla di una questione controversa da il suo parere che non è quello della Cassazione a Sezione Unite, che vale come legge. Tanto premesso io sono preoccupato, in questi due episodi non gratificanti per il Paese, del comportamento delle forze dell’ordine.

La descrizione del primo episodio parla di una manifestazione del pensiero che può anche consistere nel dissentire ed esprimere il proprio disprezzo. E appena il caso. L’art. 21 della Carta costituzionale, che per un giornalista è pane quotidiano, recita: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure“. Se in chiusura parla della stampa, nella prima parte si rivolge a tutti (e non i soli cittadini, come qualche capra aggiunge. con superficialità inammissibile). La libertà di pensiero è anche “manifestare”, quindi le manifestazioni se non mettono a repentaglio la pubblica incolumità, sono costituzionalmente protette. Ma sembra che di tanto non se ne sia accorta la Questura di Fermo. La denuncia dei quattro che dissentivano in maniera più cruda forse è un provvedimento eccessivo, forse conforme a legge interpretata in modo univoco, sentendosi custodi del partito al governo e vicino al loro Ministro e non bilanciando con i diritti costituzionali dei manifestanti. Riferiscono colleghi dell’atteggiamento minaccioso delle forze dell’ordine nei confronti dei manifestanti, che non hanno peraltro mai mostrato alcuna intenzione di voler entrare nella sala dove si svolgeva il raduno dei Fratelli d’Italia. E secondo alcuni i quattro sarebbero stati provocati pesantemente da alcuni esponenti delle forze dell’ordine.

Ora nessun di noi è un bimbo col ciuccetto in bocca e sappiamo che nelle Forze dell’ordine ed in particolare in Polizia non sono mosche bianche i fascistelli. Ora se è vero, spero di no, che alcuni poliziotti, troppo vicini ai Fratellini in sala, hanno davvero provocato quei quattro, che ci sono caduti come pere cotte, la faccenda si fa grave. Non risulta ci sia un’inchiesta a carico dei provocatori, e solo denunzie a piede libero nei confronti dei quattro. E ciò che più preoccupa, se la provocazione c’è stata, è l’omertà di stampo mafioso tra poliziotti. E’ quella che permise i fatti della scuola Diaz e della caserma di Bolzaneto di Genova che, purtroppo non furono puniti con il rigore necessario. Qui vacilla la democrazia, quando l’appartenenza ad una parte o ad una fazione determina l’innocenza o la colpevolezza. Ripeto, vorrei sbagliare e dover fare i complimenti al Questore di Fermo, ma oggi non mi sembra proprio il caso.

Mi sono un po’ dilungato, ma era complesso mantenere un’equidistanza in fatti abbastanza gravi a coglierne il significato nascosto. Acceleriamo sul caso presentazione piacentina del libro di Vannacci.

Questa volta il diritto costituzionale di manifestare da parte dei contrari alle idee di Vannacci è stato oggetto di attacchi con catene, mazze e cinghia da parte dei fans di Vannacci, che definire un incrocio tra neofascisti e neonazisti è fargli un complimento. Un manifestante è stato colpito in faccia con una cinghiata ed è finito all’ospedale. Aggressioni avvenute alla presenza delle Forse dell’Ordine che stranamente hanno permesso il contatto tra i due gruppi, e la domanda è: “Che stavano a fare? A prendere il caffè?”. Ma un manifestante contro Vannacci si prende una cinghiata sotto gli occhi dei poliziotti e l’aggressore non viene fermato e neanche identificato e denunziato. Ma che caspita di Polizia ci ritroviamo? Sembrerà strano ma il caso Piacenza e più grave e mostra una Polizia apparentemente compiacente con certi delinquenti che idiologicamente sono in camicia nera anche se non la indossano, perché, fortunatamente è ancora un reato, anche se con certi politicanti non so quanto resterà nel nostro codice penale e prima ancora nella Costituzione.

Come potete constatare e lo sapete benissimo basta grattare un poco dietro il fatto e vengono fuori verità nascoste ed occultate, decisamente scomode che è nostro dovere denunziare ai nostri lettori ed anche oltre.

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