Giorno 601

Esaminato il teatro di guerra. la situazione apparente di stallo non risponde alla realtà, che è assai più articolata e complessa

Orio Giorgio Stirpe

Interessante.

Ho anche fatto un post avvisando che sarei stato via per qualche giorno, e adesso leggo che secondo qualcuno sarei “scappato”… Poi ci sono molti che chiedono aggiornamenti sulla guerra in Medio Oriente.

Le due cose sono correlate, e forse meritano entrambe una spiegazione.

Io sono un ufficiale dell’Esercito in congedo. Ho una professionalità maturata in 40 anni di servizio circa, accompagnata da uno certo orgoglio professionale, godo di una dignitosa pensione e vivo una vita sufficientemente ricca di affetti e relazioni personali. Questo significa che da un lato ho accumulato una certa esperienza in determinati campi, e dall’altro non ho bisogno di espormi costantemente sui social per sentirmi realizzato. Quando lo faccio, è perché ritengo di avere qualcosa da dire che possa costituire – sebbene in minima misura – un servizio al mio Paese: questo perché l’unica cosa che un po’ mi manca è proprio il sentirmi utile verso la mia gente. NON lo faccio per fame di notorietà… E quindi non lo faccio se non sento di avere qualcosa di importante da dire che non sia già stato detto da altri.

In particolare, ritengo di avere una elevata esperienza tecnico-militare specifica relativa al Teatro russo-ucraino, mentre NON ritengo di averne una equivalente relativa al teatro arabo-israeliano: probabilmente ne ho una superiore alla media, ma non tale da potermi esporre con valutazioni e analisi degne di particolare rilevanza, se non a livello generale.

In sostanza: non sono un “tuttologo” e non mi interessa far credere di esserlo.

Sulla guerra in Ucraina ritengo di avere qualcosa da dire, e lo faccio ogni volta che lo reputo necessario, non con continuità tanto per dare aria alla bocca. Se poi sono in giro con i miei figli, ho una chiara idea di quali siano le priorità nella vita.

Detto questo, veniamo alla situazione in ucraina.

Quando sono partito per il mio viaggio, era in corso una “battaglia di incontro” nella breccia di Robotyne fra almeno sei Brigate della “massa di manovra” ucraina e un paio di Divisioni VDV della riserva strategica russa, e avevo scritto che l’esito di tale scontro poteva portare ad un primo sfondamento da parte ucraina oppure ad uno stallo temporaneo.

L’evoluzione di tale battaglia era contemporanea a quella di uno sforzo piuttosto vasto ma anche chiaramente velleitario da parte russa di distrarre risorse ucraine dal loro sforzo principale nel sud con un’azione nel nord dalle parti di Kupyansk.

Negli ultimi dieci giorni le perdite di entrambe le parti nella battaglia di Robotyne sono montate – soprattutto da parte russa – per poi stabilizzarsi e calare senza sostanziali cambiamenti delle rispettive posizioni: gli ucraini non sono stati respinti, ma non hanno neppure sfondato. Nel contempo l’effimero contrattacco a Kupyansk si è ovviamente spento nel nulla.

Contemporaneamente però è successa un’altra cosa: i russi sono riusciti a creare un’altra concentrazione di forze in un settore ancora diverso del fronte, apparentemente senza che questa volta la ricognizione satellitare occidentale la individuasse per tempo, proprio negli stessi giorni in cui avveniva l’aggressione di Hamas nella Striscia di Gaza.

Naturalmente potrebbe essersi trattato di una coincidenza, ma le due cose potrebbero benissimo essere state coordinate… Di fatto è curioso che dopo una serie costante di successi nell’individuazione preventiva delle manovre russe l’intelligence strategica occidentale abbia fallito in due differenti Teatri nell’arco di pochi giorni.

Interessante anche la scelta del settore di contrattacco russo: Avdiivka. Interessante, perché tale settore è nuovamente prossimo al terminale ferroviario di Donetsk, che continua ad essere l’unico a dimostrarsi capace di alimentare sforzi considerevoli da parte russa: in ogni altra zona tali sforzi si esauriscono rapidamente, mentre in prossimità di questo terminale riescono ancora ad esprimere una certa consistenza.

Interessanti anche i commenti di alcuni validi commentatori di parte russa durante tale azione: oltre a compiacersi del fatto di essere riusciti per una volta a conseguire un certo livello di sorpresa tattica, ritenevano anche che finalmente la catena di comando risultasse valida ed efficace, apparentemente grazie ad uno sforzo di porre comandanti competenti nei posti necessari.

Il contrattacco di Avdiivka, contrariamente a quello di Kupyansk, è partito bene per i russi, e ha offerto un raro esempio di tentativo di manovra invece di svilupparsi nel solito assalto frontale: i russi hanno attaccato in maniera efficace con una semplice ma valida manovra “a tenaglia” un settore relativamente tranquillo dopo una breve ma pesante preparazione di artiglieria in stile più “tedesco” che non “russo” (cioè breve, intensa e mirata invece che prolungata e a massa). Durante le prime 24 ore l’attacco ha effettivamente registrato qualche risultato significativo, sia in termini di terreno che di perdite relative.

Dopo poche ore però gli ucraini hanno reagito in maniera rapida ed efficace riorientando il proprio fuoco di artiglieria sfruttando la loro maggiore mobilità (le famose “linee interne”, sommate alla maggior proporzione di mezzi semoventi), e il fronte si è rapidamente stabilizzato mentre le perdite russe sono montate improvvisamente, raggiungendo picchi estremamente elevati.

Risultato conclusivo: anche il contrattacco di Avdiivka, pur organizzato con cura e professionalità, si è concluso con un disastro… Però pare aver raggiunto il risultato minimo di sottrarre alimentazione alla battaglia di Robotyne.

Quindi a questo punto abbiamo un momento di stasi.

Mentre la campagna di Targeting tesa ad isolare la Crimea continua (sembra che un’altra nave da guerra russa sia stata messa fuori combattimento), possiamo tentare di valutare la situazione della controffensiva, e in particolare il “Delta”, o “scostamento” fra le nostre previsioni e aspettative e la situazione creatasi sul campo.

Cominciamo da ciò che è in linea con le nostre previsioni e con il presumibile piano ucraino: l’operazione ha portato ad un consistente degrado delle forze di manovra russe, ad un logorio delle riserve mobili nemiche assai superiore rispetto alle forze proprie impiegate, e orientandosi alla riduzione delle capacità avversarie piuttosto che alla cattura di specifici territori ha ottenuto l’effetto di intaccare le posizioni difensive nemiche fino a forarle in un punto preciso.

Quello che NON è risultato in linea con le previsioni è chiaramente la tempistica della manovra – destinata chiaramente a protrarsi molto più a lungo – e questo a causa di quanto NON avevamo previsto né noi né – chiaramente – il Comando ucraino: la densità dei campi minati russi, di molto superiore alle previsioni. A causa di tale densità, l’intera manovra è risultata estremamente rallentata, con uno stillicidio di perdite reciproche proporzionalmente in linea con le previsioni ma distribuite nel tempo in modo tale da richiedere un’alimentazione maggiore da parte dell’attaccante.

La fotografia del momento ci porta a vedere uno stallo apparente, in cui i due avversari sono entrambi bloccati. Le posizioni relative però sono molto più favorevoli agli ucraini rispetto a quelle di partenza, in quanto la linea difensiva principale dei russi è forata in un punto e notevolmente assottigliata in un altro, e le capacità russe di estendere tale linea in profondità appaiono assai dubbie.

Inoltre le riserve strategiche russe sono praticamente esaurite, e se è vero che il loro impiego ha momentaneamente arrestato l’avanzata ucraina, bisogna vedere se sarà possibile ricostituirle con forze fresche provenienti dalla mobilitazione, e quindi di problematico comando da parte di quadri professionali non disponibili… A fronte di questo non è chiaro se gli ucraini, bloccato con successo il contrattacco a sorpresa di Avdiivka, avranno le energie necessarie per riorientare tempestivamente le disponibilità di fuoco su Robotyne, oppure se dovranno rifiatare per ricostituire le scorte logistiche dopo queste due battaglie particolarmente costose in termini di munizionamento, e in questo caso dovremo aspettare la fine del Grande Fango autunnale.

Da quello che si vede, sembrerebbe che la diminuzione di fuoco di sostegno a Robotyne abbia costretto gli ucraini ad una pausa operativa per ricostituire le scorte logistiche, mentre i russi appaiono a loro volta senza fiato dopo lo scacco di Avdiivka.

Se le cose stanno così, i russi potrebbero aver ottenuto sebbene a carissimo prezzo un momento di respiro, guadagnando del tempo per prolungare lo scontro durante l’inizio dell’inverno.

Questo tempo verrà utilizzato da entrambi per rafforzarsi; ma mentre i rinforzi russi sono sempre più annacquati dalla presenza di personale inesperto, equipaggiamenti obsoleti e comandanti inesperti, quelli ucraini continuano ad aumentare la percentuale di materiale occidentale moderno; in particolare si avvicina sempre più l’immissione in Teatro degli aerei americani, mentre la stagione invernale potrà solo aggravare la situazione di chi ha una logistica peggiore e opera per linee esterne.

In sostanza: i tempi si sono quasi sicuramente allungati, ma l’esito finale non appare differente rispetto alle previsioni.

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