Giorno 109

Dai minions (in copertina) e chi li manovra al perché l’orso Vladimiro va fermato ora e subito in Ucraina

Orio Giorgio Stirpe

I minions e chi li manovra: perché non si parla delle stesse persone.

Come abbiamo visto, i minions sono creature ingenue, che operano al servizio del Cattivo, ma che non sono malvage di loro. Semplicemente, subiscono il fascino di colui che per loro incarna virtù di forza, di confidenza e di pratico cinismo, che a loro volta sembrano offrire sicurezza in un mondo difficile.

Da sempre il Male viene descritto dai filosofi come una sorta di scorciatoia: il modo più semplice ed economico per ottenere ciò che si desidera, tagliando fuori tutto il resto, comprese le considerazioni etiche più fastidiose.

Un vecchio adagio ci ricorda che “le strade dell’inferno sono lastricate di buone intenzioni”: è un altro modo di esprimere lo stesso concetto che determina il modo di agire dei minions. L’idea che li fa muovere è spesso innocente, o addirittura corretta; ma l’entusiasmo con cui la perseguono sotto la guida del Cattivo è tale da acciecarli circa le conseguenze collaterali delle loro azioni, che possono essere assai peggiori del problema che intendono risolvere.

La gran parte dei minions di oggi dichiara di avere una sola cosa in testa: la Pace. Sono convinto che siano assolutamente sinceri, almeno nella vasta maggioranza. La Pace è il loro obiettivo, e non vogliono sentire ragioni: chiunque provi a dire: “sì, ma…” per loro è un ostacolo e un guerrafondaio. La Pace, e basta: la Pace ad ogni costo…

La “Pace ad ogni costo” è anche da sempre il messaggio che gli aggressori mandano in giro quando esercitano la loro aggressione: basta che nessuno si opponga loro, e la guerra finirà; anzi, se non ci sarà resistenza, non ci sarà proprio la guerra… Lasciateci entrare, e poi discuteremo dei nostri problemi. Ragionevole, no?

Anche Clausewitz, nella sua opera filosofica monumentale su “La Guerra”, parla del “conquistatore amante della pace”, e nota come in effetti a causare la violenza è colui che si difende, in quanto si rifiuta di accettare un sopruso e reagisce con le armi.

Lo stesso vale anche nel caso di una rapina in banca: i rapinatori non sono lì per usare le armi, ma per portare via i soldi; le armi le useranno solo se arriva la polizia per fermarli…

Arriviamo quindi alla “Sindrome di Stoccolma”: quella sensazione secondo cui la causa della violenza non sono i rapinatori, ma la polizia che insiste a volerli arrestare a tutti i costi, prolungando così le sofferenze degli ostaggi.

I pacifisti più radicali a questo punto di solito si presentano con le teorie di Gandhi: se chi subisce l’aggressione evita di opporvisi, non solo non vi sarà violenza, ma l’aggressore vedrà annullata la propria aggressività e deporrà le armi a sua volta, rinsavito grazie alla ragionevolezza di chi lo circonda…

Già: con Gandhi effettivamente funzionò. Ma Gandhi si opponeva all’Impero Britannico, non al Terzo Reich: Londra era reduce da una guerra che aveva esaurito le sue capacità ed era mossa da intenti democratici che la portavano a sua volta a vedere le ragioni del proprio pacifico avversario. Ma se di fronte a sé Gandhi invece di Lord Mountbatten avesse avuto Reynard Heydrich, le cose sarebbero andate diversamente: il mahatma sarebbe stato impiccato da subito, i suoi pacifici seguaci mitragliati per le strade, e la cosa sarebbe finita lì, almeno finché qualcuno non avesse cominciato ad armare la gente…

Il pacifismo integrale funziona solo quando lo si oppone ad una democrazia, che rifugge di suo dall’uso eccessivo della forza. Con le dittature funziona solo se alle spalle dei pacifisti c’è un esercito più potente con cui il dittatore capisce che dovrà vedersela se spara sui pacifisti.

Siccome l’Occidente ha un sacco di difetti (puntualmente ricordatici dagli stessi minions su input dei loro controllori), ma è fondamentalmente un’aggregazione nasca da democrazie più o meno compiute, il pacifismo da noi funziona.

È per questo che il Cattivo utilizza i minions veicolando questo messaggio. In sostanza, che non vuole la “Pace ad ogni costo” è uno che vuole la guerra: messaggio facile facile, che mette in difficoltà i cittadini occidentali e li porta a simpatizzare con chi contesta il supporto all’Ucraina, esattamente come li portò a simpatizzare per i seguaci di Gandhi.

È anche per questo che di fatto i minions con la loro azione offrono un supporto diretto all’aggressione dell’orso.

L’altra illusione dei tifosi della “Pace ad ogni costo”, è che sia possibile circoscrivere il problema: una volta risoltolo accontentando le pretese del Cattivo di turno, le cose torneranno come prima e l’incubo finirà.

Non è così: non lo è mai. Perché il Cattivo di turno vedrà confermata la sua opinione sulla debolezza dei suoi avversari, e reitererà l’azione più tardi. Nel caso specifico, Putin ha messo bene in chiaro come per lui esistano solo Stati Sovrani con cui competere e Stati Satellite per cui competere: soggetti i primi e oggetti i secondi della politica internazionale. Per ogni satellite si gioca una partita diversa… Vinta una partita, se ne comincia a giocare un’altra.

Dopo l’Ucraina verrebbero la Moldova, la Georgia, i Paesi Baltici…

Un momento, ma quelli non sono nella NATO?

Sì, certo… Ma allora lì la partita verrebbe giocata in un altro modo: il cattivo mica è stupido.

Però anche la partita in Ucraina è stata giocata in modo sbagliato, e, infatti, sta costando molto cara, sicuramente più di quanto Putin intendesse all’inizio…

Se si sbagliasse di nuovo anche nel Baltico?

Sarebbe la Guerra Mondiale.

La guerra Mondiale va prevenuta, su questo penso che siamo tutti d’accordo.

L’unico modo di prevenirla, è fermare l’orso Vladimiro adesso: fermarlo in Ucraina.

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