Da secoli Capodanno significa botti e fuochi d’artificio

La conseguenza la si vive contando i morti ed i feriti sia tra gli uomini (colpevoli e non) che tra i poveri animali innocenti

Rocco Michele Renna

Dalle Alpi fino al sud Italia la tradizione dei botti è molto sentita e l’Italia si distingue nel mondo per i suoi artigiani pirotecnici, che sono maestri in tutte le parti del mondo. Tanti li amano, altrettanti li odiano. Alcuni portano avanti con fervore la battaglia per abolirli definitivamente. Il fastidioso rumore, la paura che incutono ai nostri amici a quattro zampe, gli incidenti di percorso, che troppo spesso accadono quando non si utilizza la giusta accortezza nel maneggiarli.

Altri ne restano affascinati, tra giochi di luce, ricordi d’infanzia, panorami mozzafiato corredati da spettacoli pirotecnici che risplendono in cielo. Sono i botti di Capodanno. I fuochi d’artificio che festeggiano l’arrivo dell’anno nuovo.

L’usanza di celebrare l’arrivo del nuovo anno con il “botto” risale a tempi antichissimi. Oggi lo si fa in quasi tutto il mondo con i fuochi d’artificio, un tempo si usava sparare colpi di pistola.

Da altre parti, in passato, ma da alcune ancora ai giorni nostri, si usa invece rompere le stoviglie. L’elemento comune è sempre il rumore. Il motivo? Si pensava che il chiasso e i boati forti spaventassero gli spiriti maligni e li bloccassero nel passato impedendogli di seguirci sino all’anno nuovo. Ecco perché il chiasso e la festa sono le componenti fondamentali del Capodanno.

Un modo per scacciare via tutte le negatività, non solo, l’esplosione simboleggia proprio il liberarsi, il fare uscire tutto ciò che non è stato positivo durante il periodo che ci si sta lasciando alle spalle. Liberazione, purificazione. Ma oggi è ancora così?

A Napoli la cacciata dei demoni diventa uno spettacolo stupefacente. Tutta la costiera, da Posillipo fino al Capo di Sorrento, assume le sembianze di una fiancata di una corazzata che spara migliaia di cannonate luminose, “i botti”. 

I fuochi sono, come dicevamo, un simbolo di buon augurio, di chiusura con il passato che non piace, di speranza per un futuro positivo. Antichi riti diffusi un po’ ovunque hanno questo significato di esorcismo contro demoni e spiriti maligni. 

Con il tempo, la componente storica e simbolica di questa usanza si è però andata inesorabilmente a spegnere.

Oggi l’elemento predominante quando si parla di botti, che si parli di fuochi d’artificio o dei più semplici petardi, è sicuramente quella estetica e di diletto. Nessun simbolo. Solo il divertimento di far scoppiare la festa.

Questa tradizione è talmente radicata nel nostro Paese che proprio a due passi da Roma, a Valmontone, vicino Palestrina si svolge ogni anno il Campionato del mondo dei fuochi d’artificio. Per non parlare della festa di San Trifone a novembre in quel di Adelfia…

Oggi, grazie alle ultime tecnologie, i fuochi d’artificio sono diventati un vero e proprio spettacolo unico, con forme sempre più complesse e colori da far rimanere a bocca aperta non solo i bambini!

La tradizione è un conto, ma ha senso continuare a tramandarla? È un dilemma che continua a riproporsi ogni anno, non solo nelle varie ordinanze che si differenziano di città in città, ma anche nella popolazione, tra chi poco sopporta i botti e chi invece dei fuochi a Capodanno non vuole proprio farne a meno.

Inoltre, in molti comuni italiani erano in vigore ordinanze di divieto dell’utilizzo dei petardi durante i festeggiamenti di Capodanno, poi annullate in quanto atti illegittimi, dato che i sindaci non hanno il potere di vietare la vendita dei prodotti legali con marchio CE.

Tanti, purtroppo, sono i botti illegali venduti in strada o “sottobanco” che ogni anno causano danni e feriti nonostante l’impegno delle Forze dell’Ordine nel debellarne la circolazione. E se la bomba modello “Hiroshima” di “Peppe ‘o Criminale” nel film 32 dicembre diretto da Luciano De Crescenzo vi sembra follia, aspettate di conoscere gli artifizi esplosivi vietati dalla legge per il prossimo capodanno.

Film 32 dicembre diretto da Luciano De Crescenzo

I fuochi artificiali sono causa di terrore, di morte, ferimenti e traumi anche per cani, gatti, animali domestici ed uccelli. Le associazioni animaliste invitano i cittadini che amano gli animali, domestici e selvatici, a non utilizzare i botti per festeggiare l’arrivo del nuovo anno.

Lo scoppio dei fuochi artificiali in piena notte causa agli animali danni inimmaginabili; negli uccelli un botto causa uno spavento tale che li induce a fuggire dai dormitori (alberi, siepi e tetti delle case), volando al buio alla cieca anche per chilometri, andando a morire sfracellati addosso a qualche muro, albero o cavi elettrici; quelli che riescono ad atterrare o a posarsi in qualche albero spesso muoiono assiderati a causa delle rigide temperature invernali ed alla mancanza di un riparo.

Nei gatti, e soprattutto nei cani, un botto crea forte stress e spavento tali da indurli a fuggire dai propri giardini e recinti, per scappare dal rumore a loro insopportabile, finendo spesso vittime del traffico o di ostacoli non visibili al buio.

Indipendentemente dalla vostra situazione, resta l’augurio di lasciare tutte le negatività del passato, per un sereno anno nuovo. Ovviamente il consiglio è quello di evitare di utilizzare articoli esplodenti, in questo modo risparmierete, eviterete il rischio di farvi male seriamente o di farne agli altri e di spaventare bambini e animali domestici.

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