Covid-19: tra tamponi, nuovi casi, no a feste di piazza ed Omicron: buone Feste!

Domani la cabina di regia sulla stretta presieduta da Supermario.

La redazione

Ad essere superstizioni ci si convincerebbe che ci deve essere una maledizione sulle Sante Festività Natalizie. Così è stato nel 2020, così si appresta ad accadere quest’anno.

A tre giorni dal Natale i nuovi casi superano nel nostro Paese le trentamila unità. I più pessimisti prevedevano che avremmo raggiunto quel numero dopo la feste di Natale, non prima. Durante le feste difficilissimo, se non impossibile, resistere a qualche imprudenza, magari solo all’abbraccio quando nasce il Bambinello Santo. Poi lo stramaledetto virus, che è dilagato nel mondo, ci fa pagare anche quella veniale mancanza di teutonica rigidezza nella prevenzione. Ma prima? E chi se lo aspettava?

E mentre siamo in attesa degli esiti della stretta, che sicuramente a questo punto verrà dalla cabina di regia, presieduta questa volta da Mario Draghi, Supermario come lo chiamiamo affettuosamente, forse in memoria di quel Super Mario Bros, uno dei primi giochi sul pc realizzato dalla Nintendo, che ci ha tanto divertito ed appassionato diverso tempo fa, i dati che conosciamo non promettono nulla di buono. Superati, come abbiamo appena ricordato, i trentamila casi, passiamo ai tamponi. Ieri 852mila circa, mai visti tanti. La ricrescita esponenziale dei contagi non solo li giustifica, ma li impone.

Siamo di solito contrari alle anticipazioni dei provvedimenti. Chi vi si avventura, viene regolarmente smentito dalla decisione finale. Ma le anticipazioni sembrano, questa volta, abbastanza certe e comunque i lettori, hanno il diritto di conoscerle. Parliamo della nostra e della loro vita, non di quisquiglie.

Anzitutto, Mario Draghi ha già dichiarato: “L’arrivo della stagione invernale e la diffusione della variante Omicron ci obbligano alla massima cautela nella gestione dei prossimi mesi“.

Tradotto dal politichese, che in vero non è normalmente nel linguaggio del Presidente Draghi, significa: “preparatevi a lacrime e sangue”. E mica ha torto, A mali estremi, estremi rimedi,

Cosa aspettarsi, dunque? Anzitutto, il taglio a sei (o sette) mesi della validità della certificazione verde, poi il tampone, anche per i vaccinati, che vogliono andare in stadi, concerti o discoteche. Ritornerebbe la mascherina all’aperto, e s’introdurrebbe ad altre categorie di lavoratori o settori l’obbligo vaccinale, al momento limitato al personale sanitario, a quello della scuola, delle Forze dell’ordine ed ai militari. Secondo fonti attendibili probabili “raccomandazioni” a limitare il numero di persone in casa e “disposizioni” per impedire festeggiamenti, con relativi assembramenti, per l’ultimo dell’anno.

Ed ha proposito della diminuzione di validità temporale del green pass la Commissione europea ha già fatto sapere che “il periodo vincolante di 9 mesi del pass per i viaggi nell’Unione, non si tocca; limitazioni devono essere preventivamente “coordinate”. Draghi farà orecchie da mercante? E’ lecito dubitarne, Staremo a vedere.

Primato anche per i green pass da tampone: ieri sono stati 1.034. 214. Cifra astronomica mai raggiunta, ma i viaggi per raggiungere i familiari incombono.

Le terapie che tornano sopra mille postazioni occupate e supportano i ‘prudenti’, il ministro della Salute, Roberto Speranza, in primis. Ma i tifosi del primato dell’economia esprimono preoccupazione per le ricadute in un periodo clou, come quello natalizio, per commercio, ristorazione, locali, eventi sportivi e culturali, tutti settori colpiti fortemente dalla pandemia. E ti pareva che per una volta fossero tutti d’accordo? Se non li convinsero la processione dei camion militari stracolmi di salme, volete che si convincano per trentamila “miseri” casi e più di mille pazienti in intensive?

Arno Kompatscher, presidente della Provincia di Bolzano: “fare un test prima di andare a trovare i nonni o i genitori. E’ un modo, insieme al rispetto delle distanze, l’uso della mascherina e l’igiene delle mani, per per dare sicurezza ai propri cari e proteggersi ancora meglio”.

E se trova maggior consensi la riduzione di validità del green pass, salvo le obiezioni dell’Ue, e l’obbligo di mascherina all’aperto. Il tampone, anche per i vaccinati, per accedere a feste, discoteche, grandi eventi di Capodanno, trova contrarie le regioni che vedono il rischio di contraccolpi sulla campagna di vaccinazione.

Massimiliano Fedriga, presidente della Conferenza delle Regioni: “Bisogna puntare sulla terza dose e non sui tamponi per accedere ovunque: se noi diamo questi messaggi discordanti, rischiamo di non proteggere i cittadini“. E aggiunge che le Regioni non sono ancora state convocate dal Governo per la cabina di regia di domani.

Per Eugenio Giani, governatore della Toscana, la misura “rischia di offrire sponde ad una impostazione no vax”. Alberto Cirio, presidente del Piemonte, non usa mezzi termini: ” Spieghiamo alla gente di vaccinarsi per evitare il tampone, perché così indossa una corazza per sé e per gli altri. Imporre il tampone in maniera generalizzata rischierebbe di minare questo messaggio“. Roberto Occhiuto, Presidente della Calabria, chiede di “estendere il super green pass ad altre categorie di lavoratori o ad altri settori“.

Solo un terzo degli italiani ha ricevuto la terza dose, resta, quindi scoperta una fascia consistente della popolazione in un periodo molto critico. Ecco spiegata la “massima cautela” invocata da Mario Draghi.

Secondo fonti di Palazzo Chigi, probabile si opti per il doppio binario: prescrizioni da un lato, e raccomandazioni dall’altro. Francamente quest’ultima è l’anticipazione più “innocua”, vuoi vedere che è l’unica che si avvera?

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