Incendio in provincia di Agrigento muore bimba di appena due anni e mezzo

Indagini in corso per stabilirne le cause

Gianvito Pugliese

Scrivere e leggere di morti non è mai gradevole ma, quando a perdere la vita è una bambina o un bambino, diventa orribile. Si aprono dinanzi ai nostri occhi immagini di un vita negata, di ciò che avrebbe potuto essere e non sarà mai, e quando non è una malattia, pure atroce, a portarlo/a via, ma un incidente stronca e rapisce tutto in un sol attimo, la mente rifiuta di ammettere che sia davvero accaduto.

E’ Natale quasi, dopodomani notte nascerà Gesù Bambino, il salvatore dell’umanità che, immolandosi sulla croce, mondò gli uomini dal peccato originale, operando lui, dio fattosi uomo, la riconciliazione dell’umano col Padre Eterno. Ma non sarà festa in quella famiglia; per chi crede, un angioletto è asceso al cielo, certamente, ma per quei poveri genitori sarà il peggior Natale che si possa immaginare.

Ravanusa: sopralluogo

Non si è ancora spenta l’eco della tragedia di Ravanusa, due passi da Agrigento. Uno scoppio nelle condutture del metano ha causato il crollo di tre edifici e la morte di nove persone, tutte imparentate tra loro, scomparse sotto le macerie di una delle tre palazzine. Potremmo dire dieci. Tra le vittime una infermiera al nono mese di gravidanza che, a giorni, avrebbe dato alla luce la sua creatura. Era appena l’11 dicembre.

Ecco che l’agrigentino viene nuovamente colpito a morte. La tragedia questa volta ha avuto luogo in un’abitazione di via San Giuseppe, nel centro storico di Palma di Montechiaro, paese che dista trenta chilometri da Agrigento e che, Giuseppe Tomasi di Lampedusa rese famoso col suo romanzo “Il Gattopardo” e si conobbe ancor più con la versione cinematografica, il film straordinario del 1963, diretto da Luchino Visconti. Indimenticabili, con la regia di uno dei più grandi maestri del cinema, i tre interpreti principali Claudia Cardinale, Burt Lancaster ed Alain Delon.

Torniamo alla maledetta realtà: Ii rogo è divampato violento ed improvviso in una palazzina a due piani, affacciata su una antica scalinata.

I vigili del fuoco al lavoro a Palma di Montechiaro, un paese a trenta chilometri da Agrigento, dove una bimba di due anni è morta nell’incendio che si è sviluppato in un’abitazione di via San Giuseppe, 21 dicembre 2021. ANSA/ CONCETTA RIZZO

Ginevra Manganello, due anni e mezzo, dormiva all’ultimo piano nel letto matrimoniale. Al piano di sotto, il piano terra, la madre e la zia indaffarate nei primi lavori domestici. Vano il tentativo di raggiungerla per metterla in salvo. Un muro di fiamme, già altissime in pochi attimi, ha sbarrato loro la strada. Per la bimba altrettanto inutile l’intervento dei vigili del fuoco. Superato con difficoltà il muro di fiamme e la densa cappa di fumo nero, la macabra scoperta. Per la piccola ormai non c’era più nulla da fare.

I Carabinieri hanno cercato, senza riuscirci, di fermare i vicini accorsi in aiuto: straziante l’immagine dei familiari e conoscenti accorsi che hanno tentato vanamente di sostenere la mamma della bimba.

A provocare il rogo sembrerebbe sia stato un corto circuito nell’impianto di condizionamento.

La Procura di Agrigento, diretta da Luigi Patronaggio, ha aperto un’inchiesta. Sul luogo della tragedia la sostituto procuratore Cifalinò, titolare delle indagini, che ha disposto il sequestro dello stabile.

Il fuoco, mentre scrivo, non è stato ancora del tutto domato dalle squadre dei vigili del fuoco, le fiamme hanno raggiunto il tetto dell’edificio che sta bruciando.

Al lavoro la Polizia di Stato per i primi accertamenti richiesti dai magistrati.

Avrei voluto, soprattutto in questi giorni prenatalizi, aprire il giornale con una bella notizia. La straziante scomparsa di Ginevra Manganello non poteva essere seconda. Almeno questo le dobbiamo.

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