Il caffé con il lettore

Si riaffaccia il nazismo i Germania e Scholz esorta i tedeschi a rifiutare l’estrema destra

Gianvito Pugliese

Benvenute/i care/i ospiti del caffè… Ieri  Il cancelliere Olaf Scholz ha rammentato al popolo tedesco il passato nazista, ed ha chiesto ai cittadini di star lontani dal partito di estrema destra Alternativa per la Germania (AfD).

Non sembra possibile, ma nella maggior parte dei sondaggi politici risulta il secondo partito del Paese. Sembra dunque che la teoria dei corsi e ricorsi storici di Gianbattista Vico, ancora una volta si dimostra esatta, e che l’aforisma di Antonio Gramsci: “La storia insegna, ma non ha studenti“, sia terribilmente vero. Certo, “Historia magistra vitae” (ndr. la storia è maestra di vita) afferma Cicerone nel De Oratore, ed è tale ma gli uomini non sembrano imparare nulla dagli eventi storici. C’è una sorta di mix tra superficialità e fatalismo che ci porta a ripetere gli stessi sbagli del passato, dimentichi del sangue versato per liberarsi di dittatori e delle conseguenze nefaste della loro presenza. Il Nazismo ed il Fascismo, due facce della medesima medaglia, avanzano in Germania come in Italia anche grazie ad un elettorato che un libro si storia tra le mani non lo ha mai avuto e se l’ha tenuto non l’ha mai aperto, letto e, tantomeno, studiato.

In tutta la Germania, tuttavia, “centinaia di migliaia di persone si sono unite alle manifestazioni contro l’AfD dopo un rapporto secondo cui due membri anziani del partito (ndr. di estrema destra) avevano discusso i piani per la deportazione di massa dei cittadini con origini straniere” riferisce la Reuters, chiamandola “remigrazione“.

Sholz, di solito molto contenuto e prudente, anche troppo, per una volta non ha avuto tentennamenti ed “alla camera bassa del parlamento del Bundestag dopo una sessione speciale in ricordo dell’Olocausto e vestito con abito nero e cravatta, Scholz ha detto che i democratici devono restare uniti e fermare lo spostamento a destra“. Poi, citando Scholz letteralmente: “La parola ‘remigrazione’ ricorda i tempi più bui della storia tedesca. Chi resta in silenzio è complice“.

Il suo discorso è andato a segno, forse anche perché un placido che s’infuria, ottiene attenzione ed il sostegno popolare all’AfD è leggermente  diminuito in seguito alle manifestazioni di protesta, ma il partito, che avversa l’immigrazione, è ancora secondo nella maggior parte dei sondaggi, mentre si avvicinano a grandi passi le elezioni europee. Scholz, si è poi soffermato sulla “Dexit”, ‘idea dell’uscita della Germania dall’Unione europea, propugnata dalla co-leader dell’AfD Alice Weidel. Per Scholz sarebbe la “più grande distruzione di prosperità che potrebbe accadere alla Germania e all’Europa“. E Scholz, agitando per la prima volta i pugni ha chiesto il contrario, ovvero un’UE più forte: “Se il mondo diventa ancora più difficile, ad esempio se si guarda a ciò che è possibile fare nelle elezioni americane, allora l’Unione europea deve diventare ancora più forte“.

Vero è purtroppo che il consenso al socialdemocratico Scholz e alla sua coalizione a tre con i Verdi e i Democratici liberi (FDP) è vicino ai suoi minimi storici.

Se le esperienze altrui servissero a qualcosa i tedeschi dovrebbero guardare alla vicina Italia e trarne una lezione e le conseguenze. Il popolo italiano ha voluto provare il cambiamento e si è fidato delle promesse elettorali di una leader alla guida di un partito post-fascista, Fratelli d’Italia sono gli eredi, a cominciare dalla sede, del Msi di Giorgio Almirante, un leader dichiaratamente post fascista, che tra l’altro era stato un gerarca durante il regime di Mussolini. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Dalla spudorata parentopoli, che si spacciava per governo meritocratico “dei migliori”, a quella corte dei miracoli che ormai è Palazzo Chigi, con un impressionante numero di “intoccabili” ministri e sottosegretari inquisiti o rinviati a giudizio, per non parlare dei parlamentari (si veda l’elenco aggiornato dei camorristi campani, ma non solo).

Costoro che dalla mattina alla sera si vantano di agire in nome del Popolo italiano, sono al governo, grazie alla legge elettorale vigente, con meno del 29,5% di consenso reale da parte degli aventi diritto al voto. A tanto si riduce in termini reali per effetto dell’astensione del 36,1%, il 43,8 ottenuto.

Da settembre 2022 al settembre successivo sono riusciti a totalizzare un aumento del debito pubblico di 116,6 miliardi (da 2.742 a 2.858,6), che pagheremo noi, i nostri figli ed i nostri nipoti, e ciò che è più spaventoso e che nello stesso periodo non è stata realizzata alcuna importante opera pubblica o, almeno, una riforma strutturale. Centosedici virgola sei miliardi per dilettarsi in mancette elettorali. Null’altro.

Innegabile, un ottimo controllo della comunicazione tra la Rai epurata e divenuta TeleMeloni-Kabul e la troika dei giornali totalmente asserviti alla destra da sempre. Ma dicono i nostri saggi vecchi, che ormai nessuno, purtroppo, ascolta più: “Le chiacchiere stanno a zero, contano i fatti“.

Guardate le proposte di legge che vanno dall’abolizione dell’aborto, alla cancellazione dell’interesse privato (corruzione a gogò), ai pieni poteri con la riforma del premierato. Puro stile fascista.

Speriamo che l’Italia sia di esempio ai tedeschi, ma ripeto l’esperienza degli altri serve a poco. Se non ti rompi le tue corna non impari nulla. Come ci piacerebbe evitare ai nostri figli di commettere i nostri stessi errori e provare gli stessi dolori. Purtroppo, si cresce nel dolore non nella gioia e le esperienze negative tocca farle anche a loro. Impareranno a loro spese, come noi abbiamo imparato (?) attraverso le nostre. Non glielo possiamo evitare.

A domani.

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