Papa Francesco: “Le stragi in mare sono la vergogna della società”

Un Sommo Pontefice, senza peli sulla lingua, stigmatizza comportamenti socio-politici criminali.

Gianvito Pugliese

L’occhiello potrà essere leggo da qualcuno, come irriverente, ma all’opposta testimonia tutta la stima e l’ammirazione da parte di un laico nei confronti di Papa Bergoglio. Era tempo, infatti, che su temi di tale gravità qualcuno, forte della sua autorevolezza morale, scrivesse una parola di chiara condanna. Progetti fantasiosi basati sulla demagogia, mentre il fenomeno esplode sono davvero comportamenti moralmente riprovevoli e gesti criminali. Il mediterraneo “mare mostrum”, come Bergoglio lo definì, grida vendetta agli occhi del Cielo, ma anche quì sulla terra dove producono effetti disastrosi.

Ma andiamo alle parole di Papa Francesco: “In questi giorni in cui stiamo assistendo al ripetersi di gravi tragedie nel Mediterraneo, siamo scossi dalle stragi silenziose davanti alle quali ancora si rimane inermi e attoniti. La morte di innocenti, principalmente bambini, in cerca di una esistenza più serena, lontano da guerre e violenze, è un grido doloroso e assordante che non può lasciarci indifferenti. È la vergogna di una società che non sa più piangere e compatire l’altro”.

E per chi volesse sviare, preciso che è parte essenziale del contenuto di una lettera inviata dal Sommo Pontefice all’arcivescovo di Agrigento, mons. Alessandro Damiano, in occasione della celebrazione a ricordo del decimo anniversario della Sua visita a Lampedusa.

Sono trascorsi dieci anni dal viaggio che ho voluto compiere nella comunità lampedusana per manifestare il mio sostegno e la paterna vicinanza a chi dopo penose peripezie, in balìa del mare, è approdato sulle vostre coste” …”il consumarsi di sciagure così disumane deve assolutamente scuotere le coscienze, Dio ancora ci chiede: ‘Adamo dove sei? Dov’è il tuo fratello?’ Vogliamo perseverare nell’errore, pretendere di metterci al posto del Creatore, dominare per tutelare i propri interessi, rompere l’armonia costitutiva tra Lui e noi?“.

E prosegue: “bisogna cambiare atteggiamento; il fratello che bussa alla porta è degno di amore, di accoglienza e di ogni premura”…”È un fratello che come me è stato posto sulla terra per godere di ciò che vi esiste e condividerlo in comunione”“tutti siamo chiamati ad un rinnovato e profondo senso di responsabilità, dando prova di solidarietà e di condivisione”…”È necessario quindi che la Chiesa, per essere realmente profetica, si adoperi con sollecitudine per porsi sulle rotte dei dimenticati, uscendo da sé stessa, lenendo con il balsamo della fraternità e della carità le piaghe sanguinanti di coloro che portano impresse nel proprio corpo le medesime ferite di Cristo“-

E conclude: “Vi esorto perciò a non restare imprigionati nella paura o nelle logiche di parte, ma siate cristiani capaci di fecondare con la ricchezza spirituale del Vangelo codesta Isola, posta nel cuore del Mare Nostrum, affinché ritorni a splendere nella sua originaria bellezza“. Poi ringrazia la comunità locale “per l’impegno di assistenza a favore dei migranti” ed affidando a Dio “i morti nelle traversate“. 

Non ci sono parole di commento utili, è tutto fin troppo chiaro purché si voglia vedere ed ascoltare. Non capire è semplicemente impossibile.

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