Il caffè con il lettore

Dagli arresti della Salis e della Thumberg all’Europa politica

Gianvito Pugliese

Permettetemi, anzitutto, di dare il saluto ed il ben tornata/o agli ospiti del caffè… dopo la pausa che ci siamo dati dalla santa Pasqua di questo 2024.

Ed iniziamo subito con un argomento impegnativo, che a ben vedere non può essere limitato alla denunzia di comportamento fascista di un governo. Trattandosi, infatti, di fatti che accadono in Olanda, un Paese dell’Unione europea, come in Ungheria per il caso Salis, non è ammissibile che l’Ue non faccia rispettare i propri principi costituenti. Non parlo di sanzioni all’acqua di rosa, parlo di “espulsioni” senza appello per i Paesi che non rispettano i principi fondanti che sono, in sostanza, sempre quelli del ‘Manifesto per un’Europa libera ed unita’, meglio noto come Manifesto di Ventotene, dove, nell’inverno del 1941, due grandi italiani confinati dal fascismo, Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi, con la collaborazione di Eugenio Colorni e della socialista tedesca Ursula Hirschmann, redassero quel documento storico che è alla base dei contenuti della carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, promulgato a quasi 60 anni di distanza. L’Unione europea, nata in sordina come Comunità Economica Europea con sei Paesi fondanti, oggi è un organismo internazionale assai più complesso ed autorevole ed è composta da 28 Paesi membri e tende ad allargarsi.

La carta europea dei diritti fondamentali, mi riporta tal quale alla nostra Carta Costituzionale. Riconosciuta e definita urbi et orbi “la costituzione più bella del mondo“, entrata in vigore il 1º gennaio 1948, ha dunque, 76 anni, uno più di me, è afflitta ancor oggi da moltissime lacune applicative, per cui in larga misura è rimasta magnifica sulla carta, modesta nella realizzazione concreta a causa di governanti sempre più scaduti da veri politici a politicanti da strapazzo.

Certo il caso Thumberg, nell’Olanda di Mark Rutte, non ha la stessa gravità del caso Salis, nell’Ungheria di Victor Orban, ma i principi fondanti dell’Ue violati dai due Paesi e la negazione dei diritti riconosciuti a tutti i cittadini europei è identica ed ugualmente intollerabile.

Permettetemi una chiosa. Sono davvero preoccupato per il fatto che i due (Rutte ed Orban), il secondo in particolare, sono i soli punti di riferimento della nostra Giorgia Meloni, le cui politiche, riconosco onestamente, pur di destra sfacciata e di lotta ai poveri per rinforzare e sostenere i ricchi, sul piano delle libertà sembra vacillare, ma pur sempre in limiti contenuti. Il massacro a colpi di manganello per mano della Polizia (e Carabinieri) di pacifici studenti a Pisa e Torino, non è che rientri tra i comportamenti accettabili da parte delle Forze dell’Ordine e delle loro catene di comando, fino a comprendere la responsabilità di Piantedosi e Meloni. Ma, ripeto, sono evidenti i tentativi di instaurare una dittatura “dolce” (i pieni poteri del progetto di premierato sono l’esempio più calzante ed attuale), il sistematico ricorso alla menzogna, spacciata ai cittadini, complice la stampa prezzolata ed una televisione (pubblica e privata) occupata militarmente dal Governo Meloni, non sono certo manifestazione tranquillizzanti di uno stato saldamente ancorato ai principi della democrazia. Se ne faccia una ragione il buon Cacciari, pronto a sostenere l’insostenibile, pur di riconquistare una briciola di visibilità e si dia una buona lettura a quanto affermato da Luciano Canfora, che la Meloni ha scioccamente amplificato con la sua insulsa querela per diffamazione. E che la Presidente del Consiglio dimostri, con buona pace della patetica e risibile difesa d’ufficio di Sallusti, di non rispettare la libertà di critica, costituzionalmente tutelata dall’art. 21, ripeto, non è un segnale né positivo, né tranquillizzante.

Non nego che l’Italia abbia nel proprio corpo sane difese della democrazia, ma la storia c’insegna che tutte le democrazie erano salde, finché dittatori non sono riusciti ad imbrogliare popolo ed elettori, promettendo il paradiso e consegnandoli all’inferno. E’ anche vero l’insegnamento di Antonio Gramsci: “La storia insegna ma non ha studenti“.

Qui sotto il post su X della Rete Italiana Antifascista sull’arresto di Greta Thumberg in Olanda, rea di manifestare pacificamente per il clima.

Francamente mi auguro che l’Europa, in cui i Paesi costituenti aspirano in larghissima maggioranza a trasformare in Unione politica europea, a partire da confini comunitari e difesa comune, unico linguaggio all’estero, in particolare con le superpotenze mondiali, e gradualmente tutte le competenze che gestite dall’Ue daranno migliori frutti delle gestioni dei singoli Stati, sappia e voglia una volta per tutte mettere gli Orban ed i Rutte all’angolo e statuire che o si adeguano allo stato di diritto o se ne vanno fuori dei piedi a dare fastidio ad altri.

Non è utopia la mia. E’ scientificamente dimostrato che Unione politica europeo, sia che venga realizzata nella forma dell’unione o in quella della federazione di Stati, sarebbe la maggiore potenza mondiale. Nessuno stato membro, neanche la potente Germania, da sola può competere con Usa, Cina, Russia, India, Brasile … Uniti saremmo i primi, per storia, cultura, economia, capacità innovativa.

Proprio per non essere utopista non nascondo gli ostacoli, principalmente uno: il fatto che i politicanti nazionalisti e sovranisti (ma anche i finti democratici) non vogliono “mollare” buona parte dei soldi del bilancio dello stato e gli annessi appalti e “vantaggi collaterali”. Poco conta se per avere ventotto eserciti nazionali spendiamo da due a tre volti di più di quanto costerebbe una molto più efficiente forza armata europea. Potremmo continuare a dare esempi in ogni settore, dalla sanità all’approvvigionamento energetico, dall’agricoltura all’industria pesante, dalla ricerca all’evoluzione tecnologica.

Ormai il mondo è interconnesso e, con buona pace dei nostalgici nazionalisti e sovranisti, il mercato globale impone e detta le proprie leggi e fra queste primaria è la capacità di unirsi e non certo quella di dividersi e frazionarsi. Sono relativamente ottimista, non so quanto tempo occorrerà, ma l’obiettivo finale prima o poi lo raggiungeremo. Meglio prima che dopo, ma tutto sommato chi si contenta…

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