Cui prodest?

A chi giova? Chi trae vantaggio dal clima di guerra civile che oggi infesta l?america. Chi lo fomenta, chi la sponsorizza? Classiche domande da un milione di dollari.

GP

Vi ho ricordato più volte, care lettrici e lettori, a beneficio dei nuovi lettori de lavocenews.it, che crescono quotidianamente, che nasco penalista. Tesi di laurea “sperimentale” su “La sospensione condizionale della pena” e praticantato nello studio penale barese per eccellenza: quello del titolare di “Procedura penale”, prof. Armando Regina, Presidente dell’Ordine degli avvocati, Don Armando per tutti. In realtà era l’unico vero Cassazionista barese in materia penale ed a lui si rivolgevano finanche gli alti magistrati per farsi dare un’occhiata ai loro atti rivolti al Supremo Collegio. Al suo fianco il figlio prof. Aldo, già ordinario di diritto penale, che non pochi insegnamenti mi trasmise.

Col diritto e la procedura penale, si studiava anche un poco di criminologia. Nei gialli, da Agatha Christie a George Simenon, ” cherchez la femme “, la criminologia t’insegna, invece, che la prima domanda seria da porsi è: “cui prodest?” “a chi giova” . Chi trae o trarrà beneficio dal delitto? Se rispondi compiutamente a quella domanda avrai la risposta di chi sia l’autore del delitto e, soprattutto, il mandante. Vero nel 99% e più dei casi, poi c’è sempre l’eccezione.

Ci siamo proposti di provare a dare una risposta alla domanda di come sia possibile che un Paese che ha vissuto, non tanto tempo fa, gli orrori della guerra civile (1861-1865), oggi possa trovarsi sull’orlo di un baratro di quello stesso genere. Esagero?l La vedo troppo blake? Ma il punto è proprio quello. Possibile che, l’ignoranza, la grossolanità, la spregiudicatezza, che pure ci sono tutte, arrivino al punto di far ignorare su che polveriera oggi sia seduta l’America.

Che la politica del Presidente in carica, Donald Trump. sia una politica d’odio permanente, di ricerca del nemico del giorno, da cambiare, più spesso che si può, come il coprotagonista di una telenovella che si rispetti, non è certo un mistero. Prima il nemico era il Presidente nord coreano, Kim Jong-un, poi è stata l’Iran di Hassan Rouhami ed il suo uranio arricchito. Poi, scoperto che i sondaggi davano sette americani su dieci diffidenti verso la Cina, si è accusato quel Paese e il suo leader Xi Jinping di ogni nefandezza. Storica la dichiarazione menzognera al popolo americano, supportato dal fido Sancio Panza, pardon Mike Pompeo, di aver le prove che il Covid-19 sarebbe stato creato in laboratorio dalla Cina. Con sommo imbarazzo, finanche dei Servizi, che il giorno dopo hanno dovuto smentire l’inquilino della Casa Bianca.Tutta la comunità scientifica sa benissimo, avendone fatto analisi le più disparate, che si tratta di un virus di origine animale, quindi naturale, che trasmesso all’uomo (probabilmente attraverso il sangue), nella mutazione genetica animale-uomo è divenuto quello che è. Non pago, alla Cina, divenuta la nemica costante su cui battere, alternava i suoi “presunti amici” e dunque “nemici dell’america e del popolo americano”, quali l’Oms, l’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Queste ultime storie sarebbero apparse a tutti scenette da avanspettacolo di un tempo, se non fosse che si è giocato a provocazioni da incidente diplomatico e non si sa bene cos’altro. Era la ricerca di una guerra, magari solo dei nervi sull’elettore americano, che terrorizzato avrebbe acclamato ed invocato l’uomo forte. Sì, certo quello da cliché: forte coi deboli e debole coi forti. Non cito i predecessori più noti di quel modello, sarebbe scorretto all’antivigilia delle elezioni (novembre prossimo), tanto poi i lettori che sanno, lo comprendono da soli, quelli che non lo sanno, o meglio non vogliono saperlo, non crederanno certo alla mia affermazione. Di scorrettezze, volgarità ed insulti gratuiti all’altra parte ce ne sono già troppi in quella imminente tornata elettorale, e sono sparati a raffica dal ticoon, non occorre mettercene altri.

Ma tutto ciò non bastava, l’economia ai minimi storici, i disoccupati da record, la diffusione del virus negli States ai vertici mondiali, secondi solo all’amico brasiliano Bolsonaro, la sanità pubblica azzerata, contribuivano a mantenere Trump nei sondaggi attendibili sotto Biden da 12 a 15 punti. Se da un lato continuava la guerra alla Cina, spostandosi contro la rete di Tic-Toc, responsabile di non si sa bene quali atti di spionaggio in Usa, tanto da spingere-costringere l’alleato-suddito Bojo (il Presidente Inglese Boris Jhonson) a disdire il contratto con il colosso cinese delle telecomunicazioni Huawei per il 5G in Regno Unito, si è arrivati  all’ingiunzione di Tramp alla Huawei a vendere le sue attività in america pena il blocco. Il colosso informatico cinese ha risposto con l’intenzione di citare in giudizio la Casa Bianca. Imbarazzo per l’America forse evitato da due colossi informatici tra cui Microsoft che hanno cominciato a trattare l’acquisto in termini di valore effettivo.

Ma tutto ciò continuava a non bastare. Non è un caso allora che le violenze della polizia statunitense nei confronti degli afro-americani, ma anche di ispanici, messicani ed altre minoranze, assume toni sempre più aspri. Sono comportamenti accertati che, se messi in atto in alcuni stati Usa, comporterebbero la pena di morte. Naturalmente a Trump non gli passano neanche per l’anticamera del cervello le manifestazioni in tutto il vecchio continente di solidarietà verso gli afro-americani vittime di questa recludescenza razzista, guarda caso messa in atto da poliziotti pronti a tutto, ma anche -recentemente- da bande armate di pseudo-vigilantes eredi diretti del Ku Klux Klan. Le provocazioni crescono quotidianamente e Trump invoca “ordine e disciplina” contro le vittime, ree di manifestare perchè alcuni di loro vengono ammazzati a sangue freddo.

Secondo qualche sondaggio il divario con Biden è diminuito, secondo qualcuno fino ad annullarsi. Chi sia l’istigatore di queste avvisaglie da guerra civile è fin troppo chiaro a chiunque voglia capirlo. Se è vero che quello americano è un popolo giovane, che ha fatto della colt il suo Dio, del rubare la terra ai padroni di casa, i pellerosse, e trucidarli con matattie, quando non con mitragliatrici contro archi e frecce, e che quindi alcuni dei valori fondanti sono decisamente poco morali, mi rifiuto di credere che non si rendano conto che quella in pericolo è la democrazia statunitense: non vedo infatti, grandi differenze tra i metodi di Trump e quelli di Lukascenko o Bolsonaro. Guarda caso per i brogli nelle elezioni il Bielorussia non una parola da Trump, come silenzio assoluto sugli ultimi due black manifestanti uccisi a sangue freddo da un 17enne armato di fucile, con berretto e maglietta della destra estrema nazionalista americana.

Da ultimo ricordo che il Presidente americano non può lasciare l’america senza rischiare l’arresto visto che su lui pende un mandato di cattura internazionale per omicidio. No comment.

Rimango convinto che il buonsenso prevarrà e che il Popolo Americano saprà fare la scelta giusta,. come quasi sempre nella storia, nell’interesse proprio e del popolo occidentale tutto.

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