Si apre a Washington DC il processo contro il “monopolio di Google”.

In America un periodo di processi a carico di presunti intoccabili

Rocco Michele Renna

Washington, D.C. – 14 settembre 2023. Oggi, presso il tribunale distrettuale di Washington, ha preso il via un’importante causa antitrust contro Google, accusata di monopolizzare il mercato del search online. Questa azione legale, intentata dal Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti nel 2020, rappresenta un passo cruciale nella lotta contro il crescente potere e influenza delle gigantesche aziende tecnologiche e potrebbe segnare un punto di svolta nella regolamentazione dei monopoli nel settore.

Il Dipartimento di Giustizia ha accusato Google di aver abusato del suo potere di mercato per escludere ingiustamente i suoi rivali e stabilirsi come “gatekeeper” nel settore delle ricerche online. Questo processo rappresenta la prima azione legale governativa contro Google ad arrivare in tribunale. Il Dipartimento di Giustizia si è unito anche a un’altra causa contro Google, promossa dai procuratori generali di 38 Stati e territori, focalizzata sulle questioni di monopolio nella pubblicità. Google ha strenuamente negato qualsiasi comportamento illecito in entrambi i casi.

Nel mese scorso, il giudice Amit P Mehta ha respinto alcune delle accuse mosse contro Google, ristretto: una piccola vittoria per l’azienda. Ha dichiarato che Google non era tenuta a difendersi dalle accuse secondo cui i suoi risultati di ricerca avrebbero danneggiato i rivali come Expedia o Yelp.

Tuttavia, Mehta ha mantenuto alcune delle accuse più significative, tra cui le affermazioni centrali secondo cui i contratti esclusivi di Google con i produttori di telefoni avrebbero danneggiato i concorrenti. Il Dipartimento di Giustizia sostiene che Google sborsi miliardi di dollari all’anno per garantirsi il ruolo predefinito del suo motore di ricerca e, in molti casi, per impedire alle controparti di Google di fare affari con i concorrenti.

In un parere pubblicato ad agosto, Mehta ha notato che “il brand di Google è diventato così onnipresente che i dizionari lo riconoscono come un verbo“. Ha sottolineato che nel 2020 Google aveva una quota di mercato del 90% e che gli inserzionisti spendevano oltre 80 miliardi di dollari all’anno per raggiungere gli utenti tramite la ricerca generica.

Tuttavia, il giudice ha sottolineato che il Dipartimento di Giustizia deve dimostrare che ogni azione specifica, come la gestione della pubblicità di ricerca da parte di Google, costituisce una violazione delle leggi antitrust. Ciò significa che il governo deve dimostrare che le azioni di Google violano la legge antitrust in modo indipendente, senza basarsi su una serie di azioni cumulative.

In risposta alla decisione di Mehta, Kent Walker, responsabile legale di Google, ha dichiarato: “Non vediamo l’ora di dimostrare al processo che la promozione e la distribuzione dei nostri servizi è legale e favorevole alla concorrenza.

Mentre le grandi aziende tecnologiche sono rimaste in gran parte intoccate nei decenni passati di successo inarrestabile, le azioni legali come questa contro Google potrebbero segnare un cambio di rotta. Ad esempio, i General Attorney degli Stati Uniti hanno intentato una causa antitrust contro Meta, che è stata respinta all’inizio dell’anno. Anche la Federal Trade Commission, sotto la guida del nuovo capo dell’antitrust Lina Khan, ha intentato una causa contro Amazon, sempre all’inizio di quest’anno.

Se il Dipartimento di Giustizia dovesse vincere questa causa, Google potrebbe essere costretta a modificare significativamente le sue pratiche commerciali. Ciò potrebbe portare, secondo il Dipartimento di Giustizia, a una maggiore concorrenza nel mercato digitale, prezzi più bassi per i consumatori e una maggiore varietà di scelte per le aziende. Tra i possibili scenari figurano la vendita di alcune attività o beni di Google, l’apertura dei dati e delle tecnologie di Google ai concorrenti e multe o supervisioni governative.

L’esito di questa storica causa contro Google, la prima del suo genere ad arrivare in tribunale, sarà osservato con grande attenzione come un indicatore dei futuri sviluppi nella regolamentazione delle aziende tech e del loro potere di mercato sempre crescente.

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