Ossa di morto

Non vi spaventate, non pensate a cose strane sono solo dei taralli lunghi e stretti che rievocano le ossa delle persone care.

Nonna Camilla

In Italia, come in tutto il resto del mondo si celebrano le feste di Ognissanti e la Commemorazione dei defunti. Tutti i Paesi e le regioni hanno loro tradizioni, spesso ataviche, che coinvolgono i più giovani. Halloowen, dagli Usa, ma mamme e nonne conservano ancora qualche rito locale.

Uno dei riti più diffusi è quello delle “Ossa dei Morti”, biscotti o taralli fatti in forme e con ricette diverse dal Nord al Sud Italia. Ci sono poi i ” Pani dei morti”, i frutti di martorana in Sicilia, ed altre cosette. Anche in Piemonte c’è la tradizione degli Os d’ Mort”, secondo me importata dagli emigranti del Sud.

In generale sono biscotti secchi o taralli, ma quelli Lucani sono diversi da qualsiasi altro tipo, per ingredienti e forma.

I più famosi, e ricercati sono quelli di Irsina, un centro di 4.500 abitanti abbarbicato sulle montagne tra Potenza e Matera.

Eccoli qui! Anche se la regola li prescrive più lunghi e appaiati più stretti, quasi come le ossa delle Tibia e Perone nella gamba o Ulna e radio nell’avambraccio, in questo caso sono anche un po’ ritorte.

Sono semplici da eseguire, ma occorre, come in tutte le ricette culinarie, un po’ di tempo e pazienza.

Innanzi tutto si contraddistinguono per il largo uso di finocchio selvatico che conferisce loro un inconfondibile sapore ed un odore molto acuto.

Ingredienti: 500 g. di farina 00, 100 g. di olio extravergine di oliva, un cucchiaio di sale, 1 uovo intero, 2/3 bei cucchiai colmi di semi di finocchio selvatico, 125 ml. di acqua tiepida.

Preparazione passo per passo:

1) Disporre la farina a fontana ed aggiungere uno per volta tutti gli ingredienti, i semi di finocchio, il sale, l’olio, l’uovo ed infine l’acqua tiepida.

2) Impastare sino a quando il composto risulterà liscio ed omogeneo circa 10/15 minuti.

3) Avvolgete l’impasto nella pellicola per alimenti e lasciatelo riposare almeno mezz’ora a temperatura ambiente.

4) Trascorso tale tempo, riempire una pentola capiente di acqua e portarla a bollore.

5) Riprendere l’impasto e poco per volta ricavare un cilindro di un cm di diametro e 20 minimo di lunghezza.

6) Formare i taralli lunghi e stetti e fermare le due punte schiacciandole bene, anche con una forchetta, se necessario.

7) Terminata la preparazione cuocete i taralli nell’acqua bollente 4/5 per volta massimo, appena saliranno a galla metteteli a sgocciolare su un canovaccio pulito.

8) Farli asciugare bene e poi infornateli a 190/200° per circa 25 minuti, dipende dalla croccantezza voluta.

Sfornateli e metteteli a raffreddare con cura. Dopo una mezz’ora saranno pronti da gustare.

Suggerimenti: Se amate il cibo piccante potete sostituire il finocchio con due cucchiai di peperoncino piccante, seccato e macinato, ma non in occasione dei Defunti. Il Finocchio selvatico è tipico delle aspre terre lucane, cresce un po’ sempre, durante l’anno, ma va raccolto tra fine agosto ed inizio settembre, in piena fioritura. Sgranatelo e fatelo essiccare bene al sole, poi potete conservarlo in barattoli di vetro ben chiusi, si conserva bene per parecchio tempo. Generalmente, in Lucania, questo finocchio è usato anche per insaporire gli insaccati o carne di maiale in generale.

Se poi ne lasciate un cestino con un buon fiaschetto di vino sul vostro tavolo, la notte tra l’1 e 2 Novembre le anime dei vostri morti ve ne saranno grate. Questo è un antico uso greco, lasciare la tavola apparecchiata la sera attira e soddisfa solo anime buone, fossero anche solo briciole.

Buona serata dalla vostra nonna Camilla, mezza lucana e mezza pugliese!

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